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La vendetta dell'uomo medio

Creato il 21 gennaio 2015 da Massimo Citi
La vendetta dell'uomo medio
Due ventenni, femmine, sono state rapite in Siria da alcuni soggetti più o meno ignoti. Probabilmente fondamentalisti, ma altrettanto probabilmente ex-militari, delinquenti comuni o bande di ladri, razziatori e sciacalli che pullulano in un'area divenuta res nullius nello sfascio dell'amministrazione siriana.  La due giovinette vanno nella zona, non sono pratiche di guerra né delle leggi non dichiarate che governano una zona dov'è in atto una guerra civile. Le due ragazze probabilmente immaginano di potersi rendere utili, di poter aiutare gli adulti e particolarmente i bambini, più volte apparsi in TV con appelli strappalacrime ad aiutarli. Non si sono limitate a dare due euro col telefonino, come hanno fatto in molti sciacquandosi la coscienza, e sono partite. Dopo poche settimane vengono rapite. Mandano appelli alle famiglie che si rivolgono al governo che interviene attraverso la Farnesina. Gli emissari del ministro degli esteri sanno dove mettere le mani e possono farlo. Minacciano, promettono, probabilmente pagano un riscatto e le due ragazze, dopo alcuni mesi in prigionia, ritornano in Italia. Una domanda salta subito in mente a chi ha assistito alla vicenda del rapimento: «ma non si poteva fare così anche con altri rapiti? Ce ne sono ancora, in Nigeria, in Pakistan, in Siria, in Libia...». Non viene in mente: «Chissà quanto hanno pagato?», probabilmente perché siam uomini di mondo e certe cose le capiamo anche senza parlare. In certe zone o si paga o si possono preparare le esequie per il rapito. Ciò che fanno Gran Bretagna e Stati Uniti, almeno quasi sempre. Si può essere d'accordo o meno, fatto si è che le cose sono dannatamente chiare. L'Italia è più ballerina, in proposito, si può sperare che qualcuno prima o poi paghi il riscatto, ma non si può essere troppo certi di nulla. Probabile che, cinicamente, conti di più la rilevanza relativa dei rapiti, l'occasione di far fare bella figura ai politici di turno, l'entità del riscatto, la possibilità reale di trattare coi rapitori ecc. C'è poi il problema del riscatto, ovvero dei denari versati a qualche organizzazione o singoli individui per ottenere la liberazione del rapito. Si è trattato di un rapimento a scopo di lucro o per finanziare qualche organizzazione terroristica? Come si può intuire un ginepraio dove ci si può augurare: UNO di non essere mai l'ostaggio in attesa di salvezza, DUE trovarsi a essere il funzionario o i funzionari chiamati a trattare.  Ma fortunatamente o sfortunamente c'è, anche in questi casi, qualcuno che sa davvero che cosa fare. 
La vendetta dell'uomo medio
C'è chi dice che le famiglie delle ragazze dovrebbero rimborsare il riscatto allo stato - del quale si ignora, detto di passata, anche l'entità. C'è chi dice che sono state due bambinacce discole e avrebbero dovuto lasciarle dov'erano, così imparano.  C'è chi dice che carucce come sono sono state sicuramente stuprate dai loro rapitori e chi, arrapato alla semplice idea, aggiunge che le ragazze, troiette e criptocomuniste - come si intuisce agevolmente dalle loro foto -, devono averla data anche gratis ai nerboruti e virili rapitori.  C'è un ex-fascista - e, ahimé, ex-vicepresidente del senato - che non perde l'occasione di mostrare una volta di più la sua miseria morale e intellettuale strepitando «... e noi paghiamo» sul suo disgraziato telefonino. Il nome è Gasparri, per chi non lo sapesse.     C'è chi teme che il denaro sia finito nelle tasche dell'Isis o di Al-Quaeda, ignorando - perché farlocco, non perché ignorante - che l'Italia paga senza fare una piega il petrolio proveniente anche dalle zone occupate dall'Isis o che il Qatar finanzia (ufficiosamente) i combattenti islamici.  C'è chi si scandalizza per il denaro speso per «due ragazze cretine», ignorando o non tenendo conto che ogni anno il sistema delle tangenti succhia un decimo di punto di PIL e 10 miliardi di euro. E che l'evasione fiscale succhia 170 miliardi/anno malcontati. C'è chi, bilioso e invidiosetto, protesta perché «si spendono soldi per salvare gente che se l'è cercata», continuando a nuotare felicemente nel suo brago e a giocare a gratta-e-vinci  - la tassa sulla stupidità di cavouriana memoria -, ovvero 75 miliardi di fatturato/annuo .  C'é chi tira in ballo i marò arrestati in India, «e per loro non si fa nulla?», dimenticando che i due militari sono accusati di omicidio e che il problema sarebbe, semmai, arrivare a un processo internazionale.  E c'è, infine, chi dichiara che in futuro la gente che vuole aiutare il prossimo - comprendendo qui anche i medici di Emergency, a rischio di ebola - dovrebbe pagare, anche a rate, i costi che la comunità deve sobbarcarsi per salvarli dal rapimento o dalla morte.
La vendetta dell'uomo medio
Confesso che leggendo questa formidabile, inarrivabile catasta di idiozie ho avuto un motivo in più per essere contento che l'attentato a Charlie Hebdo non sia avvenuto in Italia. Chi ci avrebbe salvato dai soggetti che avrebbero dichiarato che «in fondo in fondo quelli là se la sono cercata»? L'Italia è malata di un provincialismo gretto e meschino, che unisce in una infelice combinazione la diffidenza per comportamenti che non siano i più banali, un'invidia rabbiosa per chi non è un tonto e non si accontenta di un giro al bar, al mercato, alla ricevitoria e davanti alla TV, una silenziosa furia verso le donne «che non sanno stare al loro posto» e che non perde occasione per emergere, mista a un desiderio sessuale distorto e anonimo, lo stesso che fa dire davanti a qualunque foto che rappresenti una donna desiderabile: «Bella F... so io che cosa ti farei». Tutto questa umiliante immondizia morale non ha nulla a che vedere con un dibattito sui cittadini italiani che lavorano in aree a rischio, dibattito che nella realtà non è nemmeno partito. Si è preferito borbottare qualcosa senza farsi troppo sentire in giro o magari urlarlo senza vergogna, come tanti Borghezio grassi, stolidi e ignoranti. E l'ignoranza resta il principale problema di questo infelice paese e con essa la paura e la rabbia carica di impotenza che ne nascono. La crisi le ha solamente rese più urgenti e sguaiate.  Domani sarò probabilmente di umore migliore ma oggi sono davvero preoccupato per questo paese.    
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