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[Recensione] La donna in nero – Susan Hill

Creato il 21 settembre 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] La donna in nero – Susan HillTitolo: La donna in nero
Autore: Susan Hill
Traduttore: Ombretta Marchetti
Editore: Polillo
ISBN: 9788881541355
Num. Pagine: 188
Prezzo: 12.90€
Voto: [Recensione] La donna in nero – Susan Hill

Trama:
Il giovane avvocato londinese Arthur Kipps viene incaricato di recarsi a Crythin Gifford, uno sperduto villaggio circondato da paludi, per rappresentare il suo studio legale ai funerali di un’anziana cliente e per occuparsi della gestione dell’eredità. La defunta, vedova da poco dopo le nozze, viveva da sola in una dimora lugubre e isolata, raggiungibile solo in determinate ore del giorno quando la marea si ritira. Al suo arrivo, Kipps scopre che la gente del luogo è restia a parlare della casa e della sua abitante e soprattutto di un drammatico incidente occorso moltissimi anni prima. Al funerale, poi, si presenta una signora vestita di nero di cui lui solo sembra percepire la presenza. Nonostante il parere contrario di tutti, il giovane decide di fermarsi a dormire nella casa disabitata. Tutto sembra procedere per il meglio, quando nel cuor della notte…

Recensione:
Anni dopo la corrente decadente che aveva investito il Regno Unito, Susan Hill scrive una novella che ricalca in molti punti una narrativa gotica dalle tinte fosche, tetre, nebulose, una storia di fantasmi che si basa non sull’impatto della scena dinamica sulla psiche del lettore bensì sfrutta le descrizioni, le ambientazioni, le pause sintattiche e le riflessioni del protagonista, la narrazione discreta per tracciare un varco che fa breccia nell’immaginario.
La trama è quasi vittoriana: un giovane avvocato che aspira a una carriera solida e prestigiosa per poter mettere in agio la famiglia numerosa e felice che sogna un giorno di costruire viene incaricato di occuparsi dei lasciti di un’anziana eccentrica, che viveva in un paese periferico e lontano dalla City, però ottima cliente dello studio per cui lavora. Arthur – voce narrante – si accolla di buon grado il compito sperando che la sua volenterosità gli valga la tanto agognata promozione, e così parte per Crythin Gifford.
Troverà ad aspettarlo una cittadina ridente, tranquilla, popolata da contadini e borghesi cordiali, che però si trarranno indietro non appena pronuncerà il nome della defunta. Sciocche superstizioni da ignoranti, pensa lui, che non tarderà a recarsi nella magione dell’estinta, e lì finirà invischiato in un intreccio di lugubri vicende, qualcosa di inspiegabile che rischierà di condurlo alla follia.
Il luogo isolato e paludoso, la nebbia fitta e asfissiante, la casa infestata, l’alone di morbosità che aleggia sulle torbide vicissitudini della famiglia, tutti elementi noir che hanno caratterizzato Poe, Lovecraft, James, Le Fanu e molti altri famosi del primo novecento.
Come da tradizione non c’è una trama macabra, né dettagliate scene raccapriccianti o passaggi disturbanti; la potenza d’impatto della storia è affidata all’intensità delle atmosfere funeree, agli sguardi terrorizzati ma mai diretti dei cittadini che Arthur incontra, alla tetraggine dei luoghi, e ai pensieri che lo stesso Arthur matura nel tempo via via che il suo soggiorno si allunga.
Non aspettatevi sangue, cliffhanger, spiriti violenti, mostri disgustosi o colpi di scena al cardiopalma alla Paranormal Activity. Con una raffinatezza di espedienti, uno stile né troppo demodé né troppo moderno, un’esposizione elegante, strisciante, sottotono e una classica struttura a diario, La donna in nero è un racconto lungo che rispetta i canoni dei maestri del gotico, un’opera che tutt’ora viene rappresentata in teatro e che nel 2012 gli è valsa una trasposizione cinematografica con tanto di Daniel Radcliff nelle vesti del protagonista.
Siete appassionati di spiriti, di presenze, di storie da leggere con la luce accesa? Allora questo fa per voi.


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