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Nuova rubrica : "V.I.P Letterari" - Marianne Dashwood

Creato il 09 novembre 2011 da Lalenene @Irene_Marziali
Nuova rubrica In occasione del bicentenario della pubblicazione di Sense and Sensibility, inauguriamo questa rubrica tutta nuova " V.I.P Letterari " ovvero "Vediamo Insieme i Personaggi Letterari "con Marianne Dashwood. Facendo una rapida scorsa nel web, si riscontra facilmente che i sentimenti nei suoi confronti sono contrastanti. Molti provano tutt'altro che simpatia verso questo personaggio, altri avanzano l'ipotesi che rappresenti quella parte di Jane Austen impulsiva, attiva e insofferente alla società del suo tempo, ed altri ancora la trovano una dolce ed ingenua ragazza che impara dalle esperienze della vita a fare la cosa giusta, rispecchiandosi nel suo personaggio.
Jane stessa la descrive così:
"Le qualità di Marianne erano, sotto molto rispetti, del tutto uguali a quelle di Elinor. Ella era acuta e intelligente, ma esagerata in tutto: i suoi dolori, le sue gioie, non conoscevano la moderazione. Era generosa, gentile e interessante: era tutto tranne che prudente."
Nuova rubrica Quasi in tutti i romanzi di Jane la protagonista femminile è la detentrice dell'intelligenza e della vivacità o acutezza mentale, commette errori ma impara da essi e infine accetta la guida di un marito pur mantenendo la propria autonomia intellettiva. Tutto ciò è presente anche in Marianne, tuttavia questo personaggio ha qualcosa di diverso rispetto alle altre "eroine", e cioè che va volutamente al di là dei canoni di moderazione e contenimento della propria indole e delle proprie emozioni che invece erano fondamentali all'epoca. La stessa Elizabeth Bennet, per quanto sia forse il character che più rispecchia Jane Austen, che infatti amava molto e in particolare Lizzie, e per quanto sia una donna straordinariamente intelligente, affatto schiava delle sciocche rigidità sociali di cui era subissata la società del tempo, anche lei si vergognava del poco contegno manifestato dai genitori e dalle sorelline minori.
Nuova rubrica La figura della "fanciulla a modo" agli occhi di zia Jane era una donna autonoma e intelligente ma anche attenta a non eccedere nel suo essere, rigorosa nell'attenersi alle norme di buona educazione e a certi criteri utilizzati dalla "società bene" per identificare le giovani "adatte".
Marianne non è niente di tutto ciò. Non è moderata, non è volta agli aspetti pratici della vita ma sogna avventure paragonabili a quelle delle sue poesie, ama guidata dalla passione più che dalla ragione e infatti continua ad amare anche dopo che ogni giovane assennata si sarebbe imposta di non farlo.
Marianne vive la vita con passione ed autentica gioia di vivere, perché crede fermamente che una vita senza passione non sia degna di essere vissuta, e per questo infatti non comprende sua sorella pur volendole un bene immenso.
Nuova rubrica Quando entrambe le sorelle penseranno di aver perduto la loro speranza di unirsi all'amore, Elinor soffrirà silentemente continuando ad occuparsi delle sue responsabilità ed addolorandosi interiormente, forse anche con eccessivo riserbo, mentre Marianne si farà travolgere dalle emozioni, lasciandosi trascinare in un vortice di totale disperazione che sfocia in grave malattia. Ha creduto perfetto Willoughby ed altrettanto perfetta e indissolubile la felicità del loro amore; ora che questo suo meraviglioso idillio svanisce a lei non resta niente a cui aggrapparsi, giacché non è capace di riprendersi facendosi forza con la ragione, dandosi nuovi motivi di vita: non lo ha mai fatto!
In genere si dice che Marianne maturi dopo quest'esperienza e sia portata dalla nuova assennatezza ad accettare il caro e finora insignificante Colonnello Brandon come compagno di vita, una vita tranquilla e caratterizzata dalla pacatezza.
Io credo, e naturalmente è solo la mia personale opinione, che Marianne non sarebbe più tale se reprimesse la sua indole. La Marianne adulta non sarà certo la fanciulla idealista, che vive ogni aspetto positivo della vita come un'immensa gioia ed ognuno negativo come un'inenarrabile tragedia che era in gioventù, e probabilmente avrà imparato a non ignorare o trattar male le persone solo perché non le ama alla follia; tuttavia le scelte ponderate e l'assennatezza ragionata non sono parte del suo carattere e mai lo saranno.
Nuova rubrica Accetta Brandon perché impara ad amarlo, comprende di poterlo amare perché comprende che la sua idea d'amore era solo una sua fantasia, tanto meravigliosa quanto finta. La sua illusione è stata infranta, e con essa i suoi sogni adolescenziali, ma Marianne amerà sempre la vivacità, l'allegrezza incontrollata che sfiora l'euforia, il crogiolarsi nei suoi indicibili dolori, la vita avventurosa ed emozionante, ed è così che dobbiamo accettarla. Non credo sia giusto attaccarle caratteristiche, virtuose senza dubbio ma che non le appartengono, solo perché in tal modo il suo lieto fine sia meglio spiegato, o più coerentemente compiuto.
Nel web quasi tutti sono concordi nel condividere la sua scelta finale, quella di comprendere il vero amore ed avvicinarsi a Brandon piuttosto che rimpiangere in eterno l'amore perduto per Willoughby.
Ed è carino notare come in realtà Brandon compie un'azione passionale ed impulsiva innamorandosi di quella ragazza tanto più giovane e tanto immatura, mentre Willoughby reagisce razionalmente scegliendo il concreto benessere materiale all'idealistico sentimento. In realtà, dunque, Brandon non è poi così nettamente opposto al carattere di Marianne, ed è proprio grazie a questo che Jane può razionalmente unirli senza compiere una forzatura della realtà.
Non è mai stata neppure per me "il personaggio preferito", tuttavia sa dare colore al romanzo di cui è coprotagonista, ed è indubbiamente carattere universale di una sorta di donne. Anche in questo caso, Jane è stata magistrale nel ritrarre la natura umana, che non possiamo negare talvolta è impetuosa e passionale proprio come Marianne.
Nuova rubrica Ognuna di noi è stata un po' Marianne, almeno in qualche circostanza della propria vita, ed ha vissuto il momento in cui è necessario svegliarsi dalle proprie convinzioni, rivalutare le proprie visioni idealistiche di una questione o di una persona, e comprendere che spesso le cose vere, reali e dalle quali possiamo trarre maggior gioia sono quelle che fino a quel momento ci apparivano banali e noiose.
Nuova rubrica
Grazie, dunque, come sempre alla nostra cara zia Jane che ci ha fatto conoscere questa giovane donna, provata dalle sue esperienze, e che ha permesso diventasse nostra amica.
Con affetto, 
Irene


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