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Recensione: "Mr Mercedes" di Stephen King

Creato il 14 novembre 2014 da Saraguadalupi
"MR MERCEDES" di Stephen King
• Editore: Sperling&Kupfer • Pagine: 470 • Prezzo: 19,90 € (cartaceo) All’alba di un giorno qualsiasi, davanti alla Fiera del Lavoro di una cittadina americana colpita dalla crisi economica, centinaia di giovani, donne, uomini sono in attesa nella speranza di trovare un impiego. Invece, emergendo all’improvviso dalla nebbia, piomba su di loro una rombante Mercedes grigia, che spazza via decine di persone per poi sparire alle prime luci del giorno. Il killer non sarà mai trovato. Un anno dopo William Hodges, un poliziotto da poco in pensione, riceve il beffardo messaggio di Mr. Mercedes, che lo sfida a trovarlo prima che compia la prossima strage. Nella disperata corsa contro il tempo e contro il killer, il vecchio Hodges può contare solo sull’intelligenza e l’esperienza per fermare il suo sadico nemico. Inizia quindi un’incalzante caccia all’uomo, una partita a scacchi tra bene e male, costruita da uno Stephen King maestro della suspense.

Come alcuni di voi sapranno, negli ultimi mesi sto cercando di avvicinarmi sempre di più a questo autore che fin dai primi libri che ho letto, ha saputo riservarmi grandi sorprese su un genere letterario che ho imparato a scoprire da poco. In questa sua nuova opera, sebbene sia apostrofata come thriller, mi aspettavo qualche sfumatura horror..ed invece no. Questa volta King ci regala un thriller poliziesco nudo e crudo, senza fantasmi, senza spiriti né strani personaggi terrificanti (o almeno, non terrificanti in stile Pennywise) ma con una coppia di protagonisti che lasciano ugualmente il segno, chi in senso positivo e chi, al contrario, in senso decisamente negativo.
Il romanzo inizia con una notte fredda, in cui molte persone sono in coda in attesa dell'apertura della fiera del lavoro: in coda con i sacchi a pelo pieni di speranza e di desiderio per quel lavoro che non c'è mai. Una notte fatta di grandi aspettative..spazzate via da due fari che irrompono prepotenti e distruttivi come la stessa crisi che ha costretto le persone a stare in coda.
Dopo questo episodio veniamo catapultati all'anno successivo ed primo protagonista che incontriamo è il detective William Hodges, o meglio, l'ex detective, ormai in pensione con una lunga serie di encomi collezionati durante gli anni, macchiati da un solo fallimento personale: non essere mai riuscito a trovare il killer della Mercedes, colui che, in una notte ha spezzato le vite di tante persone in coda alla fiera del lavoro, mutilandone alcune ed uccidendo persino una neonata, investendo ogni cosa a bordo di una Mercedes grigia rubata. Hodges, però, inizialmente non si cruccia più di tanto e vive la sua vita in una monotonia quasi surreale, come se niente lo toccasse..niente fino al momento in cui riceve una lettera, firmata L'Assassino della Mercedes. La lettera in questione è una confessione in piena regola, con tanto di dettagli decisamente privati e "scomodi", ed al tempo stesso sembra quasi una sfida. Una sfida a trovarlo. Una sfida diretta ad Hodges, non alla polizia in generale, ma a quel detective che all'atto del crimine, non è riuscito a scovare il colpevole.
Dopo questa prima presentazione, conosciamo anche lui, Brady. E con lui conosciamo anche tutti i suoi comportamenti, le sue pulsioni ed ossessioni. Un personaggio alla Criminal Minds, disturbato e con manie di onnipotenza, ed al tempo stesso il più classico dei nerd, in grado, con un semplice click di modificare il mondo attorno a sé e di aprirsi molte più porte di quelle che dovrebbero essergli concesse. Tra lui ed Hodges inizia una corrispondenza online, fatta di frecciatine, insulti e minacce per niente velate ed, al tempo stesso, inizia una corsa contro il tempo per Hodges - perchè un detective non smette mai di esserlo veramente - nel tentativo di smascherare finalmente L'Assassino della Mercedes.
Come avrete capito, questo thriller non ci tiene in sospeso fino alla fine per capire chi è il killer, King ce lo presenta, quasi fosse un amico, un vicino di casa -> oh, ti presento il mio amico Brady, di professione omicida! Ci apre una finestra nella sua mente, nel suo essere così maledettamente cattivo, arrabbiato ed al tempo stesso estremamente metodico e (quasi sempre) attento..mi è piaciuto. Mi è piaciuto tantissimo questo conoscenza del bene da un lato e del male dall'altro: in un capitolo troviamo Hodges con il suo spirito investigativo che lo salva dal torpore della pensione, il suo nuovo approccio con le donne ed al tempo stesso il rapporto stretto che ha con Jerome, il ragazzino che passa da aiutante per il giardino ad aiutante per trovare il killer e nel capitolo dopo veniamo catapultati nell'inferno di Brady e della sua mamma dai dubbi valori morali.
Nonostante questa scelta però, che, a primo avviso può sembrare non azzeccata per un thriller (suvvia, un romanzo che mi dice già chi è il colpevole!), eppure, credetemi, sono rimasta incollata alle pagine fino alla fine, in un eterno rincorrere Hodges nelle sue indagini ed al tempo stesso, osservare le elucubrazioni mentali di Brady. Niente horror in senso fisico quindi, ma qualche sfumatura terrificante dei pensieri del killer..l'horror dell'animo umano.
«Quando certe persone sono angosciate, avresti solo voglia di abbracciarle, sussurrando paroline dolci e consolandole con lievi pacche sulle spalle. Con altre, sei tentato di prenderle a sberle sul muso, urlando che tirino fuori i coglioni.»
La caratterizzazione dei personaggi, al di là di Hodges e Brady che, veramente, impariamo a conoscere nei minimi dettagli, è quasi perfetta e Jerome ed Holly diventano ben presto complici e parte di una combriccola alla quale probabilmente non daresti due lire ma che, porca miseria, è un'insieme di personalità incredibili. Il tutto coronato da un ritmo narrativo che un po' si discosta dal King che ho letto in passato: se devo essere sincera l'ho trovato molto meno prolisso del solito nelle descrizioni e nei dettagli, tant'è che ci troviamo davanti a poco più di 400 pagine, ma forse è anche questo che ha portato la mia valutazione a quattro cuori, per questa capacità mostrata dall'autore di coinvolgermi all'interno della storia pur senza descrivere nei minimi particolari quante piastrelle ha la casa di Hodges o quante volte va al bagno Brady. So che molti probabilmente storceranno il naso davanti a questa mia "preferenza" ma, per quel che può contare, da parte mia: grazie Stephen!
Ragazzi mi sto appassionando. King mi conquista ogni giorno di più e, credetemi, se me lo avessero detto un anno fa, quando, in libreria mi fiondavo direttamente agli scaffali dell'urban fantasy, ignorando tutto il resto, non ci avrei mai creduto. Eppure, così, per caso, è successo e ne sono contentissima quanto sorpresa. Detto questo, consiglio la lettura di questo thriller del Re ai neofiti ed agli appassionati del genere thriller (non fatevi scoraggiare o spaventare del nome "Stephen King"). Non lo consiglierò agli appassionati di King, ma solo perchè so che non avete bisogno di un mio consiglio per leggerlo e che probabilmente l'avrete già letto prima di me :P
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