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Quarenghi 2013, the day after

Creato il 05 agosto 2013 da Giulianoguzzo @GiulianoGuzzo

Quarenghi

Il giorno dopo, già il giorno dopo emerge quello che di un’esperienza è destinato a restare, la sua consistenza, il suo reale valore. Così ieri, mentre il mio treno salutava Maratea e la Basilicata puntando dritto come una spada verso il nord, ho potuto comprendere cosa davvero sia stato, per me, il seminario “Vittoria Quarenghi 2013” a cura del Movimento per Vita, ossia esperienza di gioia e studio, approfondimento e festival dell’impegno incorniciati da un lungo abbraccio fra giovani molti dei quali si sono incontrati per la prima volta ma che già vivevano col cuore puntato verso gli stessi grandi valori: prima la somiglianza spirituale, poi l’incontro personale.

Il titolo del seminario era «Se vuoi la pace, difendi la vita», celebre invito di Papa Paolo VI (1897-1978) che decenni dopo rimane di intatta attualità dal momento che ricorda come una pace senza vita, quella che s’accontenta dell’assenza del conflitto armato, sia una pace parziale perché manca di credibilità e corre il rischio di ridursi a mero enunciato. Per meglio sviscerare un tema tanto centrale e ricco di implicazioni si sono susseguiti relazioni e lavori di gruppo che però non hanno impedito ai partecipanti di conoscersi e intrecciare relazioni rivelatesi decisamente più arricchenti del previsto e che ora, per superare la distanza geografica, sono affidate a quei ponti planetari che rispondono al nome di Facebook e WhatsApp.

La settimana si è quindi tradotta in una fuga dal tempo e in un tuffo nel mare dell’amicizia, in assoluto il più limpido e trasparente. Solo questo spiega come – al pari di altri – mi sia stato possibile tornarmene a casa con una valigia diversa da quella della partenza, una valigia quasi magica, al tempo stesso molto più grande e molto più leggera. E mentre penso ai tantissimi che si sono formati ai “Quarenghi” del passato – e non riesco neppure ad immaginare quanti il seminario ne accoglierà in futuro -, mi tengo stretta la sensazione che certi ricordi siano inossidabili, senza data di scadenza. E che una parte di tutti i pro-life riunitisi a Maratea, in fondo, sia rimasta lì, fra scogli ed onde, immersa nella speranza di cambiarlo davvero, questo mondo.



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