Muore un importante dirigente di partito. E il partito come lo celebra? Imbrattando tutta la città di manifesti abusivi per salutarlo, ovvio. E povero Donato La Morte

Cosa c'è di meglio, quando muore un importante dirigente di partito, di salutarne la dipartita riempiendo la città di volgare cartaccia totalmente abusiva coprendo muri, scuole, pubblicità regolari, cassonetti con il volto del povero defunto? Il defunto sarà contento di questa tipologia di estremo saluto che a Roma e solo a Roma sarebbe pensabile e possibile? Purtroppo non possiamo chiederlo a Donato La Morte, storico missino, che i soliti e inguaribili zozzoni di Alleanza Nazionale hanno salutato stampando orrendi manifesti, dando mandato al solito racket degli attacchini di affiggerli e incartando in maniera totalmente illegale, criminale (su Via Cavour alcuni manifesti sono finiti in strada, causa piogge, che non mancano, rendendo la strada pericolosissima per scooter e bici), abusiva la città di Roma. Povero Donato La Morte, chissà cosa avrebbe pensato. E chissà cosa avrebbe pensato il suo pigmalione Giorgio Almirante se avesse saputo che alla fine del 2014 i suoi compagni di partito avessero continuato a comunicare in maniera ancor più primitiva di come si faceva quarant'anni fa. Nonostante tecnologie, social network, evoluzione e contemporaneità. E nonostante che, nel frattempo, queste modalità di comunicazione politica non esistano più da nessuna altra parte sul nostro pianeta.