Magazine Media e Comunicazione

Licenze vietate e addio pubblicità, così Mosca oscura la tv anti-Putin (La Repubblica)

Creato il 12 febbraio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Licenze vietate e addio pubblicità, così Mosca oscura la tv anti-Putin (La Repubblica)I ragazzi di “Ottobre Rosso” sono assediati. Nel piatto edificio in mattoni sulla Moscova che fu la fabbrica del cioccolato più amato dai bambini sovietici, aspettano da un momento all’altro il colpo finale contro le loro pretese di indipendenza e di libertà d’opinione. Dopo anni di equilibrismi tra le tagliole delle nuove leggi anti dissenso, la loro bandiera e la loro voce, Tele Dozhd’ (Tele Pioggia), è ufficialmente entrata nel mirino. Ieri la Duma ha avviato un’inchiesta sulle licenze che hanno consentito a una innocua tv sul web di essere trasmessa via cavo fino a raggiungere un bacino di ascolto di oltre 27 milioni di persone. Da giorni i giudici indagano su un modo per spazzare comunque via dal panorama televisivo una fastidiosa voce contraria con pretesti platealmente esagerati. E, tanto per mostrare fedeltà alla causa, le maggiori compagnie di comunicazione hanno estromesso senza spiegazioni Tele Pioggia dai propri pacchetti riducendo drasticamente gli ascolti e le conseguenti entrate pubblicitarie. «Siamo in una situazione molto critica» — dice, sguardo in terra, Aleksandr Vinokurov, il banchiere caduto in disgrazia che dal 2006 finanzia e gestisce l’unica vera voce di opposizione di Russia.
Tele Dozhd’ era nata quasi per scherzo pochi anni prima nel quartiere del centro di Mosca che circonda l’antica fabbrica Ottobre Rosso. Loft, pub, gallerie d’arte, cinema d’essai, è diventato lentamente il quartiere dei giovani moscoviti medio borghesi. Di cultura post sovietica, benestanti, poliglotti, fanatici del web, e inevitabilmente insofferenti alle leggi che limitano i diritti umani, e alle nuove forme di autoritarismo. Poca ideologia, molta approssimazione ma in ogni caso una grande voglia di libertà. Tra un concerto rock e un servizio sulle nuove tendenze della moda casual, è stata l’unica tv del Paese a dare la cronaca completa e in diretta delle manifestazioni di piazza anti Putin dei mesi scorsi; a dibattere sulla opportunità di vietare la “propaganda gay”; a seguire passo passo processo e detenzione delle Pussy Riot. Messaggi rapidi, linguaggio moderno, qualche ingenuità, e un grande entusiasmo. Migliorato, con il tempo dal mestiere di giornalisti più o meno noti che preferivano lasciare le loro controllatissime redazioni per divertirsi e sentirsi liberi negli studi un po’ naif di Tele Pioggia.
E il successo è arrivato presto. Seguitissima sul web la tv che trasmette dal piccolo fortino di Ottobre Rosso ha cominciato ad essere sempre più fastidiosa per il regime. Molto più, per fare un esempio, di Novaja Gazeta, il giornale di Anna Politkvoskaja assassinata nel 2006. Rispetto alle inchieste e alle denunce “vecchia scuola” di Novaja, i ragazzi di Tele Pioggia offrono un linguaggio più cauto ma anche più immediato che riscuote sempre più consensi. E che preoccupano maggiormente chi comanda.
Il pretesto per scatenare l’attacco è arrivato pochi giorni fa. Al termine di una trasmissione sull’anniversario dell’assedio di Leningrado il conduttore ha lanciato un sondaggio: “Era il caso di resistere ai tedeschi? Non si potevano salvare milioni di vite, arrendendosi?”. Perfetto per le nuove leggi che vietano ogni critica “anche retroattiva” alle forze armate. L’indagine è scattata e qualche deputato chiede addirittura un’incriminazione per “apologia del nazismo”. Ignorando la recente lettera aperta a Putin di 200 tra scrittori e premi Nobel che era ispirata proprio al caso Tele Pioggia. E l’assedio di Ottobre Rosso sembra ormai alle fasi finali. Senza possibilità di trattare una resa.
Nicola Lombardozziper "La Repubblica"

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :