Magazine Cultura

Libri a 99 centesimi? Sì, li compro e li difendo

Creato il 06 aprile 2013 da Nicola Nicodemo
Evidentemente il successo della nuova collana Newton Compton, che porta in libreria libri (cartacei) a 99 centesimi, non sta bene a editori e scrittori italiani. L'idrolatrata editoria tradizionale (e conservatrice) poco si adatta alle novità e preferisce nascondersi dietro un codice morale mai scritto che preservi alcune logiche di mercato ormai obsolete. Sul web sono nate non poche discussioni. La mia idea è chiara. Io compro e difendo i "live" a 99 centesimi. E qui intendo smentire alcune cose.

Libri a 99 centesimi? Sì, li compro e li difendo

Photo credit: http://www.lindipendenza.com/srl-sviluppo-bufala/

Molto quotato è l'articolo di Luca Bianchini, pubblicato lo scorso 3 aprile sul suo blog su Vanity Fair. Si intitola "Perché non comprerò i libri a 0.99" e parla essenzialmente di come la nuova strategia marketing della Newton Compton non sia vantaggiosa per i lettori, né per gli editori, tantomeno per gli scrittori.

Prendo spunto dalle sue provocazioni per rispondere, in questa sede, ad alcune affermazioni che non credo siano del tutto esatte, o - quantomeno - non necessariamente condivisibili.

*Le citazioni riportate di seguito sono tratte dall'articolo di Luca Bianchini "Perché non comprerò i libri a 0.99"

Gli italiani non leggono

*Gli italiani, i pochi libri che comprano, li prendono ancora su carta. Peccato però che un italiano su 2 non legga nemmeno un libro all’anno, e sono davvero pochi quelli che ne leggono più di uno.

Affermazione condivisibile. Le statistiche ci dicono che circa il 50% degli italiani leggono almeno un libro all'anno (ancor meno i lettori abituali o assidui). Resta da capire qual è il problema. Per quel che mi riguarda in Italia manca l'educazione alla lettura. Nelle scuole si fa davvero poco, gli stimoli esterni e familiari portano tutt'altro che ai libri. Il fatto è che la passione per la lettura non sempre (di rado) nasce spontaneamente. Deve essere educata.

I libri costano (troppo)

*Uno dei veri problemi dei libri è che vengono percepiti troppo cari: nessuno protesta per una pizza a 9 euro, ma 16 euro per un romanzo… sono una follia! 

Dire che i libri costano troppo è blasfemia. Se sei uno scrittore o un editore non puoi dire che i libri costano troppo. Ma io, che sono un tipo blasfemo, lo dico: i libri costano (troppo). Non possiamo nasconderci. Se parliamo di prezzo, in un caso o nell'altro, stiamo mercificando la cultura e la letteratura. Che senso ha parlare di etica? Che il libro costi 16€, 9.90€ o 4€, abbiamo dato un valore economico a una proprietà puramente intellettuale.  È giusto, l'opera di ingegno deve essere riconosciuta e il lavoro che c'è dietro va ripagato. Su questo non c'è dubbio. E ovviamente scrittori e editori tirano acqua al proprio mulino, vorrebbero guadagnarci di più. È normale, ma consideriamo il punto di vista del lettore. Dal punto di vista del lettore non è questione di soldi. È questione di possibilità, di crescita, di apprendimento. Per lui un libro è questo. E a ciascun lettore, che è destinatario primo del libro, deve essere garantito l'accesso al libro. Con 16 euro un lettore può comprare 1 libro da 16 euro o 2 libri da 8 euro. A parità di qualità e di contenuto, il lettore preferisce comprare 2 libri da 8 euro perché impara di più, conosce di più. È naturale e legittimo. 
Non so voi, ma io quando vado in libreria i conti in tasca me li faccio. Le obiezioni che si pongono sono due.

Prezzo basso è sinonimo di poca qualità

Posso assicurarvi che ci sono libri venduti a 16 euro di qualità pessima. E poi sfido chiunque a contestare la qualità dei testi proposti nella collana di Newton Compton. Nel mondo dell'editoria digitale (soprattutto all'estero) e del selfpublishing ci sono titoli validi a prezzi davvero modesti. Usciamo dall'ottica di prezzo basso = bassa qualità, e entriamo nell'ottica di condivisione più ampia delle conoscenze.

