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Le roi nu au temps du Wikileaks (est dégoûtant)

Creato il 30 novembre 2010 da Indian

Lezioni condivise 47 – Modelli del Guillaume d’Angleterre

Torniamo al romanzo medievale Guillaume d’Angleterre, da alcuni attribuito a Chrétien de Troyes, chierico della Champagne, questione che tutt’oggi appassiona diversi filologi, mentre altri la escludono nel modo più assoluto, ritenendo il romanzo difforme dalla restante opera del Chretien di Lancelot e Perceval.

Il nostro romanzo ha per modello privilegiato il racconto agiografico della leggenda di S. Eustachio, ma sviluppi differenti, come nel caso della caccia al cervo, che in Sant’Eustachio rappresenta il Cristo, il martirio e la provvidenziale conversione iniziale del protagonista, mentre in Guillaume, è il Re che interviene per recuperare al ruolo regale i figli. Il cervo media tra gli uomini e la vita ultraterrena, nel romanzo è il tramite per il reinserimento nella vita sociale.

La caccia riveste un senso erotico e il corno un simbolismo sessuale connesso con il desiderio del re di ritrovare la regina e riassumere il proprio ruolo e questo ritrovamento (il desiderio sessuale) avviene mentre compra il grano, qui ritrova la regina e il corno.

Altro topoi affrontato dal libro è quello di Erec e Enide, modello medievale di restaurazione del potere reale che riprende anche la simbologia del corno da caccia.

Altri contributi al romanzo sono portati da molte altre fonti, il romanzo antico (Apollonio di Tiro, il Roman de Tebe, Roman d’Eneas) il lai bretone (il Lai di Marie de France) nei tardi romanzi arturiani (la continuazione del primo Conte del Graal).

La particolarità del romanzo ascetico e d’amore, è in effetti il suo lieto fine, rispetto a quelli ispiratori.

Una variante sul tema della separazione e ricongiungimento si trova nel romanzo di Floire et Blancheflor, in cui Floire, figlio del “re” dei Saraceni di Spagna, e Blancheflor, figlia di un cristiano schiavo di nobile nascita, venduti schiavi. Lui la ritrova nell’harem del sultano, e i due si ricongiungono, nascondendosi lui in un cesto di fiori. Lo stesso avviene in Alcassino et Nicolette, che è un chantefable  Qui al contrario, Nicolette, una schiava saracena convertita al cristianesimo, che dimostra di essere la figlia del re di Cartagine, si traveste da menestrello, al fine di tornare da Alcassino, figlio del conte Gavin Beaucaire.

L’Escoufle di Jean Renaut utilizza il tema di amanti che, accidentalmente separatisi durante la fuga insieme dalla corte dell’imperatore, sono finalmente riuniti; il Guillaume de Palerne unisce il tema di sfuggire amanti con quella degli “animali grati” che li asistono (un lupo mannaro riprende la forma umana come figlio di un re).

Il popolare Partenopeus de Blois, che somiglia alla storia di Amore e Psiche di Apuleio.

Nei primi anni del XIII secolo Galeran de Bretagne. Galeran ama Fresne, un trovatello cresciuto in un convento, la corrispondenza tra i due viene scoperta, e Fresne viene mandato via, ma Galeran riappare giusto in tempo per impedirgli di sposare la sua gemella sorella, Fleurie.

Il tema del cavaliere che si impegna in avventure di dimostrare alla sua donna che egli è degno del suo amore è rappresentato da una serie di romanzi tra cui il Ipomedon (1174-1190) di Hue de Rotelande e l’anonimo metà del XIII secolo anglo-normanno Gui de Warewic. Il topoi dell’”eroina perseguitata” detto anche “tema Imogen” dal suo uso in Cymbeline di Shakespeare. Altri romanzi da segnalare sono Guillaume de Dole di Jean Renart, il Roman de Violette, scritto dopo 1225 da Gerbert de Montreuil. Philippe de Beaumanoir de La Manekine (c. 1270), Jean Maillart La Contesse d’Anjou (1361), e l’Uomo di Chaucer (dopo 1387), tutti trattano il tema delle tribolazioni di una moglie accusata falsamente e bandita, ma, dopo molte avventure, riunita con il marito.

I manoscritti che tramandano Guglielmo d’Inghilterra sono due: P (Parigi) e C (Cambridge), esiste inoltre una redazione rimaneggiata in spagnolo E (come Escorial) che collima più con P che con C.

I due manoscritti divergono per essere il manoscritto C tendente al poema religioso, mentre il manoscritto P è più didattico.

Si ha notizia di altre tradizioni di questa storia in altri testi con notizie diverse dai testi tramandati.

Ad oggi ci sono quattro edizioni critiche di Guglielmo D’Inghilterra: 1840, basato sul manoscritto P, ed. Michel, 1899, manoscritto C e parzialmente P, ed. Föester; 1927, basato sul manoscritto P, ed. Wilmotte, 1988, che riprende l’edizione Föester, ma tiene conto della discussione filologica di oltre un secolo, ed. Holden (che rifiuta in modo tassativo l’attribuzione a Chretien de Troyes)  …segue…

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