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La scuola pubblica italiana? La più grande scuola privata della sinistra italiana, pagata da tutti

Creato il 14 aprile 2011 da Iljester

La scuola pubblica italiana? La più grande scuola privata della sinistra italiana, pagata da tuttiMi pare che scrissi diverso tempo fa un altro post dedicato al fenomeno dei libri di testo scolastici dove la visione della storia e delle idee è – diciamo – di parte. Dove esistono molte mistificazioni e allegre omissioni, e dove il mondo viene diviso in due: i buoni e i cattivi. Dove i buoni stanno a sinistra e i cattivi a destra.
Una semplificazione bell’e buona; una semplificazione ideologica fomentata per decenni, complice la scuola pubblica, occupata letteralmente dai comunisti di ieri e dai sinistri più o meno post-ideologici di oggi.
Mettiamola così. Checché se ne dica, la scuola pubblica non è (mai stata) una vera scuola pubblica. È vero, è dello Stato, ma è anche vero che chi ci insegna, nella stragrande maggioranza dei casi, è ideologicamente orientato a sinistra. Già questo rende la scuola italiana degradante e degradata. Le opinioni politiche non dovrebbero far parte dell’insegnamento, e men che meno di quello nella scuola statale, ma per decenni è stato così. Il che porta a ritenere la scuola pubblica italiana, pubblica nei finanziamenti, ma privata nell’orientamento politico.
Comoda la vita, vero? Poi non ci spieghiamo perché la sinistra «difenda» la scuola pubblica. La risposta mi pare abbastanza semplice: difende il proprio serbatoio ideologico ed elettorale. Mica la cultura in sé; mica il diritto degli studenti ad avere un’istruzione. No! Il diritto alla cultura ideologica, semmai; il dovere degli studenti ad avere un’istruzione orientata che poi li renda degli automi da cabina elettorale, o animali da circo da sbattere nelle piazze.
Sappiamo bene come la sinistra comunista prima e post-comunista poi, abbia sempre considerato la «cosa pubblica». Non come cosa di tutti, ma come cosa propria. Sono di tutti gli oneri (le spese), ma sono solo suoi gli onori. E questa idea non vale solo per la scuola, ma anche per gli altri settori nevralgici della cultura e dell’informazione, dell’assistenza e della previdenza. Eccola dunque lì, radicata in ogni ambito della società, a far finta che ama la democrazie delle idee, là dove invece gestisce la cosa pubblica con i soliti metodi stalinisti: non sei della mia parte politica? Non di conformizzi? Allora sei fuori, sei discriminato. Non avrai nulla dal settore pubblico.
Dicevo comunque della scuola, e dicevo che la scuola pubblica è pubblica nelle spese, ma privata nelle idee che porta avanti. Ebbene, buona parte del lavoro ideologico nella scuola pubblica la fanno i libri di testo. Quei libri che vengono utilizzati per insegnare storia, letteratura, geografia, italiano ecc. ecc., dove è facile trovare una grande esaltazione del partigianesimo comunista, ma quasi nulla (se non nulla) delle Foibe e delle repressioni nell’ex blocco dell’est. Dove è facile trovare una storia anche attuale, al limite della cronaca politica, tratta direttamente dai quotidiani di sinistra, e dove quasi niente è scritto sul terrorismo delle brigate rosse. Una storia insomma di comodo, che dipinge la sinistra quale espressione del buono nella società, e il resto immondizia ideologica o peggio berlusconiana. E se poi andiamo nel settore della letteratura, è facile che vengano saltati a piè pari, o poco considerati, quei poeti e scrittori in odor di destra (uno a caso: D’Annunzio), mentre diventano assi della letteratura moderna, principi della cultura, tutti quei poeti e quegli scrittori vicini al mito del comunismo ideale.
Quando il PDL propone l’apertura di una commissione di inchiesta sui libri di testo scolastici non sbaglia. È ipocrita ed è partigiano negare l’evidenza. Forse un tempo, per compromesso storico, per convenienza politica, per opportunità, si poteva chiudere un occhio sulla scuola pubblica privatizzata a sinistra. Oggi non è più tollerabile. La cultura, la storia e in generale la conoscenza non devono avere orientamenti ideologici: tutte le idee, tutte le verità devono trovare spazio. Le Foibe non sono meno importanti delle Fosse Ardeatine. Morirono degli innocenti sia nell’uno che nell’altro evento storico. Entrambi furono figli delle peggiori espressioni dei totalitarismi targati ventesimo secolo. Che alla sinistra scolastica piaccia o meno!


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