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Ma religione e scienza non nascono dalla paura della morte

Creato il 07 luglio 2013 da Uccronline

Paura di perdertiSecondo alcuni teorici che vorrebbero spiegare la religione in modo naturalistico, niente trasforma un ateo in un credente come la paura della morte. “Non ci sono atei in trincea”, dice il proverbio. Ma un nuovo studio suggerisce che le persone in situazioni di stress non sempre si rivolgono alla religione, ma spesso anche alla scienza.

Le cose diventano complicate dunque per quanti si dicono nemici della religione ma al contempo divinizzano la scienza come unica fonte di verità e gli scienziati come nuovi sacerdoti di questa religione secolarizzata. E’ infatti possibile che il loro argomento principale si trasformi in un boomerang per spiegare il loro comportamento.

Lo studio ha anche il merito di suggerire la fallacia argomentativa di chi parla “dell’invenzione di Dio” da parte dell’uomo con lo scopo di fuggire dall’idea della morte. La religione non nasce per consolazione davanti alla morte così come, evidentemente, la scienza non nasce per questo motivo anche se entrambe hanno come effetto quello di diminuire lo stress nei confronti del fine vita. Come abbiamo detto altre volte, si scambia erroneamente la causa con uno degli effetti: mentre la scienza nasce per rispondere al “come” delle cose, la fede nel Dio cristiano nasce grazie alla Sua rivelazione all’uomo e non come iniziativa di quest’ultimo, nasce come interesse alla sua felicità nel presente (“qui e ora”). Se poi entrambe, scienza e fede, aiutano anche a vivere meglio il momento della morte questo è un effetto secondario, non certo la causa della loro origine.

In ogni caso, uno studio pubblicato nel 2012 ha proprio evidenziato che pensare alla morte rende soltanto i cristiani e i musulmani più vicini a Dio, ma non gli atei. «La nuova ricerca suggerisce che il vecchio detto “niente atei in trincea” non regge», si commenta. Questo evidenzia che la presenza della morte rafforza soltanto la propria fede in Dio e il motivo è molto semplice: proprio la morte paradossalmente è lo stimolo più efficace a pensare alla vita, cioè al suo Senso ultimo.

La redazione


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