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Lettere a Primo Levi: La bestia e la bella

Da Leragazze

Lettere a Primo Levi: La bestia e la bellaCaro Primo,

finalmente un altro po' di fantascienza. Genere letterario che leggi sia nelle versioni più popolari (Farmer) sia in quelle più cosiddette colte (Borges). Ma, da bravo chimico, ti chiedi se determinati "composti" possano "legarsi" tra loro o no. L'occasione è il compito di giuria che ti è stato affidato in merito a una serie di temi scritti da bambini su come "Inventare un animale". E noti subito:

Inventare dal nulla un animale che possa esistere (intendo dire che possa esistere fisiologicamente, crescere, nutrirsi, resistere all'ambiente e ai predatori, riprodursi) è un compito pressoché impossibile. [...] Tutti gli animali inventati dalla mitologia, in tutti i paesi ed in tutte le epoche, sono dei pots pourris, rapsodie di tratti e membra di animali noti. [...] Si direbbe insomma che la fantasia umana, anche quando non si trova davanti a problemi di verosimiglianza e di stabilità biologica, esiti ad intraprendere vie nuove e preferisca ricombinare elementi costruttivi già noti.

Come esempio concreto porti quello del centauro, che non potrebbe mai sopravvivere. Eppure tu stesso hai provato a immaginare una storia "realistica", con tragico finale, su cosa potrebbe succedere a una simile creatura che si trovasse a convivere nella società umana; titolo, non a caso, Quaestio de centauris.

Chissà se ti sarebbero piaciuti i racconti di Howard P. Lovecraft. Non tanto per quanto riguarda l'entità aliena Cthulhu o gli invasori dal pianeta Yuggoth, che sostanzialmente sono dei "pots pourris", quanto i racconti in cui l'orrore extraterrestre non viene quasi descritto: è presente, attivo, micidiale, ma non raffigurabile in base alla biologia terrestre.

Oppure l'affascinante libro del divulgatore scientifico Douglas Dixon, Animali dopo l'uomo, in cui si immagina che l'umanità scompaia in seguito a una catastrofe, e che le specie sopravvissute si modifichino andando a occupare le nicchie lasciate scoperte dagli animali estinti. Creature che oggi non esistono, ma inventate sulla base delle leggi dell'evoluzione; per cui, tra 50 milioni di anni, potrebbero forse esistere, nutrirsi, crescere, difendersi, riprodursi.

Ma tu, come grande scrittore di fantascienza, hai scelto un'altra strada. Ogni tanto, sì, ti sei divertito a immaginare specie alternative, come i simpatici atoúla e nacunu nel racconto I figli del vento, o l'inquietante Vilmy. Tuttavia i tuoi racconti più belli, più densi, più duri, partono proprio dall'idea che i "mostri" derivino da deformazioni dell'essere umano. L'esperienza del nazismo ti ha suggerito una storia dal sontuoso titolo dantesco ma dai contenuti raccapriccianti: Angelica farfalla, in cui si tenta l'esperimento di tramutare gli uomini in angeli, e si ottengono spaventosi avvoltoi antropomorfi. In Disfilassi, l'improvvisa capacità di ogni DNA di combinarsi con ogni DNA provoca la nascita di personalità grottesche o alternative. Ma poi, in una delle tue ultime opere, La grande mutazione, la gente comincia a mettere le ali. E c'è chi impara a volare, e chi, ottusamente, preferisce rinunciare a quel dono.

Insegnaci a volare.

Tuo d


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