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Ode alla metro

Da Laconiglia
Ode alla metro
Io vivo in una città bellissima. Bellissima e ancora poco preparata e sfruttata dal turismo. Una città che non conosce i grandi numeri, milioni di cittadini, poichè tutta la Sardegna manco arriva ai due di milioni, se non sbaglio.
Quando viaggio una delle cose che maggiormente mi affascina delle capitali europee e delle città che hanno milioni di abitanti è la metro.
Questo magico sistema che ti permette di spostarti in tempi rapidi da un punto all'altro della città, che ti ingoia e risputa altrove.
Un enorme bruco che percorre e macina chilometri sotterranei, tra stridore di binari e vocine metallizzate che ti annunciano le fermate.
Sicuramente la metro mi piace perchè non sono costretta a prenderla tutti i giorni.
Probabile.
Ma quando entro in una stazione e scendo le scalette mi sembra di arrivare in un'altra dimensione, dove tutti sono di fretta, tutti corrono e anche tu devi, devi andare.
Uno sguardo per capire la direzione da prendere, e giù di corsa per le scale, che si sente uno stridore di freni e il treno è in stazione!
Quando invece lo devi attendere rimani li a fissare lo schermo che ti dice tra quanto passerà, e man mano che i minuti scorrono tendi l'orecchio ai rumori, gli sbuffi e la massa d'aria che scappa dalla galleria, inseguita dal bruco gigantesco.
Quando arriva il treno guardo sempre il macchinista.
Chi è? Gli piacerà il suo lavoro? Non si sentirà un pò un uomo talpa?
Poi una volta dentro osservo i passeggeri.
La ragazza annoiata con gli occhi bistrati di nero che attende di arrivare a casa.
La signora con la sporta della spesa e il ricciolo allentato.
La mamma indiana con il bimbo nella carrozzina che mangia un biscotto.
Il giovane tirocinante in giacca e cravatta che gli leggi nello sguardo venderebbe valigetta e cravatta per una birra fresca.
Il barbone che sonnecchia nell'angolo, da solo, perchè puzza.
I turisti che osservano sconcertati la cartina.
E se sei fortunato c'è anche un cantante. In genere scalcagnato, di quelli che ti viene voglia di pagarli per farli stare zitti.
E poi adoro sentire le vocine che ti informano delle fermate. Bellissima quella di Barcellona dove una signorina gentile dice 'pròxima estaciòn' e poi una voce baritonale annuncia 'Sagrada Familia'. La più incomprensibile è quella di Milano. 'Lanza, fermata Lanza'. Amore, l'avevo già capito che eravamo a Lanza, che bisogno c'è di ripetere???
E poi la metro ha tanti odori. Odore di freni, di aria sotterranea, a volte umidità.
Ma l'unica metro in cui ho sentito sempre e comunque durante tutte le corse una puzza persistente di umanità è la linea verde di Milano.
Sindaco Moratti, perchè non ci fai mettere dei profumini?
A Cagliari la metro non c'è. Siamo troppo pochi? Non saprei. Forse si, ma siamo strozzati dal traffico, perchè i mezzi pubblici sono troppo lenti e per forza prendi la macchina. Rimanere bloccato in Viale Marconi col pullman o con la macchina, alla fin fine cosa cambia? Certo, se tutti prendessero il pullman non rimarresti bloccato con la macchina, ma...anche i pullman di cagliari spesso hanno il problema della linea verde della metro di Milano.
Eppure tutte le volte che vedo una cartina della metro di una città straniera io mi immagino come sarebbe bella la metro sotterranea di Cagliari.
Linea Rossa, fermate: Matteotti, Yenne, Garibaldi, Repubblica, Dante, Marconi (1,2,3)
Linea Blu: Matteotti, Bonaria, Diaz, Ponte Vittorio, Monfenera, Marina Piccola, 4° fermata Poetto, 7° fermata Poetto, Ospedale Marino.
Giusto per iniziare. E poi allargarsi e coprire tutto l'hinterland, tutti i paesi e andare da casa mia a casa dei genitori del coniglio in 20 minuti scarsi, camminare a piedi e non dovermi preoccupare di parcheggiare l'auto...
Va beh, per ora è un sogno. Ma magari i miei figli, o i miei nipoti lo vedranno.
Adesso accontentiamoci della metro altrui.
'Pristy zatavska: Stephanska!'

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