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Recensione "I Dodici" di Justin Cronin

Creato il 05 luglio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Stefania Auci Cari lettori, Mondadori, per nostra fortuna, non pubblica solo robaccia come gli pseudo romanzi d’amore (e tanto sesso) come The Vincent Boys (inserire brivido di fastidio). Un po’ in sordina è arrivato sui nostri scaffali il seguito della bellissima serie distopica di Justin Cronin.
Recensione DodiciAutore: Justin Cronin
Titolo: I Dodici
Titolo originale: The Twelve
Traduzione di Gaetano Luigi Staffilano Editore: Mondadori pagine: 672 Prezzo: € 20,00
Data Pubblicazione: 14 maggio 2013 Trama: L'esito catastrofico di un esperimento top secret del governo americano in una remota base militare in Colorado ha trasformato il mondo in uno scenario apocalittico. Il Progetto Noah era finalizzato a creare un virus trasmesso dai pipistrelli che, una volta modificato, sarebbe stato in grado di preservare la razza umana da malattie e invecchiamento. Ma qualcosa è andato storto e le persone utilizzate come cavie per l'esperimento si sono trasformate in creature infette scatenando una terribile epidemia. I Dodici "virali" originari dominano con violenza sanguinaria, mentre gli umani sopravvissuti sono ridotti a bande di disperati che lottano per il cibo e la benzina, alla ricerca di luoghi sicuri dove rifugiarsi. In questo scenario di brutalità e desolazione, tre personaggi combattono la loro personale battaglia. Lila, una donna incinta che sembra non rendersi conto della realtà terrificante che la circonda, Kittridge, un ex marine scampato alla morte a Denver in fuga solitaria e disperata, e April, un'adolescente che cerca a tutti i costi di proteggere il fratellino. Nelle loro diverse ma ugualmente tragiche esistenze è racchiuso il terribile destino che attende il mondo. Molti anni dopo lo scatenarsi della catastrofe, i Dodici, agli ordini di Zero, la loro invisibile ma onnipresente guida, cercano nuove strade per affermare definitivamente il proprio dominio; gli ultimi uomini devono unire le esigue forze per sventare un disegno di distruzione di cui faticano a comprendere i contorni. La speranza risiede ancora una volta nell'ineffabile Amy, la Bambina Venuta dal Nulla, la tredicesima cavia dell'antico Progetto Noah. In Amy il virus si è sviluppato in modo diverso, rendendola l'essere umano più vecchio del pianeta nel corpo acerbo di un'adolescente. È lei che ha la chiave per penetrare nell'orrore della mente dei suoi confratelli di sangue; è lei che dovrà aiutare l'umanità a riscattarsi dall'incommensurabile errore di aver voluto sostituirsi a Dio. Dopo Il passaggio, ecco il seguito dell'epica storia che ha appassionato milioni di lettori nel mondo, un'avventura emozionante che si snoda in un'alternanza tra passato e futuro, in cui il genere umano si misura tanto con il più formidabile dei nemici quanto con la miseria e la grandezza del proprio esistere.

RECENSIONE In un futuro apocalittico, l’umanità è ridotta al lumicino, a seguito di un contagio che ha trasformato una parte dell’umanità in virali, più simili a animali mutanti. Dall’altra, gli esseri umani rimasti sono asserragliati in sacche di resistenza, così come era accaduto con la Prima colonia, incontrata nel volume precedente, Il passaggioCome in quel romanzo, l'Autore delinea le storie su diversi piani temporali, creando una rete che parte dal un presente non troppo lontano fino a un futuro che viene enumerato con due lettere: P.V. Post Vampiris
Ne I dodici rincontriamo alcuni dei personaggi visti in precedenza, e accanto a essi, figure nuove, forti, che Cronin delinea con la sua mano ferma, capace di regalare emozioni e di tenere il lettore incollato alla pagina. Ma procediamo con ordine. Recensione DodiciI vampiri di Cronin sono cacciatori con istinti animaleschi, che hanno perso vestigia e coscienza umana. Vengono chiamati virali, predano per istinto, e sono comandati a livello mentale e telepatico dai loro capostipiti, coloro che li hanno infettati e da cui a cascata si è esteso il contagio. Questi sono i Dodici, appunto: carcerati condannati a morte che lo Stato aveva messo a disposizione di un pull di esperti per sperimentare un nuovo siero nell'ambito del progetto governativo Noah. Si tratta di un’arma batteriologica che si è ritorta contro gli sperimentatori.

