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P.A.: P come paesaggio, A come agrario

Creato il 28 novembre 2012 da Firenze5stelle @firenze5stelle

Il paesaggio è così intrinsecamente legato alla tutela del patrimonio artistico e storico nazionale, come statuito dall’art. 9 della Costituzione Italiana, tale da renderlo esso stesso un bene ambientale e storico, il quale, per eccellenza, cioè di per sè, è un bene comune puro ovvero destinato alla pubblica utilità.

Il paesaggio agrario in particolare, quale “forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente, imprime al paesaggio naturale” è parte a sua volta di quel più ampio paesaggio rurale, in cui le architetture rappresentano, in un certo qual modo, quella “seconda natura destinata alla pubblica utilità”.

P.A.: P come paesaggio, A come agrario
Ecco, oggi, per ammissione stessa della pubblica amministrazione (P.A.), nazionale e regionale, quel bene pubblico è non solo minacciato di estinzione, ma è in procinto di sparire del tutto. Soprattutto il suolo agrario, che rappresenta la base naturale difficilmente rinnovabile o non rinnovabile del tutto, su cui il paesaggio agrario si è venuto formando, stabilendo relazioni plurisecolari con la società e la sua economia agricola, che si sono come co-evoluti e co-adattatati all’ambiente naturale originario. Ecco, oggi, la società e la sua economia tradiscono, arrestano, uccidono questa linea evolutiva, che noi, semplicemente, esteticamente, chiamiamo bellezza paesaggistica, e che qui in Toscana, ma non solo, è unica al Mondo. 

Sono gli stessi amministratori che ce lo dicono: “più di tremila ettari urbanizzati a spese del territorio rurale” in Toscana, tra il 2007-2010. Quasi un autoassolvimento pubblico accusando il danno solo ora che il Ministro Catania sta tentando di porre argine alla cementificazione incipiente: il relativo ddl è stato approvato in sede di Consiglio dei Ministri lo scorso 16 novembre. Ora guardiamo se riuscirà a varcare tutte le forche caudine degli interessi cementificatori che si annidano in parlamento.

Come ci comunica altresì il Governo, “il provvedimento in oggetto persegue la finalità di valorizzare la superficie agricola, oltre che lo scopo di promuovere l’attività agricola che su di essa si svolge o potrebbe svolgersi, al fine di impedire che il suolo venga eccessivamente “eroso” e “consumato” dall’urbanizzazione”. Rimane però il dubbio che per definire il suolo agricolo lo si faccia attraverso strumenti urbanistici, sottolineando, ancora una volta, la sudditanza legislativa della tutela del paesaggio rispetto alla legge urbanistica, frutto di una storia e di una controversia ataviche che risalgono agli anni 1939-42. E tutto ciò nonostante che il paesaggio sia tutelato dalla Costituzione.

Secondo il Ministero delle Politiche Agricole, la superficie agricola utilizzata, in Italia, “dal 1971 al 2010, si è ridotta di 5 milioni di ettari (da quasi 18 milioni di ettari a poco meno di 13): una superficie equivalente a Lombardia, Liguria, ed Emilia Romagna messe assieme”. Tutto ciò è avvenuto paralellamente ad un incremento della popolazione e dei suoi fabbisogni alimentari. Ma da un punto di vista della sostenibilità, “l’incremento di inputs sul territorio non è più in grado di tradursi in un incremento di produzione” agricola. Ciò lo è stato sino a qualche anno fa; oggi, invece, “si è giunti al punto in cui l’applicazione di maggiori quantità di tecnologie dsponibili non corrisponde ad un incremento di rendimento della terra”.

Arrivati a questo punto di non ritorno, quello che vogliamo è che anche in sede costituzionale sia tutelata, se non salvaguardata, da parte dello Stato, la destinazione d’uso dei terreni agricoli per la sicurezza alimentare nazionale. Sappiamo, infatti, che “l’Italia attualmente produce circa l’ 80-85% delle risorse alimentari necessarie a coprire il fabbisogno dei propri abitanti. In altre parole, la produzione nazionale copre poco più dei consumi di tre italiani su quattro”.

Se dunque l’Italia è un Paese in declino economico, lo è anche perchè dipende dall’estero per l’energia e per le derrate alimentari; i Paesi in questa situazione macroeconomica sono vulnerabili ed internazionalmente ricattabili. Tutto questo è anche il prodotto di una mancata politica ambientale da 40 anni a questa parte. Ora è il momento di voltar pagina.

 Approfondimenti

Sereni Emilio, Storia del Paesaggio Agrario Italiano,Laterza, 1961

Settis Salvatore, Perchè gli italiani sono diventati nemici dell’arte, in Il Giornale dell’Arte, n.324, Ottobre 2012.

Pampaloni L., “2007-2010: più di 3.000 ettari di urbanizzazioni a spese del territorio rurale”, Toscan-notizie.it
MIPAAF, Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione, Dossier a cura di A. Rondinone, 2012.


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