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La resistenza dei francescani in Siria. Nelle terre dove domina il terrore

Creato il 05 marzo 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Reportage: Il sogno di Damasco. I giorni della tregua

La vita dei cristiani in Siria

Nei giorni della tregua in Siria non dobbiamo certo dimenticare l’esistenza di quei cristiani che quotidianamente vivono sotto scacco dei jihadisti. Sono uomini qualunque che resistono alle violenze di un’universo segnato dal terrore. Accanto a questa gente vivono i francescani della Custodia di Terrasanta, che hanno ribadito di “voler rimanere in queste terre dove una porzione di umanità diffonde la lezione di Cristo”. Si tratta della Valle dell’Oronte, una regione della Siria dove i principali centri urbani sono Aleppo ed Hama, di cui abbiamo sentito spesso parlare prima e durante questa fase transitoria di tregua. In questa valle, stando alle informazioni dei francescani della Custodia di Terrasanta, vivrebbero attualmente circa quattrocento cristiani che continuano a professare la propria religione in chiese “spogliate di crocifissi, icone e campane”: santuari dove ormai si fatica sempre più a riconoscere nelle immagini l’esperienza di culto. “Si vive da segregati” dice qualcuno, “E’ come sopravvivere in un ghetto e rischiare ogni giorno la vita”. E’ questa la storia di uomini che vivono oppressi di continuo dal terrore perpetrato dai gruppi jihadisti.

La vicenda dei francescani della Custodia di Terrasanta è la storia di uomini-eroi, che resistono nonostante l’elevato pericolo a cui vanno incontro. “Qui a dettar legge sono le corti islamiche, i tribunali tirati su dai miliziani del terrore” riferiscono dalla Siria. L’ultimo di una serie di sequestri, quello del frate iracheno Dhiya Azziz, ha scosso non poco gli equilibri interni dell’ordine religioso. “Per un momento abbiamo temuto che la nostra presenza in Siria fosse messa a repentaglio”. Ma alla fine la resistenza ha avuto la meglio, e i francescani della Custodia di Terrasanta sono tuttora operativi in territorio siriano al fianco di quei pochi cristiani ancora sopravvissuti. Il frate iracheno, Dhiya Azziz, è stato poi rilasciato dopo 12 giorni di sequestro, ma la vicenda ha imposto degli interrogativi fondamentali: è bene restare ancora in Siria, oppure trasferire gli ultimi membri della comunità cristiana in attesa di tempi migliori?

La resistenza nei giorni della guerra civile

Per qualcuno la resistenza dei frati francescani in Siria è il segno tangibile di un futuro di civiltà che non può più attendere. “Nel loro operato” fa sapere qualcuno, “si riconosce appieno la lezione di quel Cristo-pastore che mai abbandonerebbe il suo gregge”. Intanto a sostituire nella parrocchia di Yacoubieh il frate iracheno, Dhiya Azziz, è arrivato un frate giordano, Louay Bhsarat, che prima dell’arrivo in Siria aveva soggiornato per qualche tempo a Betlemme. Sono anime che si susseguono nella resistenza ad oltranza in questa Siria che solo da qualche giorno ha finalmente conosciuto una tregua dopo gli anni di guerra civile. Sono terre che dal 2011 hanno ripetutamente subito il controllo dei signori del terrore: prima sotto i ribelli anti-Assad, poi sotto il dominio di Al-Nusra. “Qui si muore se non ci si converte” riferisce un civile, “I gruppi islamisti non concedono margini di scelta. La dittatura del terrore è qualcosa di fisico. Non lo si può negare”.

L’arrivo della Jihad nella Valle dell’Oronte ha spazzato via ogni simbolo di cristianità. “Qui non si può pregare alla luce del sole. Nulla deve far pensare che un certo edificio sia una chiesa cristiana”.Nel 2014 è stato arrestato il parroco di Knayeh, padre Hanna Jallouf, perché aveva denunciato le ripetute minacce e le continue violenze dei jihadisti. In quell’occasione si comprese assai bene quale fosse il male dominante in Siria: una sharia pronta a tutto pur di conservare il potere dei gruppi terroristici. “Era una legge incapace di garantire le libertà del singolo. I jihadisti erano i padroni di quelle terre e potevano decidere qualsiasi cosa, anche se dare o meno la morte”.

Nei giorni della tregua la vicenda dei cristiani in Siria è l’emblema di cos’è accaduto per troppi anni in questo Paese segnato dai massacri e dall’inciviltà. Si attendono i colloqui di pace, in merito ai quali l’inviato dell’Onu, Staffan de Mistura, si dice fiducioso. Ma là dove le telecamere dei media sono ancora spente, resiste un’umanità che quotidianamente ostacola il dominio assoluto dello Stato islamico. In queste terre remote dov’è, dunque, finita la tregua? C’è mai stata? Ci sarà mai veramente?

Tags:al nusra,Al Qaeda,aleppo,assad,califfato,damasco,Francescani,hama,isis,islamisti,Nazioni Unite,ONU,ordine religioso,oronte,pace,resistenza,sharia,siria,stato islamico,tregua

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