Tra di loro, Amy, la bambina che è stata infettata ed è sopravvissuta rimanendo umana. Simile agli altri capostipiti, non ne condivide la ferocia o la fame di sangue; con loro ha in comune l’estrema longevità e i poteri telepatici che la rendono una sorta di arma, gelosamente custodita dalla Resistenza. Dopo cento anni il suo corpo è quello di un'adolescente.

Accanto a lei ritroviamo alcuni dei sopravvissuti della Colonia: Peter e Alicia, in primo luogo. Avevamo lasciato quest’ultima a combattere tra gli Esploratori, e lì la ritroviamo assieme a Peter, divenuto ufficiale dello stesso corpo militare dopo il massacro di Roswell, un fortino assalito dai fumidi, in cui hanno perso la vita Theo e Mausami, fratello e cognata di Peter. Anche Sara, la sorella di Michael e compagna di Hollis è scomparsa nel massacro, e tutti pensano che sia morta, o peggio, sia stata ghermita, cioè contagiata.

La verità è che Sara, invece, è viva e che si trova in un luogo spaventosamente simile a un lager nazista, dove esseri umani sono schiavizzati da altri uomini che hanno scelto volontariamente di farsi contagiare per ottenere la vita eterna e la salute. Il sistema messo in piedi è bieco e si basa sullo sfruttamento estremo dei sopravvissuti, spesso rapiti dai loro insediamenti grazie all’aiuto di una donna misteriosa, LilaMa Lila, anch’essa un’umana contagiata con il sangue di uno dei Dodici, è una donna disturbata e nello stesso tempo, ha un legame con Amy e con il “tempo di prima”. È l’ex moglie di Wolfgast, l’uomo che aveva salvato Amy e che rappresenta per la bambina una sorta di padre putativo nel primo volume. Su di lei e su Sara si incentra anche l’attenzione dell’Autore sulla maternità: mentre Lila ne è ossessionata a causa della morte della piccola figlia avuta da Wolfgast, in Sara, la maternità diventa un segreto doloroso da custodire con amore, simbolo di un’occasione perduta insieme all’amore di Hollis.

È difficile raccontare la trama di questi romanzi in maniera lineare. Come nel precedente, Cronin interseca diverse storie, presentandoci personaggi che sembrano scollegate tra loro ma che alla fine trovano un loro equilibrio nella seconda parte del romanzo. Nel caso di specie, la narrazione delle vicenda di Lila e di Grey che inizia nel periodo dell’apocalisse, si affianca e si sovrappone a quelle di Guilder, lo scienziato governativo senza scrupoli che non esitava a farli prigionieri per ottenere ricchezza e immortalità. Contro di lui si coalizza il vecchio gruppo proveniente dalla Colonia: Peter, solo e amareggiato, Alicia, che sempre più forte avverte il richiamo della sua “altra” natura, Michael, che ha una compagna forte e determinata, Lore; Hollis che si è trasformato in un biscazziere, e poi ancora Greer, l’ufficiale degli Esploratori, che diviene il famiglio di Amy.

