Magazine Cucina
Nella pianura novarese, Piemonte, verso la fine degli anni '50.
Al pranzo di nozze, nel ristorante di uno dei piccoli paesi agricoli della provincia di Novara, ormai erano stati serviti gli antipasti: i salumi, i peperoni con la bagna cauda, i funghi sottolio, le uova ripiene...
Ma non erano questi che attendeva con impazienza Robertino, bensì ciò che stava arrivando ora in sala: i vassoi ricolmi di profumate losanghe dorate, la calda e croccante frittura dolce di semola.
Probabilmente era solo una parte, di tutte le vivande che venivano servite e che componevano il classico fritto misto alla piemontese; ma, ancora adesso, nel ricordo, solo lei sopravvive come unica protagonista, nel momento perfetto in cui l'attesa si scioglie nell'emozione per l'arrivo della pietanza preferita, croccante fuori e morbida dentro, il gusto del latte esaltato dalla nota aromatica della buccia di limone.
L'accordo e il contrasto perfetto, il sapore malinconico, dolce e un po' salato, dei ricordi d'infanzia.
Per la nostalgia dell'infanzia
dosi per 6/8 persone
Per i semolini:
1 litro di latte
250 g di semolino
1 tuorlo
4 cucchiai di zucchero
1 limone (solo la buccia grattugiata)
sale qb
Per la frittura:
pan grattato qb
uova qb
olio di semi qb
sale qb
In un pentolino alto far bollire il latte con lo zucchero, la buccia di limone grattugiata e un pizzico di sale; quando il latte comincerà a bollire versare la semola sempre mescolando con una frusta perché si amalgami bene senza creare grumi. Continuare a girare, fino a che il composto non diventa consistente e tende a staccarsi dalle pareti del pentolino, poi, poco prima di spegnere, aggiungere il tuorlo d'uovo sempre amalgamando bene. Versare il composto - che dovrà avere la consistenza di una polenta piuttosto solida - in una teglia, meglio se di forma quadrata o rettangolare, inumidita con acqua perché il composto possa staccarsi agevolmente. Fare raffreddare, prima a temperatura ambiente, poi in frigo; sarebbe opportuno, infatti, preparare il composto con un certo anticipo, meglio se il giorno precedente perché il semolino possa solidificarsi meglio. Tagliare il semolino in rombi da friggere in abbondante olio caldo dopo averli passati nell'uovo sbattuto e quindi impanati nel pangrattato. Servire i semolini caldi.
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