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Quello che le mamme non dicono

Creato il 26 maggio 2010 da Jolanda

Ho letto: Quello che le mamme non dicono

Quello che le mamme non dicono - Chiara Cecilia Santamaria

Di libri scritti da mamme ne ho letti tanti, ma questo è particolare.
Si può sentirsi vicine o distanti dall’autrice, ma non si può negare che è un libro SINCERO.
Wonderland ha descritto il suo essere mamma in modo diretto, vero e senza i soliti filtri dettati da un’immagine stereotipata della maternità.

Certo alle volte può stupire che sia più grande la sua voglia di scappare che quella di stare insieme al pupo, ma, ammettiamolo mamme, succede! E ammetterselo fa bene, sfogarsi aiuta e ti fa sentire meglio.

Ecco, questo libro “ti fa sentire meglio” come mamma. Ti fa capire che, se anche alle volte hai voglia di scappare, sei stressata, hai paura di non farcela, non significa che sei una cattiva madre, ma solo che sei una mamma come tutte le altre, con alti e bassi, momenti di assoluta felicità e di abissale stanchezza e depressione.
Un giorno sei una cosa sola con tuo figlio, non lo lasceresti mai, e un altro giorno cerchi affannosamente qualcuno che se ne occupi per distrarti un po’ e dimenticare per qualche ora di essere mamma.
Nel libro questo dualismo c’è tutto. Ed è descritto con piacevole ironia e apparente superficialità.
Ma in realtà il volume tocca un tasto molto vivo, molto reale, molto vero…

In particolare la solitudine delle mamme nei primi mesi dopo la nascita del bambino. I mesi più duri, nei quali non sai bene come muoverti, come gestire questa piccola creatura e ti senti sola, inadeguata, incapace e “diversa” dalle altre.

Insomma è un libro che mi sento di consigliare a tutte.
A chi vuole diventare mamma, per arrivarci preparata e consapevole. Sapendo che ci saranno momenti difficili e momenti bellissimi, momenti, comunque, irripetibili.
Per quelle che sono già mamme e vogliono sorridere della maternità, riflettendoci su e affrontandola da un punto di vista decisamente diverso.
Ma consiglio questo volume anche a tutti quelli che “mamme” non lo sono e non lo saranno mai.
Leggendo questo libro riusciranno a capire un po’ di più la maternità e tutti i suoi molteplici risvolti psicologici, slegandola finalmente dal solito, noiosissimo (e dannosissimo!) contesto sociale di “mamme perfette e felici”, così distanti dalle mamme vere e reali.

Chiudo con un pensiero per l’autrice: un libro come il tuo mi sarebbe tanto piaciuto averlo in mano durante la mia prima gravidanza! Ma, ti assicuro, l’ho apprezzato molto anche adesso. Brava.

Per chi fosse interessata, incollo qui sotto una descrizione del libro (presa da IBS).

Descrizione
Lei ha 27 anni e crede nel mojito, nella carriera, nel suo uomo e nei viaggi improvvisati. La nana ha cinque settimane e abita la sua pancia. Scoprirlo è uno shock, “fare la mamma” sembra un’attività totalizzante, incompatibile con libertà, sogni, ambizioni. L’autrice decide di affrontare la situazione armandosi di buoni propositi, ma soprattutto di ironia. Qui si sostiene che è buono e giusto conservare la parte migliore di sé – quella divertente, folle, avventuriera – anche dopo un figlio. Che l’istinto materno a volte arriva e altre volte è in ritardo. Ma anche che esistono momenti neri che nessuno racconta, che dopo un mese di neonato ne servirebbero tre di psicoterapia, che ogni tanto è normale rimpiangere il “prima”. Dimenticate la mammina che chiama il figlio “angioletto” anche se non dorme da quindici settimane, quella che considera il parco giochi una botta di vita e decanta le gioie delle vacanze coi nonni. Preparatevi a scoprire tutta la verità riguardo alla vita col pupo, e anche gli esilaranti retroscena di pappe, giochi e ninne nanne. Un libro dedicato alle donne che si sentono troppo giovani per fare figli, a quelle che ci pensano ma non sanno cosa le aspetta, a quelle che già ne hanno e certe volte, con tutto l’amore del mondo, vorrebbero fuggire alle Bahamas.

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