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La poesia della memoria

Creato il 21 marzo 2013 da Leultime20 @patrizialadaga

Il fosso canoro

Ci sono passioni che senti nel sangue ma sai che non sono nate con te. Vengono da molto lontano, da geni che hanno scavalcato il tempo e sono precipitati nel tuo Dna. Io avevo un nonno poeta. Si chiamava Adone.

Adoravo ascoltare le sue poesie quando ero poco più che una bambina. Gli recitavo le mie, acerbe, per cercare approvazione, per imparare.

Di quelle ore di lettura ed emozioni mi sono rimasti ricordi gioiosi, ma quello più prezioso è un libro un po’ sgualcito con un titolo verde: Il fosso canoro. Nel 1950 vinse il premio Gastaldi.

Oggi che è la giornata della poesia voglio ricordare Adone La Daga, mio nonno, con i suoi versi più belli. Quelli che ho scolpiti nel cuore.

Ora di sera tranquilla

Ora di sera tranquilla

fatta di luce

senza colore,

io ti respiro

e cammino sul mio pensiero più fresco

e tu mi canti le musiche nascoste

del tuo silenzio disteso.

 

Ombre lente tornano

Ombre lente tornano

che il sentiero raccoglie

confuse nel piccolo tramonto

di cieli bassi

distesi all’orizzonte,

di siepi d’oro e alberi protesi.

Tra le zolle brune

la pace francescana

è sola

vivente più d’ogni creatura umana.

 

O purissima sorgente

O purissima sorgente,

mi chino con bocca assetata

sulla cava corteccia

levigata dai secoli;

e un mondo fresco

come il tuo cielo profondo

che rispecchi, io bevo.

Ma l’anima arde e cerca il fuoco

 

Risucchi d’acque

Risucchi d’acque

tra rocce appuntite.

Ma non sei stanco o cuore?

In una piccola conchiglia

il fragore d’oceani.

 

 


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