Magazine Diario personale

Reietto – una storia vera VII pt

Da Parolesemplici

Reietto2La situazione era precipitata, avevo la necessità di trovare idee nuove per farmi ascoltare.

Anche mia madre cominciava ad essere stufa dei continui mezzi usati dalle redazioni per eludere le sue richieste, si sentiva offesa ed impotente, mi chiese, per questo, di scrivere una lettera da inviare al Signor Garrison Rochelle.La lettera andava scritta a lui, perché era a lui che il nostro parente aveva consegnato il manoscritto e anche perché era quello che più di tutti andava in giro per trasmissioni ostentando sensibilità, piangendo a destra e a manca:

Gentile Sig. Rochelle:

Napoli 18 – 11 – 2007

Le scrivo per porgerle, come posso, tutta la mia ammirazione e stima.

Sono www di una persona che Lei conosce molto bene; xxx di Napoli, il ballerino coreografo.

Sono Y e credo che, come tutti, merito rispetto, attitudine della quale forse Voi del “team” Maria De Filippi non conoscete l’esistenza.

Quasi sei anni fa, esattamente nel 2002, nelle sue mani xxx ha consegnato un libro, scritto da mio figlio, che Lei avrebbe dovuto consegnare nelle mani della Signora De Filippi.

Questo libro parlava della trasmissione amici, ma anche di quanto questo Vostro mondo di privilegiati e pseudo talentuosi sia accessibile solo a raccomandati o volgari sfaccendati ed analfabeti nullafacenti. Noi sappiamo bene cosa sono i sacrifici, sia sportivi e sia intellettuali. Sappiamo bene cosa vuol dire allenarsi, stringere i denti, andare avanti e prepararsi attraverso mille difficoltà e sofferenze.Questa lettera la devo anche a xxx che ha cercato di aiutare con ciò che possedeva, senza sapere bene, forse, con quale tipo di individui era in contatto. Devo anche chiedere perdono a tutti quei ragazzi e persone del Vostro “team” che lavorano e soffrono, ma che inevitabilmente si troveranno coinvolti nelle mie affermazioni e dichiarazioni.

Quando Lei Sig. Rochelle ebbe il dattiloscritto tra le mani disse a xxx che quella era una bellissima idea, che nessuno aveva ancora avuto e che di certo la Signora De Filippi sarebbe stata felice, perché quella del libro era una cosa che non era stata ancora fatta. Sebbene ci fossero stati in passato libri sull’ex trasmissione amici, non erano sullo stesso filone ed appartenevano ad un programma differente.

In quell’occasione Lei, LEI Sig. Rochelle aggiunse che di certo sarebbe stato il caso di invitare mio figlio nei Vostri uffici per avere un incontro con la Signora De Filippi, la quale, visto l’argomento interessante avrebbe sicuramente fatto questa richiesta.

Passarono giorni, settimane, mesi e nulla giunse dal Sig. Rochelle, così tanto interessato. Nel frattempo mio figlio aveva mandato il manoscritto alla redazione di Amici e a tutte le componenti del “team” De Filippi.

Trascorsero anni senza una risposta, durante i quali il non degno di ottener rispetto, mio figlio, vinceva un concorso letterario e dimostrava almeno a se stesso di valere qualche cosa. Amareggiato da questo comportamento ghettizzante quasi discriminante, mio figlio scrisse alle redazioni solo per aver una risposta e cosa attenne; una telefonata di insulti e urla inconcludenti da parte di una certa Sabrina Gregoretti, responsabile offesa nell’orgoglio, forse perché attraverso fiori e cioccolatini mio figlio le aveva mostrato con eleganza tutto il suo sdegno.

Ma certo la Signora non poteva capirlo troppo impegnata a selezionare cumuli di esseri inutili e squallidi.

Nel frattempo Lei, LEI Sig. Rochelle persisteva nel suo silenzio, anche quando xxx tentava di contattarla, però era pronto a chiamare xxx per avere i biglietti omaggio per andare con i suoi amici a vedere lo spettacolo Chicago a Roma. Nulla, nulla dal tanto sensibile e pronto alle continue pubbliche lacrime Sig. Garrison Rochelle, mai un segno di rispetto.

Gli anni trascorrevano e tra mille tentativi di contatto e di prese per i fondelli dagli addestrati operatori, si procedeva senza una risposta, un segno. Solo un’operatrice della redazione De Filippi mi disse: “Signora sono mortificata, ma la prego non mi chieda nulla rischio di perdere il posto“.

