Magazine Diario personale

Listography 7- c'è qualquadra che non cosa

Da Doppiogeffer @DoppioGeffer
Allora, ricapitoliamo:
-Ieri è stato S.Valentino e lo so solo perchè i miei contatti single han riempito la bacheca Facebook di commenti anti-innamorati con "renne", "tori","cervi a primavera" e tanto altro mentre io e il mio moroso cucinavamo a più non posso.
-E' metà Febbraio, e manca poco alla fine della sessione invernale.
Come la sto prendendo? Ma di mer****.
Vuoi perchè son un tipo ansioso al punto tale da entrare nel pallone anche quando si tratta di provare un nuovo supermercato, vuoi perchè ogni giorno arrivano sempre meno notizie rassicuranti, vuoi perchè certi dubbi rimangono insiti nella mente ed esco fuori sempre nei momenti opportuni....sì, insomma, vuoi perchè qui manco Milingo ci può, io non vedo l'ora che sia il giorno della mia pensione. Esatto, nemmeno la laurea! La pensione.Ritrovarmi vecchia, con i capelli ormai canuti e la calza contenitiva. Sì, pensionata. Così come lo sono quasi tutti gli insegnanti da me "avuti" durante gli anni "d'oro" delle scuole dell'obbligo. Anzi, a proposito di insegnanti, la Listography di questa settimana parla proprio di loro.
Infatti...

7° Listography: Your Favorite Teachers

che vuol dire "i tuoi insegnanti preferiti".

Ecco, mo' son uccelli senza zucchero perchè a parte due o tre insegnanti, non posso dire che il Temibile Rocco sia uno dei miei professori preferiti, nè che il prof Adone o la prof d'inglese  siano degni eredi del professor Keating.

Per carità, son brave persone, preparate e tutto quello che volete voi, ma io ero una testa calda e loro non riuscivano certo a raffreddarmi, se vogliamo porla sotto quest'aspetto.
Idem, in un certo qual modo, anche per altri insegnanti di cui non ho mai parlato (al massimo posso averne parlato di sfuggita) proprio perchè non sono riusciti a farsi amare nè ai tempi nè adesso.
Alla fin fine, si può amare un'insegnante che pone la propria materia con tedio e strafottenza? Così l'odi anche tu e, una volta approdata all'università, odi pure quel prof che non t'ha dato nemmeno le conoscenze basi per poter affrontare l'argomento.
Ok, sto divagando.
Vi presento dunque gli uniche/ci professoresse/ri di cui ho stima, rispetto, ammirazione e....e discussioni in sospeso.

1) Quella di biologia del liceo:

una donnina alta tre mele o poco più, con una collezione di foulard e borse firmate da far invidia a Carrie. Capello corto e cotonato, pantaloni sempre con la piega al centro, scarpa con il tacchetto...la classica signora di mezza età inoltrata.
A guardarla si poteva pensare che fosse una tipa cordialissima, e alla manissima (superlativo di "alla mano") perchè sorrideva a tutti, compreso il prof di filosofia dell'altra sezione con cui una volta arrivò ai ferri corti brandendo un martello; poi però entrava in aula, salutava con un "buongiorno" con la u chiusa, si sedeva nella sua postazione, osservava i presenti e incominciava a fare dei calcoli trigonometrici per capire chi interrogare. Tradotto, poteva anche succedere una cosa tipo:
<<Oggi è il 15 febbraio, 15+2=17-14=3x20=60 io ho 62 anni quindi c'è una differenza di 2x3=6....6+2+15=21. Interroghiamo il ventunesimo dell'elenco. Poi, 21 scomposto è 2+1...interroghiamo anche il 3°.>>.
Qui, in situazioni simili, entravo in gioco io.
Conscia del fatto che anche la prof guardasse le puntate del Dottor House andate in onda la sera prima, venivo catapultata ai primi posti per poterla intercettare ancora davanti la porta e domandarle:
<<Secondo lei un'unghia incarnita può andare in cancrena, causare una broncopolmonite fulminante, dar vita ad un nuovo batterio e dar il via ad una storia d'amore tra Allison e Robert?>>.
Se quel giorno era nella fase "sì", passavamo l'intera ora parlando di Dottor House. Se era nella fase "nì" se ne parlava per mezz'ora e poi interrogava e se era nella fase "no" interrogava solo me.

