Pagheranno... speriamo

Piccolo passo verso l'equità fiscale tanto agognata dagli italiani: anche la Chiesa pagherà l'IMU (ex ICI) per gli immobili non adibiti a luoghi di culto sul suolo dello Stato. Non è certo il caso di cantar vittoria, per tutta una serie di elementi. Primo fra tutti il fatto che ci vorranno almeno due mesi per stabilire l'esatta normativa e poi, fattore non da poco, il fatto che in questo lasso di tempo qualcuno troverà di certo il modo di gabbare la legge.
Ad una prima lettura pare che l'imposta sarà dovuta per quella parte (intesa anche come porzione millesimale) che è sede di commercio, come ad esempio i locali adiacenti un santuario dove si vendono i cosiddetti "ricordini".
Il problema certamente si porrà su come considerare le scuole da loro gestite, mai a titolo gratuito e parificate prima e poi addirittura privilegiate dai contributi statali con la gestione dei ministri all'istruzione del signor B., poi, di conseguenza, si terranno in considerazione alberghi, luoghi di soggiorno, luoghi di cura, ospedali ed altro.
Si prevedono in ogni caso dure proteste da parte dei diretti interessati, sorretti dai politici di estrazione cattolica più intransigenti, ovviamente.
Cercheranno di ribellarsi e contestare  il pagamento nonostante il ben noto "Date a Dio quel che è di Dio ed a Cesare quel che è di Cesare" che tanto predicano ma non applicano e potremo finalmente dire che pagare le tasse non piace proprio a nessuno. Nemmeno a chi fa della giustizia (con la carità e la povertà) la propria bandiera di fede, perchè si sa, lo spirituale è importante, ma il materiale è più appagante.
Va così da secoli, si sono scatenate guerre inutili per capire quale dei due poteri sia superiore e, probabilmente, sarà anche adesso una bella lotta...
Forse senza vincitori, né vinti, come sempre per aver modo di rispolverare la questione, dimenticando che sarebbe auspicabile una "libera Chiesa in libero Stato", con lo Stato libero di riscuotere anche dalla Chiesa le tasse dovute da tutti i soggetti fisici e giuridici che ne fanno parte.
Gli Italiani si aspettano ancora il ridimensionamento degli stipendi dei politici ed il rientro dei capitali dall'estero, fondamentali non solo per rimpinguare le casse dello Stato, ma anche per dare un senso al termine "civile" che vorremmo associare al nostro Paese.