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Michelino Milleproroghe e l’Italia del fare (a meno)

Creato il 01 marzo 2011 da Frankezze

Michelino Milleproroghe e l'Italia del fare (a meno)
Lo chiamavamo Michelino Milleproroghe, perché rinviava tutto quello che doveva fare – o che gli chiedevano di fare – a data da destinarsi.

- Micheli’ me l’aggiusti ‘sta marmitta?
- Ora no, facciamo domani
- Micheli’ quando andiamo a visitare nonna?
- Meglio la settimana prossima
- Micheli’, io e te dobbiamo prendere una decisione chiara…
- Questo non è l’anno buono

Non aveva mai fatto un cazzo in vita sua. Una volta aveva preparato un caffè, si racconta. Era da generazioni che nella sua famiglia assecondavano il passare del tempo utilizzando poche decine di calorie all’anno. Noi in paese lo guardavamo con disprezzo o con invidia. Lui guardava noi lavorare. Ma la nostra vita, alla fine, era più facile. Dovete essere sottili, acuti, e non indignarvi: non fare un cazzo a quei livelli non è mica una cosa che si improvvisa. Ci vuole talento, tecnica, perseveranza.

Infatti l’uomo non era privo di qualità. Le ragazze, per esempio, impazzivano per lui, perché scambiavano la sua atarassia per distacco. Una volta, per la verità, anche lui aveva perso la testa e durante il corteggiamento sembrava potesse fare qualunque cosa per conquistare Maria Scannapieco, la figlia del dottore Scannapieco. Fu quella volta che, si dice, preparò quel caffè. Si dice anche che per riprendersi dopo lo sforzo si sedette sul divano. Per una legislatura e mezzo.

Michelino fu il miglior sindaco di Fiumefreddo Bruzio (Cs). La sua era una politica che accontentava tutti perché non toccava nessuno. In campagna elettorale conquistò tutti con il suo immobilismo. Tutti gli altri spaccavano le palle con i loro comizi urlati, con i loro slogan ripetuti per le vie del paese con i megafoni degli ultrà Fiumefreddo montati su apecar elaborati. Con i loro volantini e manifesti che sporcavano dappertutto. Michelino non scrisse una riga, non disse una parola. Non disturbò nessuno, e tutti lo votarono.

Memorabile quella volta che venne in visita Giulio Andreotti: era venuto a controllare che la Salerno-Reggio Calabria restasse un cantiere su cui avrebbero potuto mangiare altre tre generazioni; era venuto a controllare che la lotta alla ‘ndrangheta e all’abusivismo edilizio non avesse fatto nessun significativo passo in avanti. Ora tutto questo poteva succedere solo grazie a una serie di sindaci e amministratori locali come Michelino. Ma nessuno arrivava ai livelli di Michelino. Andreotti lo volle incontrare:

- E’ vero che lei in 36 anni ha bruciato solo 227 calorie?
- Sì
- Cosa ne pensa della Questione Meridionale?
- No
- Lei è pronto per la Vicepresidenza del Consiglio. Venga con me a Roma.

Era il 1991. Se dopo 20 anni la Salerno-Reggio Calabria continua a tenere al riparo la Sicilia dal resto dell’Italia, rendendo nello stesso tempo molto più emozionante per i calabresi il rientro a casa per le feste, è grazie a persone come Michelino, veri e propri baluardi contro ogni antiestetico aumento del Pil. Ricordiamocelo quando andiamo a votare, ha detto il ministro per l’Attuazione del Programma Gianfranco Rotondi.


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