Per fortuna con lei non si faceva solo questo ed infatti è stata colei che ci accompagnò a Praga durante l'ultimo anno. Più precisamente, lei, sua figlia, e almeno trenta carte di credito a cui diedero fondo a più non posso.
Ricordo ancora quando rimase imbambolata davanti al negozio Bata sviluppato su 7 piani; ricordo ancora quando le insegnammo la filastrocca del brindisi e la facemmo bere talmente tanto che firmò, su di un pezzo di carta trovato per caso, la promessa di non interrogare NESSUNO nella settimana successiva al rientro.
Ricordo ancora quando le mie compagne si sentirono male per l'acqua non potabile e io dovetti andare in camera della prof, dirle quello che stava succedendo, guardare il suo pigiama leopardato e fregarle il letto matrimoniale perchè stavo morendo di sonno.
Inoltre lei c'era anche quando incontrammo Luca Argentero ad Erice ("Epperò, fossi una trentina di anni più giovane e lui una ventina..." cit.), c'era a centro pista al Duplex, a mangiar fuori, durante le assemblee...c'era. E osservava in silenzio per capire i punti deboli di tutti.
2) Quella di filosofia del liceo:
giustamente a una a cui piace tanto la biologia piace tantissimo la filosofia tant'è d'avere voti alti in entrambe le materie. Oddio, diciamo in tre materie perchè la prof di filosofia era anche la prof di storia.
Conosciuta anch'essa durante il triennio, la prof di filosofia era ed è....strana. Ma strana forte!
Introversa, taciturna, magnetica. Alta su per giù, quattro mele e mezzo o poco più, la si trovava per i corridoi della scuola immersa nei suoi pensieri. Talvolta, non s'accorgeva nemmeno di chi la stesse chiamando o salutando nè, tanto meno, dell'evidente differenza cromatica tra la calza del piede destro e quella del piede sinistro.
Un paio di occhialini legati al collo con l'apposito cordino, una collezione di mocassini da far invidia a Lapo, jeans comodo, golfino dai toni scuri e una pila di libri/articoli di giornale/riviste di storia&filosfia completavano il suo outfit.
Quanti anni le dareste? Sessanta? Settanta? Bene, allora sappiate che quando fu la mia prof aveva al massimo 55 anni.
In pratica era la pischella della classe docenti.
La prof di filosofia però non insegnava; ti faceva filosofeggiare tra una mano passata fra i capelli e uno sguardo perso nell'infinito.
Stava lì, leggendo a voce alta stralci della "Critica della Ragion Pura", del "Simposio" o altro fino a quando, senza alcun preavviso, non si fermava.
Aggrottava la fronte, serrava il labbro, socchiudeva gli occhi ed esprimeva la sua personalissima analisi su quanto letto muovendo l'indice in aria come a disegnar diagrammi che collegassero i suoi pensieri. Oppure, sempre con la stessa espressione, domandava a qualcuno cosa pensasse di quanto descritto.
Nel casso in cui il pensiero altrui non la convinceva tanto, iniziava a dondolare il capo stringendo ancora di più il labbro mentre puntava lo sguardo verso il muro.
"Mmmhhh...sì, ha un suo senso, però...però è troppo Kantiano. E noi stiamo cercando risposte più empiriche..." .
Purtroppo, però, spesso e sovente domandava il parere di chi la lezione non la seguiva. Per questo, ad un certo punto, mi intromettevo con fare saccente (sì, guardandomi dall'esterno si può dire che mi comportavo da secchiona) esprimendo le mie personalissimi considerazioni, citando qualche altro filosofo o qualche cantautore della scuola bolognese
 (sì, cantautori. Oh, con una prof che ti fa vedere la trilogia di Matrix per capire ben bene la divisione tra filosofia antica, medievale e moderna potevi trovare quel non so che di aristotelico anche in Pippo della Disney) fino a quando non m'urlava "tu sei nietzschiana!".
Da qui partivano profondi dibattiti sociopoliticofilosofici tra me, lei, e altri due o tre.
Non contenta di ciò, la prof di filosofia aveva un vizietto; ti trovava con il naso tra le pagine del "Rosso e Nero" di Stendhal? Benissimo, allora il giorno dopo ti portava almeno due o tre articoli a riguardo, tre o quattro saggi inerenti e un intero libro incentrato sull'analisi del pensiero di Sorel.
Lei era anche quella che non interrogava nè propinava odiosi compiti scritti. Già, per lei le interrogazioni avvenivano durante la lezione dove, chiamandoti "Signorina Cognome", ti poneva qualche domanda apparentemente estranea al contesto.
Ed è stata quella che mi presentò i frattali parlando dei Barbapapà.
Ecco qua, tralasciando due prof dell'Università per i quali nutro simpatia e rispetto (che non cito nell'elenco in quanto potrebbe sembrare mero lecchinaggio), queste son state le uniche insegnanti a far breccia nel mio cuore.
I loro modi di insegnamento, il loro ESSERE e la possibilità di poter parlare senza alzare alcun muro tra me-alunna e loro-docenti è stato proverbiale.
Però, debbo rimproverarle riguardo due cosucce.
Prof di biologia? Io lo so che lei è intelligente, che si laureò con il massimo e anche dopo secoli dalla laurea sa a memoria il ciclo riproduttivo del polipo...però, dannazione, poteva farci fare un poco di chimica come si deve!!! Sarà pur vero che la maggioranza della classe si oppose alle equazioni stechiometriche, alle redox e compagnia bella, ma lei era la prof referente di classe, poteva impuntarsi eh...
E per quanto riguarda lei, cara prof di filosofia, direi che sia finalmente giunto il momento di accantonare il solito siparietto che precedono i nostri saluti post diploma.
Insomma, non ne posso più di incominciare un cordiale scambio di "come sta?" con lei che mi domanda
<<Sei ancora a chimica? Non hai ancora deciso di seguire la tua vera strada? Non hai ancora deciso di andare a filosofia?>>.

Prof cara, insomma! Debbo ricordarglielo io che uno dei principi basilari della scienza è stato postulato da un filosofo e che filosofia e scienza son figlie della stessa evoluzione?

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