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Recensione a “Semplicemente sassi” di Marzia Serafin

Creato il 12 gennaio 2016 da Soleeluna
La recensione del Blog

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Uno scrittore affitta una camera in una casa di campagna di proprietà di una donna matura, Marzia, un medico (psicologa?), una donna che “aveva passato la vita a vivere la vita degli altri, a comprendere i loro fantasmi e ad odiare i propri”.

Lo scrittore pare affrontare un periodo di aridità artistica, cui si affiancano difficoltà finanziarie e sentimentali. La padrona di casa lo provoca ripetutamente; suggerisce, punzecchia, fornisce interessanti riflessioni, nei momenti conviviali, di fronte a struggenti tramonti oppure a dolcetti appena sfornati. La donna, dopo aver assunto il ruolo di “coach motivazionale,” muore improvvisamente e l’uomo, forte del proprio contratto locativo, continua a vivere da solo in quella casa, affrontando i ricordi della donna. In una scatola segreta (ma non poi tanto, in quanto la sua presenza viene suggerita dalla stessa donna) rinviene alcuni oggetti personali ed un frammentario scambio epistolare tra la donna ed uno sconosciuto amico, Ronny, forse intimo. Dai frammenti di quelle lettere, una sorta di diario personale, disordinato e lacunoso; dall’immagine che lo scrittore si è fatto della donna, condita con una buona dose di fantasia, l’uomo tratteggia una plausibile storia d’amore tra i due. Dapprima una relazione sbilanciata, con Marzia folgorata immediatamente dalla personalità dell’uomo; mentre Ronny risulta molto più restio, quasi impaurito, a legarsi ad un rapporto stabile ed esclusivo. Marzia “faceva rima con impegno e serietà” e lui, disincantato per eccellenza, indugiava. Ma il tempo tesse lentamente le sue impensabili trame. E Ronny si affeziona sempre più a quella che chiama sarcasticamente “Miss Agitazione”. Scopre di aver bisogno della sua presenza. Si abbandona alla relazione. Saluta le “passeggiate sulle rive di quel lago chiamato Orgoglio” , e si lascia inondare di emozioni. E la lontananza (causa del suo lavoro) testa il rapporto, oscillante tra sofferenza e desiderio di un riabbraccio. “Semplicemente sassi” è un romanzo interiore, quasi spirituale. Affronta con realismo le fragilità amorose, covate da ferite passate. Ma con una sconfinata dolcezza.

I giapponesi parlano di Kintsugi, l’arte di riparare le cicatrici dei vasi con resina e polvere d’oro: poteva essere questa la soluzione per i frammenti del cuore di Ronny…

Gli stati d’animo dei due protagonisti, diversi e complementari, s’affacciano in ogni pagina, senza remore, onestamente. Ronny resiste a lungo, prima che la marea amorosa lo travolga. “In ogni sguardo che si scambiavano, spesso di nascosto, c’era la ricerca di quella complicità tanto agognata per settimane e quel timore di scoprire qualche lato di estraneità”. Anche una banale ricerca di funghi in un bosco diventa una delle pagine indelebili della loro vita. “Cosa mi hai fatto?” si ripeterà più volte Ronny, come se la necessità di un compimento (nell’unione con Marzia) fosse frutto di artifici e non pura esigenza umana.

“Semplicemente sassi” fa riflettere, emoziona, punge. Il ritmo narrativo è lento, rilassato, indolente; malinconico come un paesaggio d’autunno, senza eccessi. Nello stesso tempo caldo e struggente. Forse tratteggia qualche esperienza complessa diretta, vissuta in prima persona dall’autrice, che dedica il libro a “Tristan”, similare al cane saggio della Marzia narrata. E il racconto si chiude lasciando aperta l’eterna e inesausta domanda sulla felicità, sulla soddisfazione, sulla vera ricchezza.

Giancarlo Chiarenza


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