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Perché a Roma i negozi stanno tutti fallendo? E' la crisi? Sono le tasse? O è lo schifo di contesto in cui operano?

Creato il 07 novembre 2014 da Romafaschifo
Perché a Roma i negozi stanno tutti fallendo? E' la crisi? Sono le tasse? O è lo schifo di contesto in cui operano?
Perché a Roma i negozi stanno tutti fallendo? E' la crisi? Sono le tasse? O è lo schifo di contesto in cui operano?
Perché a Roma i negozi stanno tutti fallendo? E' la crisi? Sono le tasse? O è lo schifo di contesto in cui operano?
Perché a Roma i negozi, gli esercizi commerciali, le boutique stanno fallendo a rotta di collo? Perché aziende muoiono come mosche in continuazione? Perché quelle che erano fino a ieri strade commerciali dove un fondo commerciale era conteso e non restava libero per più di un giorno sono oggi un palcoscenico di cartelli "affittasi" e "vendesi"? Come è possibile che luoghi come Viale Marconi o Via Appia, tra gli ambiti più commerciali d'Europa, non trovano locatari per i loro spazi disponibili? 
Certo c'è la crisi, certo c'è la burocrazia, certo si sono contratti i consumi. Ma perché questo è successo? Perché le persone, invece di passeggiare nelle classiche strade commerciali della città decidono di rivolgersi ai centri commerciali? 
A nostro avviso perché i centri commerciali, a Roma, sono oggi gli unici luoghi dove si ricreano dei prerequisiti di civiltà che sono il minimo sindacale accettabile per invogliare o per lo meno per non disincentivare la propensione a fare shopping o per lo meno la propensione a uscire di casa e a farsi una rilassata passeggiata che la condizione minima per poi mettere mano al portafogli e far girare un po' di economia (ammesso e assolutamente non concesso che vi siano economie nei portafogli della gente, ma questo è davvero un altro problema).

I prerequisiti sono l'assenza di auto in sosta selvaggia (e dunque di pericoli per i pedoni), l'assenza di smog, l'assenza di caos (clacson, auto che bloccano altre auto), la presenza di videosorveglianza, la presenza di un arredo urbano dignitoso, la presenza di parcheggi interrati. Cose che, in passato, i commercianti stessi hanno ostacolato con forza. Cose che in tutte le città del mondo sono state rese anche nelle strade normali e che a Roma, invece, si verificano esclusivamente nei centri commerciali. Ecco perché la gente li frequenta.

Ed ecco perché non frequenta più le strade commerciali che stanno tutte morendo. Perché non hanno nulla di tutto ciò che oggi è indispensabile e perché, in più, hanno una offerta commerciale anomala, fuori scala, orribile, brutta, squalificante costituta dal commercio ambulante: un format commerciale unico al mondo, presente solo a Roma in queste forme e in queste modalità. Guardate queste foto: Via Grimaldi, Via Fermi, Viale Marconi (ma è così in tutta Roma). Chi dovrebbe farsi venire voglia di fare compere in una strada disseminata da bancarelle da primo dopoguerra con mutandoni e panciere appese e sventolanti. Come minimo fare compere in questi contesti è una cosa umiliante. Perché si dovrebbe? Perché non aspettare sabato e recarsi al centro commerciale dove si mantiene almeno un livello di decenza di contesto? 

I nostri commercianti parlano di crisi, si arrabbiano col governo, se la prendono con la burocrazia, si avvelenano con le tasse. E sopportano, in silenzio, uno sventagliare di fronte alla loro vetrina (resa invisibile dalla strada benché loro le tasse per l'insegna le paghino) di panciere. Panciere, capito?!

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