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Recensione di "Amore e guerra", Ilaria Goffredo, 0111 edizioni

Creato il 18 maggio 2012 da Simona Giorgino
“Amore e Guerra” è ambientato in Ruanda. Non è difficile immaginare le difficoltà e i problemi da cui è invaso un paese come il Ruanda, perché ce lo dicono i telegiornali, lo dice la storia, lo leggiamo sui notiziari. Ma, soprattutto, lo testimoniano coloro che tornano da quella terra lontana dopo un viaggio o un’esperienza di volontariato. Ed è questo che possiamo trarre, tra le altre cose, dal romanzo di Ilaria Goffredo: la testimonianza reale di chi ha potuto toccare con mano, sentire sulla propria pelle e vedere con i propri occhi. Tornando da una realtà africana, c’è da dire, accanto ai propri ricordi non è affatto raro che ci si porti appresso anche il noto “mal d’Africa”, motivo per cui spesso si finisce per ritornarci. Dopo un primo viaggio in Tanzania, Siria, la protagonista di “Amore e Guerra”, edito dalla Zerounoundici Edizioni, ha studiato e lottato proprio per ottenere l’opportunità di fare volontariato in Africa. Perché di questo si tratta: di un’opportunità. L’opportunità di valicare le frontiere ed incontrare lo sconosciuto, l’opportunità di sentirsi pienamente se stessi nel momento in cui si offre se stessi agli altri. È l’opportunità di regalare una manciata di speranze a chi non potrebbe neanche sperare di averne. Nonostante la sua giovane età, Siria è una donna matura, lo diventa soprattutto laggiù, a contatto con una realtà che, a causa della rivalità tra due fazioni della popolazione ruandese, gli Hutu e i Tutsi, va peggiorando sempre più. E siamo nel 1994. Gli Hutu, considerando etnicamente inferiori i loro conterranei sin dai tempi del colonialismo belga e anche molto prima, intraprendono una feroce lotta che sfocia in un terribile genocidio, in cui le vittime sono uomini, donne e bambini, tutti indistintamente massacrati senza pietà a causa di un’unica colpa che li macchia: quella di appartenere alla razza Tutsi. Siria è laggiù proprio nel periodo dell’aggravarsi della terribile situazione. Dedita ai suoi dolcissimi bambini orfani di cui si prende instancabilmente cura e che difende da ogni male, Siria sembra non sentire alcun bisogno personale. Da quando ha rimesso piede in Africa, non ha mai pensato a se stessa, al suo avvenire, alle sue esigenze che ha inconsapevolmente messo a tacere, non si è mai chiesta cosa sarà della sua vita. Perché si suppone che la vita al di là dei confini africani continui, dall’altra parte del mondo la gente si innamora, si sposa, cresce i suoi figli. Ma l’amore non ha paura di alcun tipo di confine, neppure di quello che rasenta la guerra. L’amore è in grado di scavalcarli, ed arrivare sin nel cuore dell’Africa.

L'autrice, Ilaria Goffredo

È di un giornalista newyorkese che Siria si innamora, un giornalista della CNN che è atterrato nel Ruanda proprio per indagare sulla guerra in corso e raccogliere testimonianze. Ma, nel frattempo, un soldato delle Nazioni Unite, da diversi mesi amico della giovane ragazza, dolcissimo e premuroso, comincia a rivolgerle delle interessanti attenzioni. Restiamo, quindi, sempre lì a domandarci chi avrà la meglio, chi riuscirà a conquistare il suo cuore, forse tifando per uno, forse per l’altro. Riscoperto il fascino dell’amore, Siria si apre completamente e senza inibizioni al sentimento dal quale per troppo tempo è rimasta lontana. Ed è proprio nei momenti dell’amore che scopriamo una Siria diversa da quella che abbiamo conosciuto. Non più una Siria forte e coraggiosa che si occupa solo degli altri, non più una ragazza disattenta ai propri bisogni, ai propri sentimenti. L’amore, soprattutto se mescolato con la guerra, ha l’incredibile capacità di mettere a nudo ogni sua debolezza, di farle riscoprire il suo stesso bisogno di ricevere protezione e non solo di darne, di rivelare una fragilità umana che si sbriciola pian piano in un caldo abbraccio, in una carezza, in una parola di conforto o in un gesto di premurosa attenzione. La guerra non ha per niente raffreddato i loro cuori. E loro continuano a innamorarsi, ad interessarsi a uno sguardo, a cercare un abbraccio. I baci e la passione, l’amore e la speranza, si fanno sempre più largo nella guerra che divampa, dimostrando che non è mai il male a vincere.
Recensione a cura di  Simona Giorgino 
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