Il libro non può costare così poco

Se un ebook costa 0,99€ va bene. Se un libro (indicativamente con lo stesso numero di pagine, non stiamo parlando di testi lunghi) costa 0,99€ non sta bene. Sembra ci sia una sorta di venerazione dell'oggetto-libro in quanto tale, reale, tangibile. Qualcosa che non riusciamo a toccare può anche costare 99 centesimi. Qualcosa che riusciamo a toccare non può.
*Tutto ciò solo per dirvi che dietro un libro da 15 euro non c’è solo l’estro di un autore, ma anche il lavoro di una redazione attenta, di un ufficio grafico, di un ufficio stampa… molte persone, insomma, più appassionate che retribuite
Alla fine il contenuto è lo stesso. Il lavoro che c'è dietro (scrittore, redazione, grafico) è lo stesso. Perché un ebook può costare 99 centesimi e un libro no? È la carta, il supporto, la discriminante?

I libri a 99 centesimi ruberanno il posto degli scrittori esordienti

*E per dirla concretamente: i libri a 0.99 ruberanno posto non solo ai miei romanzi, ma anche a quelli di altri autori che magari hanno belle storie da raccontare e che troveranno inevitabilmente meno spazio espositivo in libreria. 

Affermazione altrettanto legittima. I libri a 99 centesimi, messi in bella mostra, prendono  il posto che potrebbe eventualmente essere assegnato a scrittori esordienti, che necessitano visibilità. Ma siamo sicuri che è così?  Siamo sicuri che il libro a 99 cent prende il posto dello scrittore esordiente? Sappiamo bene tutti che le librerie espongono in bella mostra (in vetrina o alla cassa) libri già ampiamente promossi o in vetta alle classifiche, che certo non temono questa concorrenza. Per gli esordienti non c'è mai stato spazio in libreria, questo succedeva prima e succede ora.  E poi, diciamolo, il lettore non rinuncia al libro del suo scrittore preferito, per quello da 99 centesimi. Al massimo compra entrambi.

Il lettore compra la versione a 99 cent e non quella a 9,90€

Ho letto, da una fonte diversa dall'articolo di Luca Bianchini, che gli editori avrebbero paura che i lettori comprino la versione "economica" del testo, piuttosto che la versione a prezzo pieno degli altri editori. E in effetti, perché un lettore dovrebbe scegliere di pagare 9 euro un testo disponibile, in versione integrale, a 99 cent? 
Quello che mi chiedo io è, ma "Le notti bianche" di Dostoevskij, "Il sogno e la sua interpretazione" di Freud, o i "Racconti del terrore" di Poe, non dovrebbero essere un patrimonio di tutti, gratuiti ed accessibili per la cultura e la crescita di tutti? Se c'è una cosa che va liberata (più che liberalizzata) è la cultura. E gli ebook ci permettono di farlo. Viva gli ebook!

Il caso inglese

In Inghilterra esiste una collana "Collins Classics" di classici (cartacei) a 0,99£ o 1,99£.  Io stesso ne ho comprati alcuni quando sono stato a Londra. Non mi sembra ne facciano una tragedia. Anzi, è un modo per riscoprire i classici che molte volte vengono snobbati.
Insomma, lettori, davvero crediamo che i libri a 99 centesimi (o gli ebook) siano la minaccia  ad un sistema editoriale (come quello italiano) già in profonda crisi, tutto da riformare? 

Post scriptum

Libri a 99 centesimi? Sì, li compro e li difendoCi tenevo a precisare che questo post non vuole essere una critica contro Luca Bianchini, che non conosco e a cui porto massimo rispetto. Anzi. Sfrutto l'occasione per segnalarvi il suo libro, di recente pubblicazione, Siamo solo amici, edito Mondadori. Potete trovare trama e presentazione sul suo sito. Che dite, si potrebbe sopperire alla mancanza di spazio in libreria, con i blog e il web. Non è molto, ma è un inizio, no?

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :