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La violenza simbolica sulle donne

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Tempo fa avevo titolato un post così e più in particolare quello sulla sessualità delle donne africane, sottoposte all’orrore dell’infibulazione. Febbraio scorso, in occasione della giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili abbiamo postato l’articolo su Facebook che è stato letto da mezzo milione di utenti. Dopo poche ore però ce lo hanno segato a causa della presenza di alcune immagini crude che mostravano come si presentano i genitali delle donne dopo la castrazione.

Le immagini erano molto crude ma la censura è parsa inappropriata, poichè chi censura un argomento è perchè non vorrebbe vederlo. L’argomento in questione era stato postato a scopo di sensibilizzazione e ciò ai nostri occhi significa che era scomodo parlare di questo. Che fastidio dà parlare della sessualità femminile?

Le immagini da me postate non erano nemmeno pornografiche e a proposito di questo Facebook ne è piena di immagini che turberebbero la sensibilità dei minori. Ma Facebook ha le sue regole, va bene inneggiare al fascismo, alla violenza, al sessismo, al razzismo ma mai sensibilizzare su un tema che ci sta a cuore e che mette in luce quanto è ancora difficile essere donna in certi Paesi e non solo.

Perchè dico questo? Perchè lo sanno tutti che nemmeno in occidente le donne riescono a vivere la sessualità in modo libero e indipendente: che gli stupri sono all’ordine del giorno, che il diritto di abortire viene costantemente minacciato: nella mia città, una delle poche sull’Isola che permette alle donne di eseguire un aborto si sta difondendo una campagna pro-life volta a ricattare le donne, distribuendo 300 euro in cambio per non farle abortire poichè nella mia regione le donne abortiscono sopratutto per questioni economiche. Ma 300 euro sono sufficienti? forse per 100 pacchi di pannolini ma non per mantenere una famiglia. Perchè invece non impegnarsi a dare lavoro alle donne o strutture adeguate per conciliare la maternità con il lavoro? La mia isola è tra le Regioni più arretrate d’Italia per questo e si sceglie di criminalizzare le donne per non toccare i governi locali che non vogliono evolversi.

Cosa si nasconde in realtà dietro le campagne pro-life? Controllo assoluto del corpo femminile, maternità forzata, sessualità a fini riproduttivi. Perchè per contrastare l’aborto basta veramente poco: diffusione di contraccettivi a basso costo, campagne di educazione sessuale, più lavoro per le donne, agevolazioni per conciliare la maternità con il lavoro e così via.

L’Italia è uno dei Paesi dove il diritto delle donne di effettuare un’interruzione di gravidanza viene costantemente minacciato ma è anche uno di quei Paesi che criminalizzano la sessualità femminile, minacciando chi vuole prostituirsi, negando giustizia a chi subisce violenza sessuale, lasciando le donne prive delle fondamentali informazioni su come raggiungere il piacere sessuale, ma anche negando la maternità a quelle che si sottopongono ad inseminazione artificiale.

Tempo fa lessi uno studio italiano il quale descriveva che buona parte delle donne italiane vivono di inibizioni, tabù e molto spesso una vera e propria incapacità di raggiungere la soddisfazione sessuale. A quante donne e bambine viene ancora insegnato che avere “certi pensieri” è peccato? Che da una parte non dobbiamo pensare al sesso e avere meno partners possibili e dall’altra con il marito o fidanzato essere delle specie di pornostar a letto senza avere alcuna esperienza, soltanto per soddisfare ogni pretesa del nostro partner asserendo che noi avessimo ( o dovremmo avere) gli stessi desideri degli uomini e forse per questo che sfiorarsi la clitoride è considerato roba da meretrici e che se ci tocchiamo molto si pensa che che non riusciremo più a provare piacere con il nostro partner perche’ la normalita’ e’ condividere ( o meglio concedersi completamente) o “essere vaginali”. Se poi aggiungiamo il fatto che siamo costantemente bombardate da modelli femminili irraggiungibili a tal punto che sempre piu’ donne provano inadeguatezza e vergogna a spogliarsi e figuriamoci se riescono a provare piacere, perche’ sembra che solo quelle che corrispondono a certi canoni estetici abbiano il diritto ad una sessualita’ serena, in quanto se le vorrebbero scopare in molti, poiche’ qui la sessualita’ femminile e’ vissuta in maniera androcentrica, cioe’ hai diritto a godere solo se lui ha voglia di scoparti. Il gioco e’ fatto.

