Magazine Cinema

Recensione: "The Guest" (2014)

Creato il 26 marzo 2015 da Giuseppe Armellini

leggeri spoiler qua e là
Lo vedi, a volte prendersi prima 2,3 informazioni non sarebbe male, e io che mi ostino invece a vedermi film senza sapere niente che non vada oltre una riga di trama e qualche voto letto in giro.
Eppure dovevo aspettarmelo perchè Wingard lo conoscevo già bene.
E cosa accomunava You're Next e i due V/H/S?
1 Una certa originalità. Schemi abusatissimi sì ma riproposti con sapori leggermente diversi. L'home invasion con 10 vittime da uccidere, il found footage a episodi con cornice esterna (la sua poi, di Wingard)
2 L'aver sia pensato che girato bei film, con grande conoscenza del mezzo, sia tecnicamente che come atmosfere
3 Il divertirsi col genere non prendendosi mai del tutto sul serio e giocandoci su
Ecco, il punto 3 me l'ero dimenticato.
Vedo il primo tempo di The Guest e penso che sia un grandissimo film. Che poi, visti i precedenti del buon Adam, mi aspettavo un horror e invece mi ritrovo un drammatico/thriller psicologico/camp che poi, ed è lì tutto il problema, mi diventa persino un action.
C'è questo militare che sbuca dal nulla e si presenta, dicendo di esser stato un suo grande amico, alla famiglia di un soldato morto da poco. Si fa benvolere, racconta loro del figlio, li protegge. Si conquista fiducia massima, lo fanno vivere con loro.
Era una storia bellissima, inquietante, che poteva portare a mille derive e soluzioni diverse.
Lui sembra non dormire, l'alcool e il fumo non gli fanno un baffo, quando è solo lo sguardo è cinico e freddo, la gente comincia a morire, tutto perfetto. L'attore è straordinario poi, davvero sorprendente. E uno comincia a fare mille pensieri, sa che dietro c'è un regista horror, qualsiasi idea quindi non è da scartare (un mostro? un vampiro o cose del genere? oppure semplicemente un impostore che cerca qualcosa?).
Questo ospite è molto diverso da quello di Visitor Q ma alla fine quasi senza volerlo entrambi sembrano portare alla stessa cosa, ossia la salvezza e la difesa di quella famiglia.
Ci sono anche momenti effettivamente simpatici, ma del resto il personaggio di David è uno che, per farla breve, se gli girano i coglioni sono cazzi tuoi e con questi personaggi, questi machi, un pizzico di divertimento c'è sempre, ti conquistano.
Poi, persino in anticipo rispetto alle previsioni, scopriamo la verità.
E, attenzione, non è che sia rimasto tanto deluso da questo (un pò sì però, speravo di meglio sinceramente) ma è la svolta che prende il film a non essermi piaciuta.
Insomma, David è quello che è (che poi precisamente non si capisce).
Ma è il film a diventare una tamarrata anni 80 di azione militare, una specie di Robocop in salsa più umana. Sparatorie a non finire, una storia che non va più un metro avanti, approfondimento psicologico che si annulla, un vaso di Pandora ormai letteralmente scoppiato che tira fuori tutti i Mali della pellicola.
Ma qui torniamo all'inizio, al non sapere cosa si aveva davanti. Perchè se l'avessi saputo magari questo secondo tempo mi sarebbe piaciuto più del primo, così pieno di ammazzamenti, entusiasmante, adrenalinico. Ma io mi stavo vedendo un thriller psicologico notevole, una specie, solo per restare al brevissimo passato, di Stoker  parkiano, un film morboso, quasi impossibile da decifrare, insidioso.
E poi non parliamo del finale, ai confini del trash con quel gigantesco labirinto halloweeniano studentesco (???) che si prende almeno un quarto d'ora di film. Un altro gioco di Wingard con la mescolanza di generi, eccolo l'omaggio all'horror finalmente, eccola l'ulteriore sfumatura. Sì ma ormai The Guest è puro divertimento, ha perso del tutto spessore.
Tutte scene girate magnificamente eh, quella in casa, quella alla tavola calda, quella nel labirinto, ma ormai siamo davanti a una storia di gatto e topo abbastanza banalotta rispetto alle premesse. Che poi i punti oscuri rimangono come ad esempio, almeno per me, il cercare di capire perchè David fosse andato proprio da questa famiglia per difenderla (il perchè poi invece cambi del tutto e "impazzisca" viene sommariamente spiegato, e ci sta).
L'ultimissima scena poi per almeno 3 motivi che non ho voglia di scrivere è davvero pacchiana, un vecchio trucchetto del cinema horror che qui, sinceramente, non c'entrava nulla.
Insomma, se cercate un action thriller di valore The Guest è splendido. Se invece vi vedete la prima mezz'ora credendo di avere davanti un morboso e imperscrutabile cinema della minaccia poi resterete delusi.
Ma tutti sti nuovi registi horror sono giocherelloni, li capisco.
Un giorno però mi devono tirar fuori la loro opera definitiva, quella dove la parte cazzona per una volta la mettono via, l'opera che rimarrà, nel suo piccolo, nella storia del genere.
Per questo io mi tengo ancora Rumley, la sua sporca poesia, la sua pazzia, la sua malvagità, la sua visione malata dell'amore.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines