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Le nuove generazioni bevono molto

Da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Le nuove generazioni bevono moltoBevono sempre di più, sempre più giovani e le leggi servono a poco. Questo è l’allarmante messaggio diffuso nel  settimanale quotidiano dedicato agli approfondimenti e alle notizie di attualità,Costume e società della seconda rete Rai.

Gli adolescenti consumano molto, forse troppo, alcool.  Questo è un dato ormai assodato, di cui si sente parlare spesso. Il guaio è che la fascia di età continua a diventare sempre più bassa: sotto la famosa soglia teen. Sono a rischio i bambini sopra gli 11 anni. Più son piccoli e più han voglia di diventare grandi ma, undici anni vuol dire scuola elementare. Ci sarebbe da chiedersi come riescano a entrare in contatto con l’alcol bambini così piccoli, ma il dato più allarmante è che l’alcol è la prima causa di morte di questa età, tra risse, comportamenti violenti contro se stessi e contro le altre persone, incidenti stradali per eccesso di vel

Le nuove generazioni bevono molto
ocità, si è vivi per miracolo. Non basta a questo va aggiunto che il consumo di alcool in età giovanile è estremamente rischioso per la salute, perchè l’etanolo, non potendo essere trasformato in sostanze maggiormente tollerabili per il corpo, diventerebbe un’arma micidiale che attacca tutto il corpo  e in particolare fegato e cervello.  Il consumo e soprattutto l’abuso dell’alcool creerebbe tra i giovani in crescita dei terribili  danni permanenti al cervello  e in misura maggiore alla zona denominata ippocampo, parte coinvolta in funzioni quali la memoria a lungo termine e la coordinazione spaziale. Il danno complessivo prodotto dagli alcolici batte quello di crack ed eroina e di conseguenza richiederebbe strategie coraggiose sul fronte della società che sembra non accorgersi della ricaduta di questo autentico carcinoma pubblico.

Preoccupano in particolare le preadolescenti. Tra le 11-15enni si registra una media di consumatrici  tripla rispetto a quella delle donne adulte. Per capirci, le bambine bevono molto più delle loro madri. Va precisato che ci  sono delle distinzioni di genere e di età: tra i piccolini bevono di più i maschietti delle femminucce, mentre verso i 16 anni la cattiva abitudine diventa simile in entrambi i sessi.

A questo punto non va considerata come una devianza ma una piaga sociale, una vera malattia di cui i nostri giovani sono a rischio abuso. Questi episodi possono essere descritti come tendenza compulsiva a consumare alcool con lo specifico obiettivo di ubriacarsi. Non ci si diverte senza alcool, omologati dallo stereotipo del vivere sopra le righe per sentirsi disinibiti si ricorre alla birra o ai superalcoolici. Rientrano all’inte

Le nuove generazioni bevono molto
rno di questa situazione problematica comportamenti quali il bere velocemente una gran quantità di alcol, concentrare il consumo di alcool in un’unica occasione (in genere durante il week-end) e bere fino a stare male. Il Binge Drinking, ossia il bere fino ad ubriacarsi è segno di un disagio giovanile molto profondo, conduce spesso il giovane ad intraprendere il tunnel dell’alcolismo e allo sviluppo di tutte le patologie da consumo di alcool. Il problema è la quantità, non essendoci freno morale, c’è chi beve per dimenticare, per brindare, per sostenere l’humor, per trovare una “connessione” con gli altri, per essere trend o per essere rock. Gruppi di giovani che affollano, in tribù, soprattutto i centri storici delle città e consumano alcol a tutto spiano, lasciando bicchieri e bottiglie sotto i portici e sulle occasionali panchine dei parchi. I giovanissimi per non essere da meno di quelli con qualche anno più di loro rincarano le dosi e già nelle prime ore della sera sono barcollanti mentre intraprendono scorribande con scooter che li porteranno verso i locali notturni.

Per qualche ora di sballo si fa proprio di tutto. Si rubano gli alcolici o si ruba il denaro per comprarli. La cultura del bere è diffusa. Lo scopo è quello di ubriacarsi, di perdere i freni inibitori e di provare quell’illusoria sensazione di onnipotenza che sembrano dare soprattutto i cocktail di alcolici e gli energy drink. In conclusione il  punto cruciale è questo: uniformarsi alla massa per dimostrare qualcosa o meglio, per essere qualcosa.

Dunque la gioventù italiana, sempre più precoce riguardo ai vizi, è composta da una man

Le nuove generazioni bevono molto
ica di sciocchi, pargoli lanciati nel mondo senza un briciolo di valori, che si  rincoglioniscono a tal punto da non sapere chi sono, tornano a casa alle 6 senza nemmeno la certezza di avere ancora la testa attaccata al collo, per poi risvegliarsi il pomeriggio con la bocca impastata, la gola in fiamme, una sete che ti porta via, gli occhi rossi, mal di testa, mal di stomaco e una sensazione diffusa tipo “autotreno passato sopra almeno tre volte” e forse nessun ricordo della sera precedente… e allora, qualcuno mi dica dov’è il ” divertimento” in questa disfatta umana?



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