Magazine Cultura
di Susanne Bier (Danimarca, 2012)
con Pierce Brosnan, Trine Dyrholm, Molly B. Egelind, Sebastian Jessen
VOTO: **/5
Magari è vero che noi italiani siamo un po' troppo suscettibili e permalosetti quando gli stranieri speculano sui nostri luoghi comuni, però dobbiamo ammettere che se vediamo un film danese ambientato a Sorrento, con 'That's amore' di Dean Martin sparata a tutto volume ancora prima dei titoli di testa e decine di fermo immagine sui tramonti della Costiera ripetuti fino allo sfinimento... beh, forse è fisiologico avere qualche pregiudizio! Certo, Umberto Eco parlando di Casablanca affermava che 'due clichè fanno ridere, cento commuovono': però (purtroppo per lei) Susanne Bier non è Michael Curtiz, così come Pierce Brosnan non è Humphrey Bogart. Insomma, la differenza c'è, e si vede pure...
Intendiamoci, non è che questa commedia dichiaratamente romantica girata dalla regista premio Oscar per In un mondo migliore sia inguardabile, tutt'altro. Alla fine si tratta di un film godibile, e tutto sommato anche divertente. Il problema è che è terribilmente scontato, oltre che piuttosto modesto a livello di sceneggiatura: una coppia di giovani innamorati danesi decide di convolare a nozze nel luogo dove si sono conosciuti (a Sorrento, appunto). Arrivano quindi i genitori di entrambi: la mamma della sposina è reduce da un ciclo di chemioterapia per allontanare un tumore al seno ed ha appena scoperto che, durante le cure ospedaliere, il marito inetto la tradiva per una giovane impiegata. Il padre di lui invece è un vedovo inconsolabile che non è mai riuscito a farsi accettare dal figlio. Non ci vuole molto a capire che la cerimonia nuziale sarà il teatro della resa dei conti.
Love is all you need attinge un po' da Mamma Mia, un po' dalla filmografia scandinava contemporanea (come non pensare a Festen di Vinterberg?), con il matrimonio come tema ricorrente. Susanne Bier è una brava regista autrice di ottimi film drammatici, ma si vede lontano un miglio che non è a suo agio con la commedia: tutto resta nel limbo dei panorami sorrentini e delle piante di limone, e il film non decolla mai. Il ritmo è trattenuto, sospeso, solo in certi momenti (ben realizzati) lo spettatore si scioglie e commuove. Ma forse è sempre la freddezza 'nordica' a prendere il sopravvento. Alla faccia dei luoghi comuni!
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