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Lino curci, il sogno, da “gli operai della terra”.

Da Antonio Ragone @AntonioRagone
LINO CURCI, IL SOGNO, DA “GLI OPERAI DELLA TERRA”.Lino Curci  nacque a Napoli nel 1912 e morì a Roma nel 1975. È stato giornalista, scrittore e poeta. Fa parte dei poeti dimenticati del novecento, anzi, nel suo caso, non tanto da rivalutare ma da scoprire, poiché non ci si è mai avvicinati con attenzione alla sua attività di poeta.
A mio avviso, ritengo che Lino Curci sia stato un poeta sociale, avendo scritto del dolore della gente più umile, opponendosi alla spersonalizzazione dei rapporti umani, affinché non venisse mai meno il rispetto della dignità della persona.
“Gli operai della terra”, la sua opera ritenuta la più importante, è una decisa testimonianza di una possibile integrazione fra le due culture, l’umanistica e la scientifica.
Un autentico incontro tra poesia e scienza.

Le sue opere di poesia:

Canti del Sud (1942)
Mi rifarò vivente (1951
L'esule e il regno (1955)
Un fuoco nella notte (1959)
Gli operai della terra (1967)
Con tutto l'uomo (1973)

IL SOGNO
Mi dici che ho sognato,
e non ricordo. Forse
ho sognato la terra
intorno a me come un’isola scura
nel velo d’argento del crepuscolo.
E forse in questo lembo
caldo di lei, raccolto
in questo senso d’uomo,
per tutti i fili che da me si svolgono
ho sognato gli antichi legamenti
della matrice. Non ricordo. E tu,
nella quiete notturna,
vigilando sul mio vivo sonno,
confermi di aver visto
nella lancetta dell’indicatore
uno sbalzo improvviso dei miei battiti:
il valore di un sogno… Tu restavi
nella scia del mio corpo, ed io sentivo
una vasta premura
addormentato fra lontani soli.
Era un altro mistero
In comune con te, resterà l’unico
sconosciuto per sempre. Era una traccia
di vita, più profonda
d’ogni distanza: non potrai seguirmi
in quel nudo silenzio,
il senso della madre e della notte.

Lino Curci
 
(da Gli operai della terra, Rizzoli 1967)

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