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Recensione "Non è come pensi" di Sophie Hannah

Creato il 26 giugno 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da gina sfera Recensione Autore: Sophie Hannah Titolo: Non è come pensi
Titolo originale: Lasting Damage (pubblicato in America col titolo The Other Woman's House)
Traduzione di Serena Lauzi Casa Editrice: Garzanti Pagine: 434 Prezzo: € 18,80 Data di pubblicazione: 28 febbraio 2013 Trama: Lo schermo del computer illumina di luce fioca la stanza buia. Connie Boskwell è di nuovo seduta alla scrivania. Sta controllando per l'ennesima volta la pagina web di un sito di annunci immobiliari. La casa al numero 11 di Bentley Crove è in vendita ed è tutto il giorno che Connie non fa altro che pensarci, è diventata la sua ossessione. Ha aspettato che fosse notte e che Kit, suo marito, dormisse per tornare a guardare l'appartamento che le piace così tanto. Ma quando clicca sul tour virtuale della casa le si apre davanti una scena da incubo. Nel salotto c'è una donna stesa a terra in un lago di sangue, morta. Connie è presa dal panico, corre a svegliare Kit. Ma quando anche lui arriva di fronte allo schermo, la donna non c'è più. Solo la moquette immacolata e le pareti appena imbiancate. Kit non crede a quello che Connie continua a ripetere, non c'è e non c'è mai stato nessun cadavere. Che sua moglie sia diventata pazza? Ma Connie non si lascia scoraggiare. Telefona a una sua vecchia conoscenza, l'ispettore Simon Waterhouse, appena tornato dal viaggio di nozze. Anche Simon ritiene che si tratti di una storia inverosimile e sospetta che Connie possa essere psicologicamente instabile. Ma quando un'altra donna si presenta in commissariato affermando di aver visto la stessa scena alla medesima ora, Simon decide di occuparsi del caso. Connie non ha nessuna prova, ma sa quello che ha visto e ha capito che in qualche angolo di quella stanza si nascondono indizi che le mostreranno tutta la verità.
RECENSIONE Connie Bowskill, detta Con, in realtà Catriona, attende una sera che il marito Kit dorma per assecondare l'ossessione che la insegue da un po' di tempo, una casa a Cambridge al numero 11 di Bentley Grove. Lei vorrebbe acquistarla, anche se non possono permetterselo neppure attraverso l’idea di un sogno, così si accontenta di guardarne le immagini sul sito dell’agenzia immobiliare che l’ha messa in vendita. E lo fa di nascosto, poiché il marito la ritiene un'idea sconsiderata. Questo noi lettori sappiamo, questo capiamo.
Recensione Prima di spegnere il pc, dopo aver visitato tutte le stanze, Con decide di cliccare su “tour virtuale”. Segue la telecamera che inquadra ogni punto della casa, ma improvvisamente soffoca un urlo: una donna è riversa nel proprio sangue sulla moquette del salone, uccisa, con ogni evidenza, morta. Lì, sul monitor del suo computer. Il fatto è che, quando va a chiamare Kit per trascinarlo via dal sonno per fargli vedere quella scena sconcertante, ecco… la donna non c’è più. Motivo in più perché suo marito creda, come sembra faccia ormai da qualche tempo, che lei è stressata, molto stressata, sull’orlo di una crisi di nervi. E ovviamente segue anche la predica sul fatto che lei sia andata ancora una volta a veder quella casa, che tanto non possono comprare. Che ne sia ossessionata? E per quale motivo? Con è davvero ossessionata da quell'abitazione, lo sapremo dopo qualche pagina.

Dopo che, sicura come è di quello che ha visto, si reca prima dalla sua omeopata/psicologa e poi alla polizia, dove però Simon Waterhouse, che la conosce bene, non c’è, si trova in viaggio di nozze. Con descrive allora quanto è accaduto a un suo collega, il quale mantiene una correttezza formale davanti a ciò che con ogni evidenza considera un’allucinazione. Come è possibile che sia vero ciò che ha visto, se suo marito dopo qualche minuto non ha trovato la stessa donna riversa nel sangue, ma un pavimento immacolato e vuoto?

Il fatto è che lei ne è sicura, il fatto è che lei ha trovato sul navigatore di Kit, alla voce “casa”, l’indirizzo “11 Bentley Grove”. Da quel momento, Con si è convinta che suo marito abbia una doppia vita, e un'altra donna ovviamente. Ogni venerdì si reca a Cambridge ad attendere davanti a quell’abitazione che il marito vi entri o ne esca. Ecco il motivo di quella ossessione.

Cambridge era stato il desiderio di entrambi qualche anno prima, quando avevano deciso di trasferirvici, se non fosse accaduto che Connie fosse presa da crisi di panico man mano che la possibilità si avvicinava alla realtà, fino a quando Kit, temendo di fare danno alla donna che tanto amava, aveva deciso di sospendere la ricerca e di comprare e ristrutturare meravigliosamente il loro Melrose Cottage, in quel posticino così tranquillo e provinciale che era Little Holling a Silsford. Qui vivono anche i genitori di Connie, rovina e angoscia di lei, di sua sorella, di Kit. Cambridge è la città dove Kit aveva studiato e vissuto in gioventù, amata ma, sembra, tranquillamente lasciata per tornare nei luoghi aviti dopo la laurea.

