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Pari opportunità, ricerca del vero e schiavitù

Creato il 15 luglio 2010 da Dallomoantonella

E’  di  questi istanti  l’approvazione al  senato argentino della legge che consente  il matrimonio tra gay.

Altri numerosi  paesi  l’hanno già  fatto prima di questo (vedi l’Olanda,  la Gran Bretagna, la Francia, la Spagna, la Scandinavia, la Germania,  lo stesso Portogallo e cinque stati degli Stati Uniti d’America) , ma questo è   il primo stato  non proprio  diremmo  anglosassone ed avanzato  che nonostante una profonda tradizione cattolica  riesce a compiere  la svolta, riesce a decidere un significativo cambiamento.

Aldilà delle considerazioni personali legate a sentimenti religiosi e filosofici assolutamente  fuori discussione, approvo pienamente la   scelta di questo  governo  di aprirsi  all’evoluzione  del sentimento  comune;  è sempre un segno di coraggio e di intelligenza  ammettere  che ci possono essere nuovi  contenuti     nei   legislamenti  e nelle riforme  ad essi  connesse.

E’ sempre l’antica  ed eterna   ricerca della verità  che mi  guida e che  mi  fa riflettere  su  tutto   quanto accade; per ogni traccia  di novità e di progresso  come un bastardo bastian contrario  io mi chiedo “E’  questo un  reale  avanzamento del sapere e dell’essere  civile?” e di fronte ad ogni conquista in apparenza scandalosa ed offensiva del comune senso del pudore io mi domando “E’ questo un vero scandalo o piuttosto  non lo è di più  continuare a non volere vedere, a non volere capire, a non volere denunciare…?”

Difficile ed ardua, se non pericolosa,  la ricerca del vero.  Se il mondo  apparente  ci ha completamente rinunciato,  i mondi  reali  e  sotterranei  del sapere, della  ricerca,  della  condivisione  e del confronto  non  ci rinunciano  per nulla,  anzi,  ognuno  si tiene stretta  tra le dita le sue scheggie  fragili e minuscole  di  certezza  non per sbandierarle come  parole inviolabili,  non  per imporle  a chi  non ha nemmeno più uno spiraglio  di cervello  pensante,  ma  per  ripensarle, rimeditarle, riviverle, ricontestualizzarle…

Solo quando  sento  di notizie  strazianti  e vergognose mi scandalizzo sul serio, solo di fronte agli innumerevoli atti  di riduzione in  schiavitù  mi  sorge spontanea  e determinata  ogni parola possibile ed anche impossibile  di condanna senza mezze   misure.

Certo,    anche qui  lo sdegno ormai  serve a ben poco;  sarebbe meglio prendere una posizione  operativa e  coerente, sarebbe più utile  pensare  ad azioni   di  dissenso  reale e non solo virtuale…ma già nella vita quotidiana  ci viene data l’effettiva possibilità  di dimostrare la nostra  credibilità.

Ogni nostro gesto, ogni nostra parola,  che lo si voglia o che non lo si voglia, parla di noi e per noi.

Maledirei  ogni  giorno  futuro  che mi attende di vivere  se   pensassi  che  non  c’è possibilità di giustizia  in questo mondo di marmellata    che ci è dato  di condividere.

Credo  in una sorte  di bilancia naturale  che  in qualche  modo deve compensare i troppo mali di troppe persone con la  troppa   fortuna  di certe altre,  minoritarie…difficile pensarlo,  lo ammetto, se ci si sofferma all’analisi  dell’immediato  e se non ci si mette nell’ottica dell’attesa, della maturazione,  del  lento   crogiolo  inteso  come indiscutibile  prova del fuoco.

E per finire  viva l’Argentina  che ha dimostrato d’essere più evoluta di noi italiani, ancora bacchettoni,  ancora  bigotti, ancora  ipocriti falsi e borghesi…


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