Come e più del Passaggio, I dodici è un romanzo corale, che come una sinfonia è costituito da più voci e movimenti. L’unità delle vicende è sintetizzata nelle ultime vibranti pagine del romanzo, in cui tutto sembra andare al suo posto, sia pure con un grande carico di dolore e rimpianto. Il finale è decisamente forte e inaspettato, e lascia in bocca al lettore un sapore dolceamaro. Anche se i personaggi principali sopravvivono, viene da chiedersi se davvero il prezzo pagato per la loro salvezza non sia troppo alto. Sebbene la lettura sia stata piacevole, tuttavia sono da segnalare alcuni difetti, o per lo meno, alcuni aspetti che gettano delle ombre su un testo piacevole.

Recensione Dodici
In un certo senso, sembra che Cronin abbia deciso di riproporre il medesimo schema narrativo collaudato nel romanzo precedente: più filoni che si riuniscono in un un’unica data e in un unico luogo. Ciò che colpisce è la somiglianza con le vicende del romanzo precedente: nel Passaggio avevamo un‘enclave umana a Los Angeles che era paralizzata dalla paura, trasformata in un terreno di pascolo per uno dei capostipiti. Ora sono gli esseri umani a gestire il campo di lavoro, ma si tratta comunque di esseri umani contagiati dal virus, gli Occhirossi, che schiavizzano altri per i propri scopi.

Altro motivo di perplessità è la virata “metafisica/paranormale” assunta dalla vicenda, almeno per quanto riguarda uno dei personaggi. Dal piano onirico di Amy si passa alla realtà con uno scarto che lascia perplessi, chiedendosi perché l’Autore abbia scelto di risolvere questo conflitto emotivo in un modo che appare forzato.

La scrittura è sempre molto piacevole, e Cronin, ben più di altri, riesce a tenere alta la tensione nel romanzo. L’angoscia che dalle pagine arriva al libro è forte e si mescola a una malinconia crescente, a una sensazione fatta di rimpianto e di incertezza che restano dentro il lettore anche dopo che la lettura è terminata. L’ansia di vita dei personaggi diventa lo specchio delle paure di un’intera società, che cerca faticosamente di ritrovare una dimensione più giusta, non dettata dalla paura e del dolore per le continue perdite che si è costretti a subire. Si avvertono con forza gli echi Kinghiani, Orwell e di Matheson; L’Autore è loro debitore e in più di un’occasione gli rende omaggio in maniera esplicita. Rispetto al primo volume, però, sembra aver preso maggior consapevolezza delle potenzialità della storia, che ha acquistato un ritmo proprio e vive di suggestioni legate fortemente all’immaginario cinematografico.

Infine, una domanda. C’è una storia, o meglio, un filo rosso che corre lungo tutto il libro e che all’improvviso si spezza. Perché non ci sono solo i Dodici capostipiti. Ci sono anche dodici fuggiaschi su un pullman giallo di una scuola, sopravvissuti agli assalti dei contagiati e alle bombe dell’esercito che cerca di arrestare il contagio sterminando interi stati senza curarsi dei sopravvissuti. Uno di loro, Kittridge, muore per aiutarli a mettersi in salvo e quella che per pochi giorni è stata la sua compagna, April, porta via con lei il figlio concepito dalla loro relazione. Di colpo, poi, questi personaggi scompaiono, inghiottiti dalle pagine del libro. Cosa è accaduto? Di certo, Cronin tirerà le fila di questa storia nell’ultimo volume, The city of Mirror, atteso per il 2014, e le riannoderà a quelle di Peter, Alicia, Amy e tutti gli altri.

Perché il paziente Zero di quell’esperimento è sopravvissuto alla ribellione degli umani e adesso medita la propria riscossa…


Recensione Dodici
L'AUTORE
Justin Cronin, nato nel New England, è professore di letteratura inglese alla Rice University e vive con la famiglia tra Houston, in Texas, e Cape Cod, in Massachusetts. Il suo primo libro, Mary and O'Neil, ha vinto il prestigioso premio Pen/Hemingway. Il passaggio, pubblicato da Mondadori nel 2011, è stato l'evento editoriale americano del 2010 e i diritti dell'intera trilogia sono stati acquistati dal regista Ridley Scott.


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