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Le donne schiave degli uomini sono una “necessità”.

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Durante la seconda guerra mondiale, migliaia di giovani donne provenienti soprattutto dalla Corea e dalla Cina sono state rapite, comprate, ridotte in schiavitù, stuprate, seviziate e picchiate dall’esercito giapponese. Venivano chiamate in vari modi, ma il più comune è “Donne di conforto” (conforto, ovviamente, ai soldati giapponesi che usavano del loro corpo).

Ahimé, gli stupri e la prostituzione sono praticamente connaturati ai conflitti bellici, sia come arma di punizione e di conquista (stupri etnici), sia come strumento di controllo e di umiliazione, sia come, appunto,”conforto” agli uomini impegnati al fronte (donne come oggetto di divertimento, strumenti funzionali nelle mani degli uomini).

Il popolo giapponese è stato per lungo tempo tenuto nell’ignoranza dei gravissimi crimini commessi nei confronti delle donne cinesi e coreane comprate e violentate dall’esercito, anche perché nei libri di testo adottati nel paese, parlando del secondo conflitto mondiale e raccontando delle “Donne di conforto”, esse venivano descritte come “Donne consenzienti e retribuite, che alla fine della guerra poterono tornare a casa con un bel gruzzolo” (Fonte: qui.)

Nonostante siano sempre più numerose le voci a sostegno di chi chiede giustizia per le donne, il Governo giapponese rimane sordo e non interviene e in questi giorni leggiamo la notizia che  Toru Hashimoto, sindaco di Osaka, minimizza il crimine di guerra, dicendo che le donne costrette alla schiavitu’ sessuale dai soldati nipponici durante la Seconda guerra mondiale (soprattutto cinesi e coreane) erano fattore ”necessario per ottenere la disciplina” delle truppe del Giappone.

China slams Osaka mayor's defence of wartime 'comfort women'

Immediate le proteste di Cina e Corea.

Riporto un brano di Eve Ensler, scritto proprio per le “Donne di Conforto” che non vogliono alcun risarcimento monetario, se non accompagnato dal riconoscimento di colpa da parte del Governo giapponese e dalle sue scuse ufficiali.

“Ditelo” (Alle “Donne di conforto”) E. Ensler.

Le nostre storie esistono solo dentro le nostre teste
Dentro i nostri corpi devastati
Dentro un tempo e uno spazio di guerra
E il vuoto
Non c’è nessuna traccia sulla carta
Niente di ufficiale sui libri
Solo la coscienza
Solo questo
Cosa ci hanno promesso:
Che avrei salvato mio padre se fossi andata con loro
Che avrei trovato un lavoro
Che avrei servito il mio paese
Che mi avrebbero ucciso se non ci fossi andata
Che era meglio lì
Cosa abbiamo trovato:
Niente montagne
Niente alberi
Niente acqua
Sabbia gialla
Un deserto
Un deposito pieno di lacrime
Migliaia di ragazze preoccupate
La mia treccia tagliata contro la mia volontà
Neanche il tempo di mettersi le mutande
Cosa eravamo costrette a fare:
Cambiare nome
Indossare un vestito intero con
Un solo bottone facile da aprire
Cinquanta soldati giapponesi al giorno
A volte ce n’era una nave intera
Strane cose barbariche
Farlo anche quando abbiamo le mestruazioni
Farlo da giovanissime prima di cominciare ad averle
Erano così tanti
Certi non si spogliavano neanche
Tiravano fuori il pene e basta
Tanti di quegli uomini che non riuscivo a camminare
Non riuscivo ad allungare le gambe
Non riuscivo a piegarmi
Non riuscivo
Cosa ci hanno fatto mille volte:
Insultato
Sculacciato
Stortato
Fatto sanguinare dentro e fuori
Sterilizzato
Drogato
Preso a schiaffi
Preso a pugni
Cosa abbiamo visto:
Una ragazza bere prodotti chimici in bagno
Una ragazza uccisa da una bomba
Una ragazza picchiata selvaggiamente con un fucile
Una ragazza lanciarsi a testa bassa contro un muro
Il corpo denutrito di una ragazza scaraventato in un fiume
Ad affogare
Cosa non ci lasciavano fare:
Lavarci
Andare in giro
Andare dal dottore
Usare il preservativo
Scappare
Tenere il mio bambino
Chiedergli di smettere
Cosa abbiamo avuto:
Sifilide
Gonorrea
Bambini nati morti
Tubercolosi
Malattie di cuore
Esaurimenti nervosi
Ipocondria
Cosa ci davano da mangiare:
Riso
Zuppa di miso
Rape sottaceto
Riso
Zuppa di miso
Rape sottaceto
Riso riso riso
Cosa siamo diventate:
Rovinate
Strumenti
Sterili
Buchi
Sanguinolente
Carne
Esiliate
Mute
Sole
Cosa ci è rimasto:
Un padre sconvolto che non si è più ripreso
Ed è morto
Niente stipendio
Cicatrici
Odio per gli uomini
Niente figli
Niente casa
Uno spazio dove un tempo c’era un utero
Alcol
Fumo
Senso di colpa
Vergogna
Come ci hanno chiamato:
Ianfu, Donne di conforto
Shugyofu, Donne di malaffare
Cosa abbiamo provato:
Mi trema ancora il petto
Cosa hanno preso:
La primavera
La mia vita
Cosa siamo:
74
79
84
93
Cieche
Lente
Pronte
Fuori dall’Ambasciata giapponese ogni mercoledì
Non più impaurite
Cosa vogliamo:
Ora presto
Prima che ce ne andiamo
E che le nostre storie lascino questo mondo,
Lascino le nostre teste
Che il governo giapponese
Lo dica
Per favore
Ci dispiace, Donne di conforto
Ditelo a me
Ci dispiace a me
Ci dispiace a me
A me
A me
A me
Ditelo.
Dite ci dispiace
Dite ci dispiace
Ditemi
Guardatemi
Ditemi
Ci dispiace.

(Fonte: qui)



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