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Lettera a colei che si ritiene regina e che mai lutto vedrà (Ap. 18,7)

Da Gio65 @giovanniparigi

Forse qualcuno che si è imbattuto nei miei post e li ha letti, si sarà chiesto perché non li ho proposti a qualche rivista specializzata o al mondo accademico. Già fatto e la risposta, quando c’è stata, è sempre stata la solita: tutto sbagliato, tutto infondato, niente di scientifico o di storico. Il fatto che i miei conti, a differenza dei loro, tornino è passato completamente inosservato. Nessuno ha detto:” Strani, ma interessanti”. No, niente di tutto questo, l’interesse continuano a suscitarli i conti che non portano a niente o completamente sballati. Ad esempio è interessante e pubblicabile la spiegazione che i rabbini danno di Ez. 4,4 (i 190 anni che il profeta dovrà stare su un fianco per indicare gli anni di espiazione d’Israele) che non solo riporta il numero di anni sbagliato (390), ma ci mette di fronte a due scelte entrambe sbagliate, perché delle due l’una, o immaginiamo un assedio di 390 anni (essi hanno infatti spiegato la cifra 390 come i giorni dell’assedio) o ignoriamo completamente Ez. 4,6 in cui si scrive espressamente che ogni giorno in cui il profeta sta su un fianco equivale a un anno.

Del resto l’esegesi cattolica non fa di meglio. Essa ogniqualvolta è di fronte a una precisa notazione cronologica si rifugia ora nel simbolismo della cifra, ora in un lamento circa l’impossibilità di far quadrare i conti. Talvolta fa addirittura di meglio e conteggia nel 38 d.C. l’anno del battesimo di Cristo, cioè 5 anni dopo la sua morte e resurrezione!

Potrei allungare questa lista, ma sono sufficienti questi due esempi per sottolineare cosa riceve ospitalità nel mondo accademico ed esegetico. Tutto quanto è sbagliato e arbitrario è come minimo interessante e pubblicabile; quanto è corretto e dimostrabile riceve l’ostracismo (a proposito: sono arrivati a dire che Temistocle, considerato un genio anche dai suoi detrattori e avversari politici, non sapesse a chi stava scrivendo quando nel 471 a.C. riceve l’ostracismo e. chiede asilo politico ad Artaserse, perché ritengono assodato che l’anno di ascesa al trono di quel re sia il 465 a.C: come dire che siccome è stata stabilita questa data ,Temistocle scriveva lettere a casaccio!).

Questo modo di pensare è giustificabile negli studiosi laici, non negli esegeti, perché la logica che sottende al ragionamento è che la Bibbia sia un libro cronologicamente confuso e completamente inattendibile. I profeti quali Daniele ed Ezechiele  dunque non sono più tali perché le loro profezie essendo basate su precisi conti sono , al pari della cronologia biblica, sballate. E’ evidente però che questo non lo si può dire ai fedeli, non si può dire cioè che Daniele era solo visionario, anche se lo si pensa, ma si addolcisce o, peggio ancora, si maschera la malafede e il falso ideologico, parlando di simbolismo dei numeri, della maggior importanza del messaggio rispetto al calcolo, dimenticando che un profeta non è un semplice chiacchierone come certi esegeti, ma colui che per ispirazione e parlando in nome di Dio è capace di descrivere gli eventi futuri, come Daniele le cui profezie non sono proiettate in un vago futuro, ma cronologicamente precise.

L’idea di fondo che alimenta questa congerie di assurdi cronologici e esegetici è che la Bibbia sia non ha nessuna valenza storica e profetica, ecco perché trovano albergo tutte le ipotesi dimostrano ciò. Esse sono certamente storiche e scientifiche, mentre le altre, quale la mia che conti alla mano dimostra il contrario, non vengono prese neppure in considerazione e si devono accontentare di una stalla, un blog. Personalmente non ritengo che questo avvenga in buona fede: tu, Benedetto XVI, hai parlato di dittatura del relativismo, hai parlato cioè di un mondo dominato e dilaniato da tante piccole verità che impongono il caos e riducono il divino in un angolo, quando non lo negano. Io invece ti parlo di Babilonia e le sue divinità tutte di pari grado e dignità e delle quali sei sacerdote perché i tuoi pastori contribuiscono in prima persona al loro culto, rifiutando qualsiasi ipotesi che dimostri che il Cristo è tale e che la Verità esiste ed è una. Non avete più giustificazioni: il mio lavoro, con i suoi limiti, dimostra che è possibile far quadrare tutti i conti, che gli Ebrei aspettavano il Messia perché era stato tutto profetizzato e calcolato da Daniele. Non m’importa niente se i tuoi giudicano il mio lavoro come non storico, perché infatti è biblico, sì biblico, aggettivo di cui voi vi vergognate anche se è grazie alla Bibbia che vi nutrite e vi vestite lussuosamente.  

Falsi pastori, sacerdoti di Babilonia, verrà un giorno che dovrete render conto di tutto questo!   


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