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Lo sfogo di un romano pentito. Lettera tutta da leggere e da commentare

Creato il 17 maggio 2014 da Romafaschifo
Buongiorno RFS,
sono un romano “pentito”. Uno di quelli che buttava cartacce, uno per cui il divieto di sosta era solo un consiglio. Uno che parcheggiava in doppia fila o sopra i marciapiedi, non pagava il biglietto del bus e, semplicemente, trovata tutto intorno a se perfettamente normale. Non che l’educazione da parte dei miei genitori sia mancata (dalla scuola, in quanto ad educazione civica, ovviamente zero assoluto) ma se nasci e cresci in un luogo dove comportamenti ed abitudini hanno un solo “cliché", ecco che un po’ per sopravvivenza ed un po’ per assuefazione, ci si ritrova ad adottare gli stessi comportamenti.
Tutto questo fino a quando non feci il mio primo viaggio all’estero, ad una età che mi consentisse di vedere altre cose oltre i monumenti di per se. Fu a Londra, dove ho visto cosa significhino un arredo urbano ragionato e coerente, la manutenzione dei parchi e dei giardini, la pulizia delle strade e la regolamentazione di traffico e parcheggi. Tornato a Roma, cominciai subito a vedere le cose allo stesso modo di un ceco che recupera la vista! Poi sono stato ad Helsinki. Inutile dire che, se pur meno caratteristica ed interessante di Londra, anche li l’ordine, la puntualità ed efficienza dei servizi pubblici, la pulizia e cura della città era ai massimi livelli. Bene, stiamo parlando di un paese anglosassone ed uno nord europeo, dove si rimarrebbe delusi se non fosse così. Allora andai a Lisbona, sicuro di trovarla peggio o come Roma, confermando così i miei sospetti. Invece no! Metropolitana pulitissima e bus in ottime condizioni, dove non salivi senza biglietto. Nonostante il termine “portoghese” sia utilizzato per indicare chi non paga, sia sul bus che in metro non c’era modo di non farlo. Addirittura sul treno, del tipo come i nostri FR per capirci, i controllori passavano ad ogni fermata!
A distanza di qualche tempo sono andato a vivere per quasi tre anni negli Stati Uniti. Tralascio il confronto, perché sarebbe veramente impietoso. Comunque basti sapere che nel paese in cui graffiti e “tags” hanno preso vita, raramente li vedrete per Manhattan o nella “Subway” (soprattutto sui convogli). E pure li, in quanto a regolamentazione del traffico e parcheggi, non ci sono rivali. Provate a mettere la macchina in divieto si sosta. Qualcuno, in certe zone periferiche lo fa…sapendo però che dopo la terza multa si finisce (veramente) in galera per almeno 30 giorni.
Continuando nei miei viaggi ho visto Madrid, Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Dusseldorf e tutte le zone nei dintorni di queste località. Da nessuna parte ho assistito a scene come quelle che quotidianamente assistiamo a Roma. I motivi sono essenzialmente due: i cittadini che hanno fatto proprie le norme di convivenza civile e la dura repressione quando queste norme vengono disattese. Ci sarebbe anche una terza via, normalmente applicata, ed è la prevenzione. Li dove sanno che il cittadino tende a non rispettare la norma e la repressione non può essere sempre garantita o tempestiva, si adottano accorgimenti che evitino in principio la trasgressione o, quanto meno, la renderebbero così evidente e palese da destare scalpore o influenzare anche gli altri cittadini.
A Roma invece tutto è lasciato al caso, tutto viene affrontato solo dopo che i buoi sono scappati dalla stalla o con talmente ritardo, che nel frattempo un altro fenomeno di degrado è sorto.
Sono in procinto di rientrare a Roma definitivamente, dopo un lungo periodo all’estero che dagli USA mi ha riportato nel centro Europa. Non vi racconto quanto sia angosciato, per esempio, nel dover riprendere a fare il pendolare su treni sporchi, puzzolenti, inaffidabili ed in preda a zingari o saltimbanchi vari. Oppure uscire con la macchina e rischiare incidenti o prendere una coltellata per una mancata precedenza.
Io non riesco a capire perché non si arredino le strade per impedire la sosta vietata, tramite paletti, fioriere ed “angoloni” fatti a regola d’arte. Perché non si limiti la velocità delle auto nelle strade più a rischio, creando restringimenti artificiali (molto più efficaci dei dossi). Perché non sia consentito il rilevamento elettronico della sosta vietata o della doppia fila, con procedure automatizzate per le sanzioni. Perché non si diffondano capillarmente le corsie preferenziali e siano adeguatamente protette. Perché non si costruiscano parcheggi sotterranei pubblici, anziché box, sfruttabili ad ore o in abbonamento. Perché non si obblighi a pagare il biglietto a bordo del bus, come avviene ovunque in Europa, agevolando le madri con figli fino a 10 anni e gli anziani, i quali dovrebbero viaggiare gratis. Perché i tornelli della metropolitana consentano di evadere il biglietto così facilmente e nessuno controlla (o peggio, si paga gente che non fa niente). Perché non si differenzino meglio gli orari della città per diluire le ore di punta. Perché non si attui la raccolta rifiuti porta a porta ed eliminare i cassonetti e, dove non sia possibile, adottarne un tipo in cui sia impossibile frugare. Perché la pulizia delle strade sia così precaria ma, soprattutto, non si multino chi viene sorpreso anche solo a gettare una cicca per terra. Così come non si multino i proprietari dei cani indisciplinati (i proprietari, non i cani). Perché si consenta ai venditori abusivi di piazzarsi come un esercito di fronte ai monumenti della città ed alle sue vie più importanti (e così i camion-bar). Perché non si attui una forma di repressione incisiva delle forme di accattonaggio più moleste. Perché le spiagge sono blindate ed invisibili dalla strada. Più importante di tutto…perché non si fa educazione nelle scuole (perché le famiglie non possono essere obbligate) mostrando la differenza tra una città dove le cose funzionino come dovrebbero (e la gente si comporta come dovrebbe) e la nostra.
Come si è potuto vedere, i perché sono tanti e non sono neanche tutti. Ma la risposta è soltanto una…la cosa non interessa minimamente ne al romano “medio” e nemmeno a chi lo amministra.
Grazie per aver ascoltato il mio sfogo.
Lettera Firmata

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