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Recensione: "A volte ritorno" di John Niven

Creato il 14 luglio 2014 da Saraguadalupi

"A VOLTE RITORNO" di John Niven
• Editore: Einaudi • Pagine: 381 • Prezzo: 12,50 € (cartaceo) - 9,99 € (ebook) Dopo una vacanza di qualche secolo Dio è tornato in ufficio, in Paradiso, e per prima cosa chiede al suo staff un brief sugli ultimi avvenimenti. I suoi gli fanno un quadro talmente catastrofico - preti che molestano i bambini, enormità di cibo sprecato e popolazioni che muoiono di fame... - che Dio si vede costretto a rimandare giù il figlio per dare una sistemata. JC (Jesus Christ) gli dice: "Sei sicuro sia una buona idea? Non ti ricordi cosa è successo l'altra volta?" Ma Dio è irremovibile. Così JC piomba a NY, dove vive con alcuni drop-out e ha modo di rendersi conto in prima persona dell'assurdità del mondo degli uomini. E cerca, come può, di dare una mano. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità.
Recensione di un libro che ho comprato più per curiosità che per altro. A dirvi la verità ultimamente compro molto libri mossa dalla curiosità per la trama, la cover o per le recensioni che leggo nella blogsfera..ecco, "A volte ritorno" fa parte di quest'ultima categoria - soprattutto perché davvero non ho letto neanche una recensione negativa al riguardo, e questo indubbiamente è un'ottima prospettiva :) Provate ad immaginare se, al posto dei dieci comandamenti tramandati da Mosè, Dio ci avesse semplicemente raccomandato di "fare i bravi".. probabilmente il mondo avrebbe preso una piega diversa. Le religioni avrebbero preso una piega diversa. Ecco, è così che inizia questo libro: Dio torna in paradiso dopo una vacanza (una settimana nel tempo del paradiso, centinaia di anni in quello "umano") e si trova a dover fare i conti con guerre, antisemitismo, discriminazioni, popoli in guerra, religioni in guerra, famiglie in guerra. 
Il paradiso raccontato da Niven però, non è tutto nuvolette rosa, amore e canzoncine celestiali: no, troviamo Gesù che fuma e suona la chitarra con Hendrix, mentre gli arcangeli svolgono le mansioni di una qualsiasi azienda: controllano, fanno bilanci, redigono grafici e statistiche..basandosi sugli avvenimenti terrestri. Ed è proprio durante un briefing aziendale che Dio decide di rimandare suo figlio Gesù sulla terra per aiutare l'umanità a redimersi e a "fare la brava" come lui stessa ha suggerito all'alba dei tempi. Gesù rinasce così sulla terra nel 1976, ma la storia ci viene raccontata dal 2011, quando ha 32 anni e vive a New York con un gruppo di amici musicisti un po' folli e squattrinati. Non hanno un soldo, vivono di stenti ma Gesù ha una voce ed un talento con la chitarra da far (quasi) invidia allo stesso Hendrix, per questo i suoi amici lo convincono a partecipare ad un talent show sulla scia di X-factor..ovviamente il nostro caro Figlio di Dio non si lascia intimorire, neanche quando si tratta di trasferirsi a Los Angeles, e così, caricati tutti gli amici su un furgone scassato, inizia questa nuova avventura che lo porterà, inevitabilmente sulle tv di tutto il mondo. Il luogo ideale per diffondere il messaggio voluto da Dio, non vi pare? Si..o meglio, lo sarebbe se non fosse che, nel 2011, nonostante tutte le vicende religiose che popolano i telegiornali tutti i giorni, l'immagine di un giovane hippie con la chitarra che si professa come il vero Figlio di Dio non è visto di buon occhio da tutti. Durante il talent Gesù non vince, ma guadagna abbastanza per aprire una comunità dedicata ai giovani sbandati che vogliono cambiare vita..ma si sa, la popolarità non porta solo gioie e tra invidie, fraintendimenti e cattiveria umana, il nostro protagonista non avrà proprio vita facile. Vi sembra una storia familiare?
Il resto lascio che lo scopriate da soli.
"-Ti dico una cosa…- continua Satana. - Visto come vanno le cose lassù, adesso per me è una vera passeggiata. Tutti quei reality show? L’unica ambizione di quei ragazzi è… - qui Satana fa una vocina da adolescente idiota - «essere cioè davvero, davvero famoso!» Insomma, tutto un pianeta di ego ipertrofici che gridano al prossimo: «Guardami! Guardami!» A nessuno frega più una cippa di imparare qualcosa. Nessuno è interessato a eccellere in qualcosa per il gusto di farlo. - Non esageriamo, - interviene Dio - qualcosa di buono c’è stato. Poesia, cinema, rock’n’roll. Non la merda che passate qui, ovvio…  - Ovvio - . Satana accenna alla versione da supermercato di The Laughing Gnome di David Bowie che risuona in sottofondo. - A me lo dici? - Però di roba buona ne è stata sfornata. - Ormai è storia, baby. È finita. A nessuno frega un cazzo della qualità. È tutto «sganciate il grano, sbattete la mia faccia in copertina e andatevene a fare in culo». È il mio turno adesso. Sul serio, non crederai di avere più la minima possibilità da quelle parti?"
Badate bene, Niven non scrive questo libro con l'intento di attaccare Dio. Egli attacca il finto teatrino che l'umanità ha costruito intorno alla figura di Dio. Un teatrino fatto di una Chiesa più interessata ai bene terreni che alla grazia celeste, e di estremisti/creazionisti, che non sanno fare altro che montare storielle fraintendendo completamente l'idea di base della religione. Ad ogni modo, posso capire che, certe persone, particolarmente devote, possano restarci male nel leggere di Dio che scende all'inferno per confrontarsi con Lucifero, oppure che fa una telefonata con Maometto ed Allah per vedere le cose con un'altra prospettiva. E per queste stesse persone non sarà sicuramente facile immaginarsi un Gesù che si fa le canne e dice le parolacce. Eppure io trovo questo libro straordinariamente attuale..oltre che inquietante.  La società di oggi è descritta in modo pungente e estremamente veritiero, e chi non lo capisce probabilmente è perché è accecato da quelle stesse fantasie che Dio condanna. Sicuramente ci troviamo davanti ad un libro facile da leggere ma molto difficile da digerire - almeno per coloro che non capiscono che qui non si parla di blasfemia o di favole, ma spiritualità personale: non di quella che ci viene inculcata da chissà chi, ma di quella spiritualità che ognuno di noi può trovare dentro sé stesso, e che spinge a credere nei sogni, nella felicità ed in una vita migliore, senza per forza dare retta i preti, estremisti, predicatori e quant'altro. 
"L'idea del peccato. Ci sono dei tipi che la metterebbero in culo a chiunque per racimolare qualche soldo, ma sono convinti che se trottano a messa ogni domenica e ripetono a pappagallo di credere in Dio, finiranno ai piani alti."
La scrittura è molto semplice, e l'intero romanzo è disseminato di riflessioni profonde - a volte nascoste in dialoghi un po' forti, lo riconosco - ma che, se trovate, sono in grado davvero di far pensare al senso, non solo del romanzo in sé, ma della nostra vita. Non darò voto pieno, però, perché ammetto che le parolacce, a mio parere, potevano essere un po' limitate, ma è un puro gusto personale.  In conclusione vi consiglio di eliminare tutti i pregiudizi dalle vostre menti e di lasciarvi trascinare da quest'irriverente storia religiosa moderna e chissà, magari, come me, inizierete a pensare che forse, se un Gesù come quello di Niven tornasse per guidarci, sarebbe davvero la nostra salvezza.
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