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Mental coaching per lo sviluppo del coraggio

Creato il 09 dicembre 2010 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

I segreti di un mental coach per aiutare le persone ad allenare il muscolo del coraggioCiao, anche tu vorresti sviluppare il tuo “muscolo del coraggio” e beneficiare del fatto di essere una persona sempre più proattiva? Molto bene! Come ti avevo promesso nel mio precedente articolo, ti racconto cosa faccio come mental coach nei miei corsi di difesa personale antiaggressione in cui l’allenamento mentale è ormai il 60-70% di tutto il lavoro.

Una delle domande che mi viene fatta più spesso, soprattutto nei corsi speciali per donne (ma questo solo perché le donne hanno meno resistenze a porre questa domanda) è “Federico, ho capito la tecnica, ma come faccio a farmi coraggio di fronte ad una aggressione vera?”.

Molte persone pensano che il coraggio sia un dono, una dote che alcune hanno e altre no. Ancora peggio molte persone pensano di appartenere alla seconda categoria, e che alla nascita qualcuno si è dimenticato di fornire loro il programma del coraggio! Eppure qualunque persona al mondo ha vissuto alcune esperienze in cui ha dimostrato un coraggio che ha lasciato tutti a bocca aperta!

Silvia ha pubblicato un bellissimo articolo su come anche grandi atleti alle volte si convincono di “non saper più fare un certo gesto” e di come costruiscano mentalmente un muro (credenza) che impedisce loro di attingere alle proprie risorse. L’autolimitazione del proprio coraggio segue schemi molto simili.

Chiariamo subito una cosa: il coraggio non è una dotazione che si riceve ma una attitudine che si sviluppa. E’ come un muscolo: più lo usi, più si sviluppa; se non lo usi, progressivamente si atrofizza.

Cos’è dunque il coraggio? Mi piace definirlo “la capacità di agire lucidamente di fronte ad una situazione che comporta un rischio”.

Mi occupo di un tipo di coraggio un po’ particolare: quello da utilizzare quando il rischio coinvolge direttamente la nostra persona, la nostra incolumità e forse la nostra stessa vita. Infatti, come security coach, alleno le persone a saper fronteggiare situazioni particolarmente critiche come aggressioni, minacce, rapine. E lavoro molto con le donne per prepararle mentalmente (e non solo) all’eventualità di un tentativo di violenza.

Attenzione: agire coraggiosamente non vuol dire mettersi a fare a botte con sei bestioni perché ti hanno guardato male. “Agire lucidamente” vuol dire evitare di farsi paralizzare dalla paura e fare la scelta più logica e funzionale alla propria incolumità.

In queste situazioni l’emotività e lo stress sono a mille. In allenamento creiamo situazioni che siano emozionalmente il più vicino possibile alla realtà. E credimi, lavorare a questi livelli di stress ha un potentissimo effetto metafora su tutte le aree della vita della persona.

Già perché più ci abituiamo ad agire coraggiosamente, e più agiremo in tal modo anche in altre situazioni.

Ecco quindi la prima istruzione per allenare il coraggio: abituati tutti i giorni a fare scelte coraggiose, nelle piccole e grandi cose della quotidianità. Esempio: nelle tue azioni, nel decidere di cambiare lavoro, di dire basta ad una situazione che non ti piace, nelle relazioni, nel lavoro, nel parlare ad una persona. E’ estremamente soggettivo. Qualcuno sviluppa coraggio “forzandosi” a fare un complimento ad una bella ragazza, qualcun altro lanciandosi con il paracadute, e un altro ancora affrontando la contabilità.

Il fatto comune è: abituarsi a uscire dalla zona di comfort e fare le cose che temiamo di fare. Il risultato sarà sviluppare il coraggio e allargare la nostra zona di comfort.

A questo punto, il giorno che tu dovessi mai trovarti davanti uno che ti punta un coltello alla gola, posto ovviamente di aver imparato e ripetuto più volte in allenamento la tecnica, il tuo cervello sarà nella disposizione ottimale per valutare l’opzione di neutralizzare e disarmare il tuo aggressore.

Seconda istruzione, la magia del “come se…”: “Come posso diventare coraggioso/a?” Comportati come se tu lo fossi! Le chiavi sono molto semplici: fisiologia, dialogo interno, focus.

Prendi un modello di persona che consideri particolarmente coraggiosa, può essere una persona che conosci, un personaggio storico, o di un film, come preferisci. Immagina di entrare in quella persona, di sentire tutte le sensazioni fisiche, di adottare la stessa postura. Se tu fossi quella persona estremamente coraggiosa, come respireresti? Che espressione avresti sul volto? Come ti muoveresti, come parleresti e cosa ti diresti? Come sarebbe il tono della tua voce? Come ti comporteresti e quanto saresti sicuro di te? Pensa a come cambierebbe la tua vita se tu fossi quella persona!

Assapora queste immagini e queste sensazioni, falle grandi e potenti e soprattutto fai in modo che ti piacciano.

Fai questo esercizio tutti i giorni, anche solo per 5 minuti, per un mese. E poi stupisciti di come sarà diverso il tuo modo “automatico” di reagire a situazioni di rischio.

A me piace pensare ad esempio a William Wallace, avrai sicuramente già visto questa famosissima scena, e ti invito a riguardarla con la consapevolezza del mental coaching.

Ovviamente puoi personalizzare e adattare la routine di allenamento mentale come vuoi, puoi lavorare sulle submodalità per massimizzare l’intensità delle tue sensazioni, puoi ancorarti nello stato di picco emozionale, e così via.

Esistono poi tecniche mentali più specifiche, utili ed estremamente efficaci per registrare un condizionamento profondo delle varie tecniche di autodifesa. Si basano sul ricreare a livello mentale una situazione di massimo realismo e andare a scolpire a livello neurologico un profondo e univoco solco che collega un determinato stimolo ad una specifica reazione.

Avremo occasione di parlarne nei prossimi articoli.

Per il momento voglio lasciarti con un altro video, anche questo molto conosciuto, che utilizzo moltissimo nei miei corsi e che sintetizza ciò che per me vuol dire coraggio.

Quando ho bisogno di questa risorsa, nella mia mente in automatico viene proiettato questo filmato che ho visto credo ormai almeno un centinaio di volte.

Grazie per la tua attenzione e… alla prossima puntata.

Federico Fogliano
Di Federico Fogliano


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