Magazine Cinema

Nessuno ha le mani sporche di sangue- parte seconda

Creato il 15 dicembre 2011 da Einzige
Nessuno ha le mani sporche di sangue- parte seconda“dovrebbe essere ormai chiaro che la condizione di servitù, d’ora innanzi, vuole essere amata di per sé stessa, e non più in quanto portatrice di un vantaggio estrinseco. un tempo poteva ancora essere ritenuta una forma di protezione, ma ora non protegge più da nulla”.Guy Debord
I.Fisicità
si tratta di un problema di contatto. la natura del contatto: il sentimento più forte che l’individuo possa provare. il contatto è quello che più ci manca, di questi tempi. starsene tutti incastrati con libertà di movimento praticamente nulla nei loculi ammobiliati che chiamiamo case, dietro porte iper-blindate, con sistemi d’allarme avveniristici, sbarre alle finestre e paranoie infinite nella scatola cranica, alla lunga, ci uccide. non a livello fisico, beninteso: molto più profondamente. per dire: è diventato naturale impegnarsi a elaborare complicati sistemi per tenere lontani gli altri, piuttosto che a renderli vicini.è un’affermazione antichissima (forse per questo è spesso dimenticata), ed è al contempo un segno deprimente del generale livello di ipocrisia: ‘siamo tutti figli di dio’, sì o no? pure  laici, agnostici e atei convengono sul fatto che, in realtà, siamo tutti fratelli. tutti ugualmente umani. eppure, sembra che l’abbiamo dimenticato.
II. epidemia globale
oggi un signore ingobbito dalla vecchiaia e con una luce splendente nello sguardo, mi ha detto che è raro, oggigiorno, trovare uno sconosciuto che sorrida all’altro, che si mostri ben disposto nei suoi confronti.è così: la nostra quotidianità è colorata da depressione, degrado e alienazione: il sospetto è l’unica legge che rispettiamo. cresciuti in un mondo in cui autonomia individuale e amore per sé stessi, quando non sono irrisi, vengono costantemente, gradualmente, svalutati, è normale ridursi a una situazione di stallo, in cui tanti piccoli atomi, lontani l’uno dall’altro, sono pronti a scannarsi al minimo gesto.e quindi è naturale che una persona perfettamente normale (e non ontologicamente deviata, come si va ripetendo sui media propagandistici)- un ragioniere da Pistoia che si allena di quando in quando nei poligoni di tiro- imbracci l’arma e decida che altre persone- uguali in tutto e per tutto a lui- debbano smettere di vivere.
III. pensare lucidamente
la verità è che la paura dell’altro ci attanaglia, ma un’angoscia ben peggiore si concretizza sempre più prepotentemente nelle nostre vite: la solitudine. in realtà, si cerca la comunità ovunque. nel quartiere, nella città, nel tifo sportivo, nell’idem sentire politico, perversamente, nell’odio comune verso qualcuno o qualcosa. qualsiasi cosa, se guardiamo attentamente, è una scusa per avvicinarci agli altri. creiamo gli odiosi e assurdamente superficiali social network, gli speed-date, eccetera, perché- nelle nostre esistenze votate, o meglio: sacrificate- al capitale e al furore materialista non abbiamo nemmeno il tempo di instaurare relazioni umane vere. ci affidiamo alla tecnologia, alla cibernetica, alla scienza delle comunicazioni che ha divorato l’ambiente e ci ha lasciati sul precipizio dell’ecocrisi globale
chiudo riprendendo un titolo dal vangelo del rampante capitalista d’assalto modello standard, ovvero Forbes che- oramai un bel po’ di tempo fa (ma le cose, secondo me, non sono cambiate di una virgola, anzi)- domandava: com’è possibile che ci sentiamo così male, se le cose vanno tanto bene?
link:  
l'età del doloremassacro di Firenze 1massacro di Firenze 2

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :