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Mangiare carne e’ una scelta politica

Creato il 14 marzo 2014 da Rossellagrenci

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I dati di Meat Atlas, Atlante della carne 2014 (presentato da Friends of the Earth e dalla Heinrich Boell Foundation), non sono confortanti: il consumo e la produzione di carne è in aumento.

Adrian Bebb, manager per Friends of the Earth Europe delle campagne su cibo, biodiversità e agricoltura: «La nostra dieta ormai non è più un fatto privato. Ogni volta che mangiamo compiamo una scelta politica. Non solo: influiamo sulla vita di milioni di persone in tutto il mondo, scarichiamo il nostro impatto su ambiente, biodiversità e clima. Enormi quantità di risorse finiscono nel piatto insieme al nostro cibo. Esistono alternative più sostenibili rispetto al distruttivo, intensivo e globalizzato sistema di produzione della carne».

Barbara Unmüßig, president della Heinrich Boell Foundation ribadisce: «La produzione intensiva di carne non è solo una tortura per gli animali. Distrugge l’ambiente e divora risorse che importiamo dal Sud del mondo. Dopo la Cina, l’Europa è la più grande importatrice di soia. Argentina e Brasile hanno accresciuto in modo drammatico le colture di soia che ormai è diventata il solo nutrimento degli animali che macelliamo. Inoltre, la crescita del consumo di carne sta facendo aumentare i costi della terra, con conseguenze devastanti: un terzo dei terreni coltivabili sono destinata alla produzione di mangimi. E nello stesso tempo contadini e allevatori di piccola scala perdono terra e sostentamento. Questa schizofrenia dei nostri piatti compromette la sicurezza alimentare di milioni di persone».

Per produttore un chilo di carne di manzo allevato in modo intensivo sono necessari 15.500 litri d’acqua, la stessa quantità richiesta per 12 chili di grano o 118 chili di carote. Mangiare un hamburger richiede più di 3.5 metri quadri di terra. 

E’ ora che le nostre scelte diventino maggiormente consapevoli, non solo per la nostra salute ma per quella dell’intero Pianeta!


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