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Libia. Alla Francia gli onori, all’Italia gli oneri. Sarkozy respinge gli immigrati e tratta il futuro libico con USA e GB

Creato il 30 marzo 2011 da Iljester

Libia. Alla Francia gli onori, all’Italia gli oneri. Sarkozy respinge gli immigrati e tratta il futuro libico con USA e GBL’Italia ha il comando delle operazioni marittime nell’operazione anti-Gheddafi, ma a me pare il classico e misero «contentino», davanti all’idea che le decisioni… le vere decisioni sul destino della Libia vengano prese nei salottini riservati da Francia, Gran Bretagna e USA, senza che l’Italia venga ammessa e forse persino informata. Mettiti in fila, pare dica il trio Obama-Sarkozy-Cameron, che prima di te dobbiamo informare altri, come la Turchia, la Germania o la Cina, o la Russia.
Beh, una cosa è certa, davanti a questa verità, la crisi libica ha finalmente scoperto le carte. Più di una per vero. La prima è questa: l’Europa non esiste sul piano politico. È un fantasma che dimostra di pesare meno di una piuma negli scenari internazionali. È solo capace di stabilire le caratteristiche che deve avere una banana per essere venduta al pubblico, o quanto cioccolato deve avere la nutella per essere considerata nutella e non semplice crema di nocciola. Ma davanti ai veri problemi del mondo, non conta un cazzo, per essere immediati, diretti e persino (in questo caso) piacevolmente volgari. Non conta, e ha lasciato sola l’Italia ad arrangiarsi con gli immigrati clandestini e i profughi che arrivano dal nord Africa. Non conta, perché Sarkozy può permettersi oggi il lusso di decidere una guerra e di respingere i disperati alla frontiera francese, perché tanto a Bruxelles a chi volete interessi?
La seconda verità, riguarda più immediatamente l’atteggiamento del nostro paese. Diciamo poco incisivo. Certo, sicuramente con la sinistra al Governo, saremmo sicuramente restati a guardare, e probabilmente neanche il comando della NATO avremmo ottenuto. Però è chiaro che quello che abbiamo avuto oggi non è e non può essere considerato sufficiente. L’Italia deve pretendere di entrare nei giochi. Deve dire a Sarkozy: hai voluto la guerra? Mo’ prenditi anche la tua parte di oneri e di immigrati. Altrimenti chiudiamo le basi, imponiamo il controllo aereo della nostro territorio, e magari offriamo a Gheddafi e alla sua famiglia un salvacondotto. Eh? Non credete che davanti a questa «minaccia», Sarkozy, Obama (nobel per la pace, sigh!), e Cameron non farebbero un dannato passo indietro?
Ma il nostro paese è fatto così. È pronto ad accollarsi l’esodo biblico dei profughi e dei clandestini (addirittura vi è pure qualcuno che propone di dare a tutti loro il permesso di soggiorno), ma rimane indietro nelle riunioni internazionali che contano: quelle dove si decidono i destini del paese in crisi. A sinistra direbbero che la colpa è della pessima opinione che sul piano internazionale hanno le altre nazioni di Berlusconi. Noi di destra invece siamo più realisti e meno ideologici: la colpa è della politica italiana in sé. Dei meccanismi istituzionali che generano Governi deboli, ostaggi di Parlamenti volubili e minoranze opportuniste, capaci di boicottare l’interesse nazionale per fini di lotta politica interna. Per dirla in altre parole, soprattutto a sinistra si arriverebbe persino a sostenere e difendere Sarkozy e la Francia se questo potrebbe essere utile per demolire il Governo italiano. Ma d’altra parte, è proprio in questi momenti che si vede quanto siamo nazione e non solo Stato. Non a caso, diversamente da Francia, Gran Bretagna e USA – che sono prima Nazioni e poi Stati – l’Italia è prima Stato e poi un collage di nazioni provincialotte e partitocratiche. Non lamentiamoci dunque se poi nella comunità internazionale ci calpestano i piedi e ci tirano i calci in mezzo alle gambe…


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