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Pubblico impiego

Da Loredana V. @lorysmart

Da qualche tempo leggo sempre più frequentemente su internet delle teorie semplicemente demenziali.

Secondo alcune persone i dipendenti pubblici non pagano le tasse. Se detti interventi fossero scritti da ignoranti potrei anche capire, ma tra loro ci sono anche molte persone che si intendono sia di contabilità che di lavoro e quindi la cosa mi lascia alquanto interdetta.

Qualcuno parla di “cuneo fiscale” adducendo, giustamente, che i lavoratori privati producono un lordo sul quale il datore versa contributi ed IRPEF, mentre il dipendente pubblico costa alla colllettività per il suo netto percepito più il mancato introito per contributi e tasse. Ma da qui a dire che i pubblici non pagano le tasse ce ne corre.

Ormai io sono fuori dal mondo produttivo da un po’ di tempo, però mi piacerebbe far vedere a certi individui lo statino dello stipendio che percepivo in quanto dipendente parastatale, per nulla differente da quello di un qualsiasi dipendente privato: retribuzione lorda cui si aggiungono eventuali straordinari (non sempre pagati) detratti i contributi previdenziali e le ritenute IRPEF.

PUNTO!

Lo stesso per altri tra parenti e conoscenti che sono invece dipendenti statali.

Se, come tanti scrivono, lo Stato non versa i contributi o l’Irpef in quanto queste voci rappresentano una partita di giro, di questo il dipendente pubblico non ha alcuna responsabilità perché queste poste passive vengono comunque detratte dal suo stipendio lordo. Ho letto anche altre scemenze per cui uno statale non saprebbe nemmeno a quanto ammonti la sua retribuzione lorda e parli solamente del netto: beh, chiedete ad un metalmeccanico o a un commesso di supermercato quanto percepisca al mese e vi dirà quanto prende al netto anche se tutti (statali compresi) sono a conoscenza degli importi lordi stabiliti dai vari contratti di lavoro. Se invece vogliono affermare che i dipendenti pubblici RAPPRESENTANO le tasse posso in parte concordare perché pure io sarei propensa ad eliminare tutti quei dipendenti necessari all’espletamento di quella montagna di burocrazia impostaci da leggi e leggine, montagna che va aumentando sempre più invece di diminuire.

Per il resto che facciamo?

Aboliamo gli insegnanti? Medici e paramedici? Forze dell’ordine? Magistrati? Esercito? Gli enti di previdenza? Gli impiegati dell’anagrafe e del catasto?

Le tasse servono anche a questo. L’unica cosa necessaria sarebbe riformare la pubblica amministrazione consentendo di licenziare i rami secchi ed improduttivi, gli impiegati che hanno un doppio lavoro, quelli che non svolgono scrupolosamente le mansioni loro assegnate. Ci vogliono seri controlli di produttività iniziando dall’alto. Ci sono fior di dirigenti lautamente retribuiti che dilapidano allegramente i fondi pubblici perché tanto non sono soldi loro. Le cronache sono piene di questi episodi e non sempre i responsabili pagano.

Il problema sta proprio nel numero eccessivo di dipendenti pubblici che lavorano poco e male, per lo meno in molti settori, mentre in altri sono sfruttati e sottopagati. Basti vedere il numero di dipendenti della regione Lombardia e confrontarli con quelli della Sicilia, o il famoso numero dei forestali calabresi confrontato con quelli del Trentino-Alto Adige. E’ inammissibile che al giorno d’oggi non si sia ancora in grado di valutare il lavoro di un dipendente e che ci sia ancora una marea di enti inutili per dare un posto  a certa gente.

Tra poco, dicono, dovrebbero eliminare le Province: forse risparmieremo sui compensi elargiti ai vari consigli e giunte provinciali, ma la marea di dipendenti dove la sistemeranno? Una parte magari verrà riassorbita dalla Regione, ma il numero rimanente invece di essere eliminato (per ragioni vuoi clientelari che altre) troverà comunque una sistemazione a nostro carico…e la farsa continuerà.

Pensate a quando si andava alla scuola elementare anche solo venti anni fa: c’era una sola insegnante più il prete per l’ora di catechismo, ora ce ne sono almeno tre per lo stesso numero di ore.

E molti di quelli che criticano a tutto spiano lo stato dimenticano che molte malefatte avvengono anche nel privato. Per la burocrazia, chiedete un mutuo alla banca, contate carte e controlli che richiedono, verificate i tempi di attesa ( e non sempre il mutuo viene concesso). Per la cattiva amministrazione, ricordate il caso Parmalat o quello Olivetti, tanto per fare un paio di esempi. Poste e trasporti sono stati privatizzati, ma non è che i servizi siano migliorati.

E per il resto tappatevi la bocca. 



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