Masturbarsi è un gesto che al contrario aiuta molto a conoscere il proprio corpo eppure solo il 20% dichiara di praticarla. Molte donne sono condizionate al fatto che sia un peccato non condividere il proprio piacere con quello del partner e dalla leggenda del punto G (orgasmo vaginale) sostenuta da lobby che ci vogliono imporre pure delle regole su come dobbiamo godere, ossia da una zona erogena che pur essendo consapevoli che non esiste, viene propagandata in ogni modo per spostare l’attenzione dal vero organo in grado di dare piacere alle donne, una tattica che assomiglia molto alla clitoridectomia ma senza alcuna asportazione chirurgica.

Noi donne italiane, ma anche le nostre sorelle europee, viviamo una vera e propria mutilazione genitale, educate da quando siamo bambine a mettere in secondo piano il nostro piacere a quello del partner e alla riproduzione. Se no non riusciremmo a spiegare come mai il “punto G” (che non esiste…leggete l’intervista a Vincenzo Puppo, sessuologo che smentisce l’ultima trovata fraudolenta) e’ sotto l’interesse di sedicenti scienziati che pur di dimostrarne le prove sezionano i cadaveri di povere donne anziane alle quali il loro parter non ha concesso sicuramente mai un orgasmo (e poi le donne morte non hanno gli orgasmi!), sventolando un pezzo di carne ai quattro venti come un Pacciani dei giorni nostri. Perche’ carne da macello siamo e questa e’ una violenza simbolica senza fine dove veniamo “mercificate” per vendere ogni cosa.

Perche’ questo interesse per questo Punto G ? Se questa non e’ propaganda sui nostri corpi, se non lo e’ visto che qualcuno fa a pezzi un corpo femminile per dimostrare che quelle che non possiedono il Punto G sono meno donne o sono diffettose, perche’ in realta’ rode che abbiano quell’autonomia sessuale che non corrisponde a modelli fallocentrici che la nostra societa’ ci vuole imporre. Perche’ questa e’ la propaganda degli ultimi anni e fa paura perche’ ci ricorda l’infibulazione.

Perche’ alla fine le donne finiscono per crederci e cosi’ anche gli uomini, tanto che su internet sono sempre piu’ numerosi i post che tacciano di frigidita’ le donne che ‘provano’ dalla clitoride o addirittura uomini che considerano piu’ femminili e sensuali quelle che hanno “l’orgasmo vaginale” ipotizzando addirittura che siano piu’ maggiorate, fatto che mi ricorda molto quello studio del 2008 secondo il quale le vaginali avrebbero una camminata piu’ sensuale, dove a questo orgasmo ci associano le caratteristiche fisiche piu’ femminili e attraenti per un uomo e inoltre senza essere mai state donne ipotizzano che questo ipotetico orgasmo vaginale sia piu’ piacevole. Non e’ maschilismo questo? Un po’ come quelli che tempo fa definivano l’orgasmo clitorideo inutile…lo capirebbe anche una bambina di due anni che quelli sono modelli che stanno cercando di imporre alle donne e che sono egoistici e piacevoli solo per l’uomo perché è una presa dal culo e associare un fisico femminile più bello e sexy dal punto di vista maschile all’orgasmo vaginale, come dire “questa è la donna perfetta, quella tettona, gnocca e che dice sempre di sì e che gode sempre con noi e che non ci impegni in lunghi e noiosi preliminari per soddisfarla“! 

