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Nel confessionale

Creato il 04 aprile 2012 da Martahasflowers
Nel confessionale
Io non faccio i compiti insieme ai miei figli.
Ho smesso, con entrambi, più o meno quando erano in seconda elementare.
Se li fanno da soli e semmai, ma solo se lo chiedono, li ascolto quando devono ripetere una lezione particolarmente ostica.
È una scelta: perché io non ricordo di avere mai avuto mia mamma accanto a me quando ero piccola e andavo a scuola e sono convinta che è meglio se imparano a cavarsela da soli.
Non faccio i compiti con loro, però, anche perché ho tante altre cose da fare e credo di avere dei diritti pure io e dei doveri pure loro.
Io lascio che i miei figli grandi, 10 e 12 anni, vadano a scuola da soli.
Lungo tragitti prestabiliti li mando anche in giro per Milano da soli e non è il primo anno che questo succede.
Lo faccio perché alla loro età, e anche prima, io facevo lo stesso, prendevo l'autobus e anche la metropolitana senza essere accompagnata e sono sopravvissuta e sono diventata una donna indipendente  e piuttosto coraggiosa.
Lo faccio perché ho visto che sono in grado di attraversare la strada e anche perché credo che i bambini vadano responsabilizzati, ovviamente in grado diverso secondo le età.
Lo faccio anche perché altrimenti dovrei prendere una tata apposta per gli accompagnamenti vari, oppure dovrei smettere di lavorare.
Io lascio i miei figli a casa da soli.
Compreso ettore, quello di 4 anni.
Cioè lui non da solo, ma con i fratelli, senza adulti.
Lo faccio perché credo che i due grandi siano in grado di gestire il piccolo per mezz'oretta senza che succedano disastri e perché tendo a dare fiducia alle persone (i miei figli compresi).
Lo faccio anche perché altrimenti non potrei fare altre cose che devo fare fuori da casa mia e che posso fare solo in quelle mezz'ore.
Io, i miei figli, tendo a lasciarli andare, insomma.
A volte, però, mi sento in colpa.
Perché il più delle volte le altri madri seguono i figli passo passo nei loro doveri scolastici e mi guardano strano quando confesso che io invece no e che quindi non posso unirmi al coro delle lamentele sui compiti a casa.
Mi sento in colpa perché le altri madri mi chiedono come faccio a stare tranquilla sapendo i ragazzi in giro da soli, "ma non hai paura delle macchine, dei pedofili, dei maniaci, dei ladri, delle sparatorie, dei marocchini, degli slavi, dei cinesi, degli incidenti, degli incendi, delle tegole che cadono dai tetti?!??!!!".
Mi sento in colpa anche perché non ho mai voglia di cucinare.
Mi sento in colpissima, poi, perché non partecipo alle commissioni mensa, alle commissioni sport, perché non iscrivo il piccolo al corso di musica ché, a parte il costo, non saprei come mandarcelo. Mi sento in colpissima perché non ho mai fatto la rappresentante di classe e perché vado in bicicletta senza casco e permetto ai miei figli di fare lo stesso.
Mi sento in colpissimissima poi quando mi dimentico della riunione dei genitori, porca merda, e mio figlio mi chiede che cosa hanno detto e io vorrei cadere in ginocchio per chiedergli scusa.
Mi sono sentita in colpissima quando abbiamo sfiorato tragedie per questo mio (nostro, per la verità, perché è condiviso da The Inseminator) modo di crescere i figli, ché bisogna correggere il tiro in alcune occasioni, siamo avvertiti.
Il fatto è che sono una mamma che esercita, a volte, l'egoismo.
E schiatta, a volte, sotto il senso di colpa

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