Connie ha delle allucinazioni: suo marito, subito dopo di lei, non ha visto la donna morta, e poi… come si potrebbe giustificare che un’agenzia immobiliare, il cui scopo è vendere le case, inserisca una scena di quel tipo che allontanerebbe qualsiasi acquirente? Tutto è contro di lei. Nessuno potrebbe mai crederle. Lei soffre di crisi di panico, è stressata, ecco la spiegazione. In più ha una fissazione insana per quella casa, insana sì, perché poi ne ha parlato con suo marito e lui giura di non aver inserito quell’indirizzo nel suo navigatore… forse qualche dipendente della loro ditta, chissà! Ma lui no, perché avrebbe dovuto?

Il mistero si infittisce, tutto rema contro Connie. Simon Waterhouse non viene scomodato dal suo viaggio di nozze per le crisi isteriche di una donna in preda al in panico. Almeno fino a quando non si presenta alla polizia un’altra donna che dice di aver visto la medesima scena alla medesima ora. A questo punto bisogna che Simon, il commissario dalla brillante intelligenza e dall’intuito eccezionale che ha risolto altri casi proposti dalla scrittrice nei libri precedenti, si interessi del caso, deve tornare o almeno essere informato di quanto sta accadendo in sua assenza. Simon Waterhouse torna dal viaggio di nozze, facendo vincere a sua moglie Charlie, sergente di polizia, la scommessa che sarebbe andata così.

L’indagine ci porta a seguire le sorti della casa al numero 11 di Bentley Grove, il suo passaggio da un proprietario all’altro, da un agente immobiliare all’altro. L’ultima proprietaria, quella che l’ha messa in vendita, non vuole neppure viverci finché è ancora sua, preferisce vivere in un hotel. Cosa nasconde quella casa? Connie ha davvero delle allucinazioni, come ci sembra di credere ancora dopo che la sua versione trova conferma in quella di un’altra persona? Lei lotta contro l’idea che si vuole far avere di lei, ma chi vuole far credere questo? Qualcuno che vuole condurla alla follia, è evidente. Ci va molto vicina, ma l’intelligenza di una paranoica è di gran lunga superiore alla norma, perciò, infine, giunge alla verità, forse quando è troppo tardi. Forse la verità avrà per lei un costo troppo alto. 

Sophie Hannah ci propone per Garzanti uno dei suoi thriller psicologici, genere in cui il mondo inglese sembra detenere la palma in questi ultimi anni. Un libro dalla trama complessa che tiene in bilico il lettore per molte pagine, anzi per tutte le pagine.

Recensione
La storia è condotta con un linguaggio accattivante che tiene desta la curiosità del lettore, il quale si ritrova a credere che la protagonista soffra di ossessioni compulsive, ma due pagine dopo pensa, invece, che qualcun altro lo voglia far credere, che lei, la protagonista, è in realtà la vittima di un inganno magistralmente guidato dallo scopo di farla impazzire. La scrittrice è maestra in questo, nel confondere le tracce, gli indizi, nel passare da una certezza al suo opposto, tenendo così sempre all’erta la curiosità e la suspense.

Il pregio di questo libro è nel tono ironico che a tratti fa sembrare di avere a che fare con una commedia, facendoci dimenticare che stiamo leggendo un thriller. I personaggi sono caratterizzati nelle loro peculiari caratteristiche negative con un sarcasmo sferzante che non risparmia nessuno. La stessa protagonista, che è la voce narrante, non si risparmia, utilizzando per se stessa la medesima feroce ironia concessa a tutti gli altri. E vi assicuro che questo humour tipicamente inglese è davvero esilarante in più momenti della narrazione.

Altro pregio è l’aver descritto, attraverso questo linguaggio ironico e corrosivo, e perciò molto più efficace nel messaggio, un caso e una situazione in cui una donna è fatta oggetto di accuse di malattia mentale, di ossessività compulsiva, e dell'inganno messo in atto affinché queste diagnosi si rivelino giuste.

È il segno di riconoscimento di questa autrice, quello che troviamo anche negli altri suoi romanzi, esasperare delle attitudini comuni e quotidiane trasferendole in situazioni criminose dove possono trovar spiegazione, senza però far perdere mai la consapevolezza che sono comuni, che avere la sensazione di impazzire, perché qualcuno per i più svariati motivi lo vuole, è nelle nostre quotidiane esperienze più di quanto possiamo percepire con la ragione. L’arte, la scrittura, d’altronde fa questo, ci allontana dalla percezione razionale, ponendoci su un livello creativo e immaginifico dove “tutto può succedere”, senza che nulla entri in conflitto con le nostre certezze e le nostre difese.

Non è come pensi è un libro che si legge con il piacere che ogni libro dovrebbe dare, quello di non smettere fino all’ultima pagina, e dà questo piacere per il ritmo della scrittura, per i colpi di scena forniti non tanto dalla trama quanto dalle parole utilizzate. Un piacere che ci fa sorvolare, forse, sul fatto che la trama appare tanto complessa da sembrare ingarbugliata e che in diversi momenti del racconto ci sembra che i conti non tornino, che bisogna faticare a volte a mettere insieme indizi e smascheramenti. Sul fatto che in in alcuni momenti anche il lettore può sentirsi sul punto di impazzire per tenere insieme tutte le piste.

Recensione
L'AUTRICE
Sophie Hannah vive a Cambridge con il marito e i due figli. È poetessa e autrice di racconti che le hanno valso premi prestigiosi, tra cui il Daphne Du Maurier Festival Short Story Competition. I suoi romanzi, editi in sedici paesi, sono sempre al vertice delle classifiche a poche settimane dall'uscita. Con Garzanti ha pubblicato anche Non è mia figlia, Non è lui, Non ti credo, Non è un gioco e La culla buia. Sito dell'autrice


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