Magazine Cinema
Iris, appunto.
Una vita abortita prima di esser tale simbolo di una vita abortita in vita.
Una maternità non voluta simbolo di una maternità mai arrivata.
E' l'inizio della fine per Iris.
Una premessa doverosa.
Se vogliamo facciamo finta di no ma è innegabile come il cinema francese in questi ultimi anni sia quanto di meglio si sia visto nel Vecchio Continente e, forse, non solo qui.
I cugini hanno eccelso dapertutto, prodotto i migliori esponenti o alcuni dei migliori di ogni genere.
Penso alle commedie con Quasi Amici, all'horror con Martyrs, al polar o poliziesco con L'Ultima Missione (o l'ancor più bello ma più datato Non dirlo a nessuno), all'animazione con L'Illusionista, al prison movie con Il Profeta, al cinema per i più piccoli (e non solo) con Il Piccolo Nicolas e i suoi genitori, al drammatico con Un sapore di ruggine ed ossa senza considerare delle perle difficilmente classificabili come The Artist, Enter the Void e Kill me please. E mi sono limitato veramente agli ultimi 3,4 anni...
E in più ho voluto saltare coproduzioni con altri paesi altrimenti tra Valzer con Bashir, Il Nastro Bianco e company non finivamo più.
E ora raggiungono l'eccellenza anche con questo semidocumentaristico Polisse, una specie di Acab francese che al posto dei nostri celerini racconta le vicende della polizia di Parigi addetta alla tutela dei minori.
Film frammentario che ha la forza in almeno due particolarità non così evidentissime.
L'evidenza è quella di una pellicola potente, capace di colpire lo spettatore senza mostrar quasi nulla. La forza è tutta nei dialoghi, quasi irreali nella loro violenza verbale. Parliamo di pedofilia, abusi sui minori, menefreghismo, sfruttamento. Più di una volta si arriva a un senso di disgusto raro, specie nel racconto del padre che spiattella tutto su quello che fa alla figlia perchè tanto ha protezioni in alto.
L'unico momento visivamente molto forte è la scena dell'aborto, così nuda e cruda da far star male. E turning point non tanto per il film ma per almeno una delle sue protagoniste principali, Iris.
Cos'erano le due particolarità?
La prima è che malgrado sia un film corale dove almeno 10 personaggi interagiscono sempre tra loro le vicende principali vanno tutte a coppia. Tre coppie raccontate con un tatto e una verosimiglianza rare.
I due giovani agenti che forse si amano ma hanno paura a dichiararselo o non possono (lei ha un compagno ed è incinta). Il loro sfiorarsi la mano all'ospedale è una magnifica conclusione della loro ministoria.
La fotografa e l'agente di colore, entrambi completamente insoddisfatti del loro matrimonio creeranno una relazione che dall'odio passerà a un amore profondo e vero. La fotografa è interpretata dalla stessa regista (bellissima donna) e non è un caso visto che la regia è solo fredda cronaca di quello che accade, come una foto.
Le due agenti donna, forse il rapporto meglio caratterizzato e più particolare. Iris che odia gli uomini e Nadine che si sta separando dal marito ma in fondo lo ama ancora. Magnifico il loro scontro finale in commissariato, decisivo alla luce del finale.
Ma, soprattutto, e forse tra le righe lo si sarà capito, Polisse non è un film su degli agenti e su pedofili ma sull'insoddisfazione umana. Non c'è un solo, un singolo personaggio realizzato, felice, con una vita sociale e sentimentale stabile. Tutti si sono separati, lo stanno facendo o lo faranno. E tutti hanno un mal di vivere, una nevrosi, uno stress che un lavoro come quello, dove si sentono padri che magnificano le parti anatomiche delle proprie figlie, alla fine inevitabilmente ti porta.
E quel finale è disperazione e liberazione allo stesso tempo.
Tanti i motivi che hanno portato a quel gesto.
L'ultimo, il più particolare e inquietante è proprio di quel bambino che in montaggio alternato volteggia mentre lei vola.
La scoperta di come in un rapporto aberrante come quello del pedofilo si possa nascondere a volte un qualcosa che fa solo schifo a pronunciarlo in questo contesto ma che comunque per un momento mi ha messo i brividi addosso.
L'amore.
( voto 8 )
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Dinamite!: la Dinamo Sassari campione d'Italia
In origine qui, oggi, in questo spazio, doveva esserci una recensione di un disco. Niente di più facile: l'articolo era già bell'e pronto. E che ci vuole!... Leggere il seguito
Da Ant
ARTE, CULTURA -
Thrive – The vegan nutrition guide to optimal peformance in sports and Life...
Trovato solo in inglese… Brazier è un triatleta professionista che, dopo aver provato tutti i tipi di diete immaginabili allo scopo di migliorare le sue... Leggere il seguito
Da Serenagobbo
CULTURA, LIBRI -
When Marnie Was There
E' già Ieri -2014-Studio Ghibli non è solo Hayo Miyazaki.Non è nemmeno solo l'altro suo fondatore, Isao Takahata, e nemmeno il discepolo di sangue Goro Miyazaki. Leggere il seguito
Da In Central Perk
CINEMA -
L’ultima notte al mondo di Veronica Consolo
L’ultima notte al mondodi Veronica Consolo Titolo: L’ultima notte al mondo Autore: Veronica Consolo Edito da: Giovanelli Edizioni Prezzo: 16.00 EUR Genere:... Leggere il seguito
Da Nasreen
CULTURA, LIBRI -
Raccontare il sesso
Il capitolo quattro del mio antico romanzo, L'ultima stella, che sto eroicamente ribattendo (ma anche tagliando, cambiando, mutando di tempo ecc.) mi ha... Leggere il seguito
Da Massimo Citi
CULTURA -
Monkey Boy di Antonio Monti in dvd
Anno: 2009Durata: 79'Genere: HorrorNazionalita: ItaliaRegia: Antonio MontiUna ricognizione filosofica, probabilmente, dell’essere umano, della sua natura, del... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA