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Minacce di morte per Rupert Everett: è contrario all’adozione gay

Creato il 16 ottobre 2012 da Uccronline

Minacce di morte per Rupert Everett: è contrario all’adozione gayL’attore britannico Rupert Everett è uno dei tanti omosessuali che recentemente hanno preso una posizione contraria all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso: «Non riesco a pensare a niente di peggio che essere allevato da due papà gay» ha affermato facendo infuriare la ricca e indaffarata lobby LGBT.

Ovviamente l’omosessuale eretico non poteva passarla liscia, chi osa avanzare una riflessione contraria al mainstream omosessualista si espone infatti a grossi rischi personali. Al “Daily Telegraph” l’attore cinquantatreenne ha rivelato di essere divenuto il Nemico Pubblico Numero Uno, avendo anche ricevuto esplicite minacce di morte in seguito alle sue dichiarazioni: «Ho ricevuto lettere di odio e ci sono state anche minacce di morte. Sono odiato da loro».

Anche lo psichiatra americano Keith Russell Ablow, collaboratore del ”New York Times” e di Fox News ha recentemente affermato di ricevere «minacce e odio per posta ed e-mail  ogni volta che, anche soltanto menziono, la questione apparentemente ineffabile di come le forze sociali legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere potrebbero influenzare il benessere nei bambini».

Che vi sia una vera e propria “caccia alle streghe” verso chi osa smarcarsi dal mainstream omosessuale imposto alla società è ormai evidente a tutti. Più volte abbiamo segnalato casi di vera e propria discriminazione, ricordiamo le minacce di morte all’intellettuale laica Melanie Phillips, la quale ha osato criticare i programmi educativi del governo inglese che obbligano i bambini ad essere «bombardati dai riferimenti sugli omosessuali in ogni materia scolastica»le minacce di stupro verso la figlia del senatore democratico Ruben Diaz Sr. che difendeva il matrimonio tradizionale.

Come non citare il violento agguato notturno al sindaco di Madrid Alberto Gallardon, a sua moglie e ai suoi figli, perché aveva chiesto di diminuire il volume della musica durante il “Gay Pride”le bottigliate contro la manifestazione pacifica di “American Society for the Defense of Tradition, Family and Property” a New York, l’aggressione ai fedeli durante una funzione religiosa a Milano, il dimezzamento delle stipendio di Adrian Smith, padre di due bambini, per aver scritto sul suo profilo Facebook privato che il matrimonio è “fra uomo e donna”, il danneggiamento di alcuni fast-food di proprietà di Dan Cathy, imprenditore contrario ai matrimoni omosessuali, gli insulti e l’intolleranza verso dei giovani e civili manifestanti durante una iniziativa a sostegno del matrimonio tradizionale in Minnesota,  gli insulti razzisti verso gli abitanti del North Carolina per aver votato in maggioranza un referendum contro le nozze gay, ecc.

Da queste vicende si intuisce che il messaggio (molto mafioso) rivolto a tutti coloro che ritengono che il matrimonio debba essere solo tra un uomo e una donna è chiaro: non osate dirlo pubblicamente altrimenti ne pagherete le conseguenze.

 


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