Mose: Orsoni patteggia, riprende la sua carica

Mose: Orsoni patteggia, riprende la sua carica
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Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, ha oggi deciso di patteggiare: revocati gli arresti domiciliari, tornerà a fare il sindaco del capoluogo veneto, ma sarà comunque indagato per finanziamenti illeciti. Il suo avvocato aveva inviato subito la richiesta al gip, dopo l’imposizione degli arresti domiciliari.

Anche Enrico Letta, ex Presidente del Consiglio, ha fatto partire i suoi avvocati, dopo le accuse che lo vedevano coinvolto nello scandalo del progetto per proteggere la città veneziana dall’acqua alta.

Orsoni ora dovrà pagare una multa pari a quindici mila euro, e dovrà scontare una pena di quattro mesi. Ha già affermato che non lascerà il suo posto di primo cittadino, affermando che non ha nulla a che fare con i finanziamenti illeciti, e che la revoca dei domiciliari è un segno evidente. Ha deciso invece di lasciare il posto Tiziana Agostini, assessore alle Politiche Educative, in quanto non può continuare a rivestire un ruolo politico strumentalizzato e che può essere condizionato così tanto attraverso il denaro.

Il primo cittadino veneziano si è detto sorpreso delle distanze prese dal premier e dal Partito Democratico dopo le accuse, i quali hanno “scaricato” Orsoni senza nemmeno una telefonata. Anche per l’ex Governatore del Veneto Giancarlo Galan, Forza Italia ha preferito lasciarlo al suo destino, e il risultato potrà vedersi in Senato tra qualche settimana, quando sarà votata la sua decadenza e l’autorizzazione a procedere.

Beppe Grillo invita Renzi a cacciare Orsoni dal posto di sindaco, riprendendo le sue parole di qualche giorno fa, dedicate appunto al caso Mose, le quali dicevano che i ladri nel PD andavano cacciati a calci nel sedere.

di Alessandro Bovo

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