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Negev, 30.000 beduini strappati dalla loro terra.

Creato il 13 settembre 2011 da Tnepd

Negev, 30.000 beduini strappati dalla loro terra.

Negev, 30.000 beduini strappati dalla loro terra.

Probabilmente la componente più violenta e distruttrice di Israele contro gli abitanti  non-ebreidalla fondazione dello stato di Israele è stata le disuguale distribuzione e allocazione delle risorse. Nell’area C del West-Bank, quell’area designata dal Trattato di Oslo con il pieno controllo militare e civile israeliano, Israele ha dimostrato di controllare i palestinesi della Cisgiordania tramite l’assegnazione dei diritti di accesso alle risorse come l’acqua, l’energia elettrica e l’energia elettrica 10 volte inferiori a quelli dei nuovi insediati ebraici.

La privazione  alle risorse lascia i palestinesi senza aiuto preda delle misure burocratiche che anche Kafka non potrebbe immaginare. Il sistema è semplice quanto infame e vigliacco: mettere in condizione i palestinesi di andarsene nell’area A, sotto l’autorità di controllo palestinese. La terra quindi non reclamata viene espropriata seguendo le antiche leggi ottomane.

Negev, 30.000 beduini strappati dalla loro terra.

E’ da notare che questa pratica non viene usata solo nei territori non-ebraici come la Cisgiordania, ma anche dentro Israele stesso contro i non-ebrei. Risulta infatti che secondo un piano israeliano (Prawer Paln) circa 30.000 beduini del Negev sono stati avvisati di lasciare quella terra, contro la loro volontà per far spazio ai nuovi insediamenti ebraici. La rimozione forzata è stata approvata dal governo israeliano.

Suppongo che non sia necessario commentare quanto quella specie di stato stia attuando. Parlare di pulizia etnica sarebbe inutile, tant’è che 81 senatori americani si sono recati in Israele a prendere ordini di come comportarsi in seguito sotto la guida dell’ ebreo-sionista americano Eric Cantor e Stany Hoyer.

Lo scopo della visita in Israele di un gran numero di senatori di ambo le fazioni è quello di spingere la Casa Bianca a mettere il bastone tra le ruote il mese prossimo quando l’Onu si dovrà pronunziare nei riguardi della richiesta palestinese di riconoscerne lo stato.


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