Poi c’e chi si stupisce se molte donne e ragazze si chiedono se ci sia qualcosa che non vada in loro, nel loro corpo e si stanno gia’ dando della frigida senza nemmeno sapere come funzionano e senza essersi mai sperimentate.

La sessualita’ femminile vissuta in maniera autonoma e libera viene condannata in tutto il mondo, sopratutto l’omosessualita’ femminile è più condannata rispetto a quella maschile, ad esempio in Italia è presente perfino una legge che la definisce come una malattia , clausola che il ministero della salute non vorrebbe abrogare come l’omosessualità maschile. Questo perchè ancora oggi la sessualità delle donne è di serie B, ancora accettata solo quando e’ subordinata a quella maschile e come oggetto di desiderio maschile oltre a volere che fosse legata alla riproduzione.

Sfido chiunque a non avere ansia di prestazione, ma ovviamente di questa non se ne parla mai (infatti si parla di quella maschile ma accusando le donne per non ledere la virilita’) perche’ a noi donne e’ proibito avere ansia da prestazione, dobbiamo essere sempre impeccabili e godere quando gode lui e ogni volta che ci penetra. Siamo una societa’ maledettamente fallocentrica e stupratrice.

Perche dietro l’orgasmo vaginale che e’ tutta una farsa perche’ non esiste, c’e’ ancora tutta una cultura che vorrebbe continuare a negare l’orgasmo alle donne per renderle una sorta di oggetto sessuale.
Ma questi hanno gia’ il terreno pronto per fare soldi a causa di una cultura che lascia la conoscenza degli organi genitali femminili estranea alle donne ma anche agli uomini, a causa di tabu’ persistenti.

Molte donne hanno introiettato una visione maschile e spesso si guardano l’un l’altra con un punto di vista maschile: giudicano quelle troppo disinibite o quelle troppo pudiche come in realtà fanno gli uomini più maschilisti per etichettare le donne e dividerle tra quelle che ci stanno e quelle che non ci stanno. Questo comportamento è dovuto dal’educazione sessuofoba ma anche dal maschilismo che attua due pesi e due misure sul comportamento sessuale degli uomini e delle donne.

Le campagne pubblicitarie italiane descrivono gli uomini come dei “macho”, come dei cacciatori circondati da un gruppo di donne avvenenti, predatori che non devono chiedere mai (c’era perfino un claim di una vecchia pubblicità che diceva “per l’uomo che non deve chiedere mai”) e le donne come oggetti sessuali sempre disponibili o pure pudiche ma che sotto sotto ci stanno.

Alcuni giorni fa guardavo una puntata di un noto programma televisivo su Raiuno che ospitava in studio un gruppo di cantanti adolescenti. La madre di uno di loro elogia il figlio perchè se portava a casa ogni sera una ragazza sempre diversa. Se la figlia fosse femmina sarebbe contenta di questa situazione? Certo che no, da noi è diffusa l’idea che una ragazza debba trovare per forza il principe azzurro, quindi dipendere da un unico uomo per tutta la vita  (pena l’essere “puttana”  a vita), in cambio di un’identità sociale, una principessa senza futuro salvata da un principe che abbia le qualità che solo un principe può avere: protettivo, possessivo ed economicamente agiato.

Ancora oggi è grande il peso che preme sulle giovani donne educate a cercare quello giusto come se avessero la palla di cristallo. Ma la palla di cristallo non ce l’ha nessuno, se no nessuna morirebbe ammazzata come la giovane Vanessa di soli 20 anni, sgozzata per mano del suo convivente che la famiglia reputava un bravo ragazzo, il principe azzurro, perchè evidentemente lui di facciata era così, come lo sono molti per “accalappiare” le donne. Ennesimo femminicidio, il 54esimo quest’anno nel nostro Paese, una strage di donne che lascia ancora indifferenti tutti.

