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Recensione "L'enigma di Flatey" di Viktor Arnar Ingólfsson

Creato il 03 dicembre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Recensione "L'enigma di Flatey" di Viktor Arnar Ingólfsson

Pubblicato da Valentina Bettio Cari lettori, parleremo oggi di un giallo i cui toni e ambientazioni ci portano direttamente tra i fiordi islandesi, a diretto contatto con una cultura affascinante, cha ha poca risonanza nel nostro paese. L’enigma di Flatey di Viktor Arnar Ingólfsson, edito da Iperborea, è un sunto di cultura e timbri nordici, in cui già solo i nomi dei personaggi e dei luoghi donano toni inusuali all’intera vicenda. Titolo: L’enigma di Flatey Titolo originale: Flateyjargáta Autore: Viktor Arnar Ingólfsson Casa editrice: Iperborea Prezzo: € 16,50 Pagine: 288 Sinossi: È l’alba di una limpida giornata di giugno del 1960 quando una famiglia di pescatori dell’isola di Flatey, tra i fiordi occidentali dell’Islanda, trova il cadavere di uno sconosciuto. Nella sua tasca un foglio con una serie di 39 lettere. La vittima è il danese Gaston Lund, studioso di un antico enigma irrisolto basato sulle saghe raccolte nel Libro di Flatey e custodito nella biblioteca locale. Inviato dal continente a sciogliere il mistero, il giovane avvocato Kjartan si ritrova smarrito su un irreale pezzetto di terra con una manciata di case, dove i prezzi si calcolano ancora in pelli di foca, in tavola si servono uova di sterna e razza fermentata, e tutti credono nella maledizione legata all’enigma, che sembra avverarsi quando sull’isola compare un altro cadavere. Il fascino dei miti nordici avvolge un’indagine a doppio filo che insegue la soluzione dell’enigma attraverso le sue 40 domande mentre si addentra in questo piccolo mondo fuori dal tempo, in cui ogni abitante nasconde un universo di storie e di segreti, dal sacrestano che parla con gli elfi e si diletta in vaticini, al maestro depositario di memorie e leggende tramandate da generazioni. Molto più di un thriller, L’enigma di Flatey è un affresco ammaliatore dell’Islanda profonda, sospesa tra l’incanto di paesaggi vergini e l’eco delle saghe.
RECENSIONE Il Nord d’Europa è una fonte inesauribile di credenze, letteratura e miti per lo più sconosciuti al resto d’Europa, nonostante l’unità che la dovrebbe caratterizzare. Saghe epiche che narrano le gesta di re e vichinghi: coraggio ed indomabile ardore scaldano il sangue dei popoli che abitano le zone paradossalmente più fredde del vecchio continente. E proprio alcune tra le saghe nordiche meno conosciute sono il punto di partenza del giallo di Viktor Arnar Ingólfsson, autore islandese che, nell’ “Enigma di Flatey”, cala il lettore nelle inusuali e pittoresche ambientazioni islandesi e in quello strano connubio di fratellanza e collaborazione che caratterizzava la vita nelle piccole isole dei fiordi negli anni addietro. L’Enigma di Flatey è un giallo amabilmente nordico, con personaggi particolari, caratterizzati da dettagli grossolani, come legno smussato da un attrezzo impreciso. Ed è proprio questo tratteggiare a grandi linee le qualità salienti di ognuno di loro, senza perdersi in necessità prettamente estetiche, a conferire ai personaggi di questo libro un carattere tipicamente nordico, quella sensazione di freddezza e praticità unite ad una solida praticità che è tanto facile associare agli abitanti del nord Europa. Quella descritta da Ingólfsson è la tipica realtà delle isole o dei piccoli paesi, in cui tutti si conoscono e sanno tutto gli uni degli altri: nel delicato e complesso equilibro della comunità, è assai arduo trovare il colpevole di atti inimmaginabili.
L’autore non struttura il suo romanzo sul mistero in sé, ma sulla fascinazione e la curiosità suscitate dal libro di Flatey, una raccolta di racconti nordici corredata da un enigma a cui nessuno ha mai trovato soluzione, nonostante l’intervento di esimi studiosi nel corso degli anni. Le citazioni e il costante riferimento al libro e al suo enigma distraggono efficacemente il lettore che, del tutto assorbito dall’enigma e dalla sua soluzione, non riesce a scindere il mistero da risolvere nel tempo presente dalla sua controparte presente nel “Libro di Flatey”. Passo dopo passo, Ingólfsson ci conduce verso la soluzione di entrambi, gestendo bene le tempistiche, donando il giusto pizzico di suspance, senza strafare. Piccole pecche del romanzo sono un certa rigidità e freddezza che creano un certo distacco nei confronti della vicenda, nonostante la grande conoscenza e passione che l’autore dimostra nei confronti della propria terra e delle sue vicende. L’AUTORE: 
Viktor Arnar Ingólfsson, nato nel 1955 a Akureyri e cresciuto a Reykjavik, è uno dei più apprezzati giallisti islandesi. Autore di cinque romanzi, da alcuni dei quali sono state tratte serie tv di successo, alterna l'attività di scrittore a quella di ingegnere civile per la Pubblica Amministrazione delle strade. Con L’enigma di Flatey è stato nominato per la seconda volta al prestigioso premio Glass Key per il miglior giallo nordico. I suoi romanzi sono pubblicati in Germania, Inghilterra, Paesi Bassi e Repubblica Ceca.

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