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Noi e la Giulia

Creato il 16 marzo 2015 da Eva Gatti @avadesordre


NoiELaGiulia Tre quarantenni in fuga dalle loro vite fallimentari, Diego, Fausto e Claudio, si ritrovano senza conoscersi, a visitare un casale col medesimo sogno di trasformarlo in agriturismo. Finiranno per mettersi in società e a loro si uniranno Sergio comunista indefesso a cui Fausto deve dei soldi ed Elisa, ex impiegata di Claudio che una serie di delusioni ha trasformato in una sciroccata per giunta incinta.
Per quanto improbabili i neo imprenditori sono pieni di buona volontà ma ben presto si presentano i camorristi a chiedere il pizzo..

Una commedia divertente e surreale, perfetta soprattutto nella prima parte con la delineazione precisa dei tre protagonisti: Claudio obeso e depresso, Diego pavido e senza slanci, Fausto coatto e razzista. L'incontro scontro tra tre (più due) personalità così diverse è l'occasione di battute fulminanti e spassossime. Lo sviluppo della trama regge pur essendo del tutto improbabile e il film raggiunge momenti di poesia surreale con la musica che viene da sottoterra.
Eccessivo è il pistolotto che giustifica il bisogno di un “piano b” di un'intera generazione (spero che non passi alla storia come il monologo di Accorsi in Radiofreccia!). L'ho trovato del tutto superfluo perché il messaggio emerge benissimo dalla trama e non viene soffocato dai risvolti surreali dello script.
Noi e la Giulia è una commedia di gioioso ottimismo, un invito a una popolazione profondamente delusa a riprendersi la propria vita prima ancora che i propri diritti e a darsi da fare più per sé stessi che per la necessaria ripresa economica.
Più che gli squinternati protagonisti, tutti adorabili, mi è rimasta molto impressa la figura di Abu, il ghanese che fin da subito aiuta silenziosamente i nuovi proprietari del casale: non è solo una figura che contestualizza questo preciso momento storico di forte immigrazione dal sud del mondo ma è quasi un totem, un esempio di vita: sempre in prima fila a lottare per quel che è giusto (la prima picconata per liberare l'auto mentre gli altri stanno ancora discutendo è la sua). Abu però non è una figura fantastica ma realistica, visto che spesso nel Sud sono proprio gli immigrati di colore i meno disponibili a scendere a compromessi col sistema mafioso.


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