Vi chiederete cosa c’entri il femminicidio con la sessualita’ femminile, ma pensateci bene, in un Paese dove non siamo considerate piu’ di corpi, carbe da macello da appendere ai cartelloni se fisicamente siamo compatibili con le pulsioni sessuali dell’altro sesso, proprieta’ privata, divisibili in sante a puttane, dove le ultime sarebbero quelle che si ribellano, che vogliono autonomia, che dicono di no, come potrebbe essere sicura la vita di noi donne?

Se c’è un modello carta-carbone a cui dobbiamo aderire per non deluderli mai, se ad ogni modello a noi imposto c’e’ solo subordinazione che in cambio dobbiamo dare per tenerci stretti i nostri partner, per non ricevere disapprovazione sociale, per non restare sole ( perche’ ancora oggi la donna single viene definita ‘zitella’), per non morire di fame perche’ il nostro Paese non garantisce indipendenza economica ed emancipazione sociale sufficiente alle donne, se il partner, l’uomo introietta dai media di massa, dalla famiglia un modello femminile ben preciso e viene educato a pretendere una donna sottomessa e da egli dipendente in tutto, il quale dev’essere anche economicamente agiato per proteggerla, comprarla e possederla totalmente e poi si trova davanti un modello reale che non corrisponde alle aspettative di una societa’ androcentrica, queste diciamo sono fattori che contribuiscono alla violenza sulle donne, perche’ questa appunto e’ violenza simbolica che danneggia le donne ma anche gli uomini rendendoli incapaci di dialogare con le donne e di vederle come pari.

Se poi mettiamo il fatto che le vittime non vengono mai tutelate dalla legge, che quasi mai hanno giustizia,perche’ ti trovi l’assassino ancora con le chiavi di casa anziche’ in galera, se ti scontri con l’omerta’ di un Paese che non vorrebbe mai mettere in discussione la famiglia italiana, dipinta sempre cone perfetta, dove il male per loro verrebbe sempre da fuori e possibilmente appartenentenad altre culture, il gioco anche qui e’ fatto.

Quanto costa prendere in considerazione che questo fenomeno e’ in aumento come hanno fatto gli altri Paesi che stanno correndo a ripari? Mi chiedo se il nostro Governo abbia mai provato a contare le donne morte per rendersi conto di quale portata colossale sia questo fenomeno in Italia, per non dire se le abbiano mai avute sulla coscenza.

E ancora oggi siamo ancora qui inermi davanti all’ennesima vita di donna stroncata e davanti al silenzio di un Paese che non solo tace ma poi dall’altro canto si parla di genocidio o omicidio solo quando l’ennesima donna si reca all’ospedale per abortire, facendo ogni sorta di sforzo volto ad ostacolare un diritto perche’ agli occhi dello stato e’ assassina in ogni caso, mentre non si spreca una parola contro chi fa a pezzi le donne, anzi vengono perfino giustificati: “sara’ la gelosia”, “la crisi”, “la depressione” , “lei era rompipalle”, “lui l’ha uccisa perche’ l’amava troppo” eccetera a me viene da pensare che in Italia valiamo meno di feti.

Possibile che siamo cosi’ invisibili? Alla fine, vedete, non e’ necessario un burqa per nasconderci, non e’ necessaria l’infibulazione per privarci del piacere, basta nascere donne per essere invisibili quasi completamente e una lunga propaganda fatta di “miti”, stereotipi e canoni che ci accompagnano nella nostra formazione per annullarci, questo e’ l’occidente che tanto si vanta di pari opportunita’. Ci sono tante forme di violenza simbolica, ma sono tutte facce opposte della stessa medaglia. Ne usciremo da questo circolo vizioso?

Mary

Per saperne di più Leggi l’intervista a Vincenzo Puppo sull’inesistenza del Punto G: QUI



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