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Msoi Torino presenta: TTIP, Dubbi e prospettive alla luce della partnership transatlantica.

Creato il 04 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Retrò Online Magazine ha seguito la conferenza “TTIP, Dubbi e prospettive alla luce della partnership transatlantica” svoltasi al Campus Luigi Einaudi e organizzato dall’Msoi di Torino. Tra i relatori, il Professor Alberto Oddenino, docente di Diritto Internazionale all’Università degli studi di Torino, già segretario del World Political Forum, Segretario Sioi Piemonte e Valle d’Aosta, l’Avv. Cristina Martinetti Vice Chair International Bar Association (Iba) – Commission On International Sales, Partner Studio Elexi – Torino e l’Avv. Niccolò Landi dello Studio Gianni Origoni.

Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è l’accordo commerciale che dovrebbe portare alla creazione di una zona di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti. (Abbiamo già avuto modo di trattare l’argomento in un articolo della nostra redazione londinese.)
Il primo incontro negoziale si è tenuto nel luglio 2013, ma i tempi per la stesura e l’approvazione del TTIP sono lunghi e le criticità numerose e di complessa risoluzione.

La prima difficoltà deriva certamente dal fatto che le trattative sono oggetto di una forte attenzione da parte dei media, visto il grande impatto che il trattato ha sull’opinione pubblica. C’è una forte richiesta di trasparenza nei confronti della Commissione Europea e questo, ancorché legittimo, rende la trattativa più difficoltosa.
L’opinione pubblica americana invece sembra meno interessata al TTIP, e la pressione mediatica sulla delegazione Usa è meno forte, il che è un vantaggio non da poco.

Un secondo elemento di difficoltà è rappresentato dal fatto che l’UE non parla con una voce sola al tavolo delle trattative: ogni Stato membro cerca di far valere le proprie istanze e di veder considerate le proprie esigenze, che molto spesso non sono facili da conciliar. Questa indisciplina, unita ad una certa mancanza di coordinamento, affligge l’Europa su parecchie questioni.
In terzo luogo, le elezioni di Midterm hanno consegnato il Congresso ai Repubblicani, e gli Stati Uniti sono sempre più proiettati verso le elezioni del 2016. Non è chiato se questo aiuti o complichi le trattative per il TTIP: da un lato il governo americano si ritrova senza il sostegno del suo organo legislativo, il che mina la sua azione esecutiva, dall’altro i repubblicani potrebbero fare pressione per l’accelerazione delle trattative del TTIP, come accadde per il NAFTA nel 1994 quando Bill Clinton era presidente. Non è un mistero che le lobbies economiche che sostengono i repubblicani siano più che favorevoli a questo accordo commerciale.

Ad oggi gli incontri sono stati sette, e il TTIP non ha ancora un testo. Senza un documento ufficiale è difficile sbilanciarsi su quelli che potrebbero essere i contenuti del trattato. Sappiamo che i nuclei concettuali sono:

1) l’accesso al mercato: abbattimento delle barriere doganali, semplificando le procedure per l’importazione e l’esportazione di beni e servizi.

2) le regolamentazioni: il TTIP sarà l’incrocio di tutte le diverse regolamentazioni esistenti. Su questo punto il mandato della Commissione Europea non consente dei margini molto ampi, essendo escluse dal suo raggio d’azione diverse materie, tra cui quelle alimentari, culturali o linguistiche.

3) le questioni tecniche: ci sono diverse questioni tecniche che saranno strettamente esaminate in fase di negoziati. Tra esse c’è quella dell’antidumping, ossia di quelli strumenti usati nei confronti di alcuni paesi che fornisco alle imprese degli aiuti di stato, mascherati e non: bisognerà capire quanto strette saranno le maglie su questo punto, visto che la politica degli incentivi rappresenta una parte significativa della politica economica di uno Stato (basti pensare agli aiuti alle banche concessi dall’amministrazione Obama).

C’è poi l’annosa questione della risoluzione delle controversie Stato-Stato o impresa-Stato. Il recente ricorso presentato presso l’ICSID dall’azienda svedese Vattenfall contro la Germania, la quale ha fatto perdere all’azienda un grosso investimento a causa del cambio di rotta sulle politiche in materia di energia nucleare, è eloquente rispetto alla criticità del problema.
Si parla del biennio 2017-2018 come probabile data di entrata in vigore del trattato. Un’opportunità per le economie occidentali, appesantite da un crisi che frena la ripresa e la crescita, ma anche un rischio per i diritti dei consumatori, che potrebbero vedersi ridotte le proprie garanzie se il TTIP risultasse troppo sbilanciato nella tutela degli interessi delle imprese.

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