Arriviamo così, allegramente, al 2006 quando mio figlio conosce un ragazzo. KKK, raccomandato dal MAERSTRO Giuseppe, per gli amici Peppe Vessicchio, (Napoletano che fa una cosa del genere ad un altro napoletano, questa non si può proprio perdonare), per entrare a far parte di Amici, KKK, a detta sua, rifiuta e preferisce ballare al S. Carlo di Napoli. KKK decide di fare un favore a mio figlio e gli dice che può far arrivate nelle mani del MAESTRO Vessicchio il libro, perché sono amici. KKK parla direttamente con Vessicchio e il MAESTRO gli dice di inviare il plico al suo domicilio napoletano, chiede però a KKK di dire a mio figlio di apporre una sigla particolare sul plico (G.E.V. a KKK da), da lui stesso suggerita, per identificarlo, di modo che non faccia la fine di tutti gli altri. Il plico viene spedito con ricevuta di ritorno, ma il silenzio di questa strana indifferenza cala sovrano ancora una volta.

Trascorre un anno, e cosa accade, le menti geniali del “team” De Filippi generano l’unico e genuino libro di amici.

Questo puzza, di fatti compro il libro lo leggo e lo confronto con quello di mio figlio, incredibile non riesco a crederci.

Così mio figlio mette il suo libro in internet a disposizione gratuita di tutti, pubblicandolo con un free Publisher http://www.lulu.com. Arrivano e-mail di solidarietà e pensiamo così ad una denuncia pubblica, uno studio di avvocati di Milano si offre di patrocinare gratis mio figlio. Ma è difficile, se non impossibile dimostrare l’appropriazione di un’idea o di frasi e situazioni nell’editoria.

Per cui la denuncia non può procedere. Ma stanchi di questo andazzo vogliamo rendere la cosa di dominio pubblico ci rivolgiamo a quelli che si mostrano i paladini della giustizia, striscia e le iene.

Ma ci ascoltano solo fino a quando non parliamo degli intoccabili, a quel punto si stringe il muro di protezione e si alzano le barriere dell’impenetrabile scudo di chi non può essere toccato. Per cui proviamo con le testate giornalistiche napoletane, avendo noi nelle mani ogni sorta di prova tangibile raccolta in tutti questi anni.

Ci fanno accomodare, ci mettono a disposizione un giornalista, ma non appena si fa il nome della De Filippi i volti cambiano, si scuriscono, la gentilezza si trasforma e non si può fare più nulla, solo una persona ci prende da parte e ci dice che i sistemi adoperati sono molto potenti e delle stesse fattezze di ciò che di continuo il mondo accusa i napoletani.

Continuo a vedere le Vostre trasmissioni per essere pronta, e sabato 17 novembre 2007 cosa sento, il Vostro libro pieno di volgarità, squallore, idee non Vostre, come quella di fare le squadre in trasmissione, letta sicuramente sulle pagine scritte da qualcun altro molto tempo prima, diverrà per il suo successo un film e un musical.

E’ una vergogna e solo perché quell’ammasso di roba è tenuto tra le mani dalla De Filippi e spinto dai potenti mezzi del “team”. Abile mossa quella di impostare il libro come un libro della trasmissione e non sulla trasmissione, questa lo devo ammettere è stata un’ottima mossa strategica, complimenti.

Quindi Sig. Rochelle LEI abbia il coraggio, mi contatti, abbiate il coraggio di affrontarmi guardandomi negli occhi, non delegate le Vostre galoppine per insultarmi, abbiate, almeno una volta, coraggio e dignità. Perché prima o poi lo troverò un giornalista onesto e capace, desideroso di opporsi al sistema italiano del nulla e della protezione dei potenti e FOSSE L’ULTIMA COSA CHE FACCIO, ma con ogni mezzo onesto e lecito arriverò a guardare la De Filippi dritto negli occhi per dirle cosa penso, e cosa o covato dentro in questi anni. Dovrebbe saperlo; una madre ottiene sempre quello che vuole.

La saluto.

Sapevo che l’invio di questa nuova lettera non avrebbe sortito alcun effetto, sarebbe stata probabilmente fermata ad uno dei primi sbarramenti dislocati dal sistema come avamposti di protezione.

Nonostante tutto ciò non ci fermammo a questa missiva, decisi di puntare direttamente su Maurizio Costanzo, pensai che magari qualcuno da quelle parti, forse un nuovo arrivato, ignaro ma preparato raccomandato, si sarebbe preso la briga di dimostrarsi diverso:

Gentile Signor Costanzo:

 Dal 2003 al 2006 ho cercato di contattare Lei e La signora De Filippi poiché avevo scritto un libro ispirato ad Amici dal titolo Voglia di Volare. Ho inviato il libro alle redazioni e ad alcuni personaggi direttamente, in più è stata consegnata una copia nelle mani di una persona dello staff della Signora De Filippi come ha confermato un testimone, e così via. Insomma, per non dilungarmi, ho le prove ed i testimoni che dal 2003 al 2006 più volte il mio libro è giunto fino alle redazioni.

Oggi nel 2007, dopo essere stato ignorato e anche insultato via telefono da una redattrice della Signora De Filippi vedo che parte di ciò che avevo scritto nel libro è divenuta fonte di idee per la trasmissione Amici ed inoltre è stato scritto un libro pubblicizzato come idea originale. Ricordo ancora che le parole del personaggio che aveva ricevuto il libro furono: “Che bella idea originale, a Maria piacerà certamente….”.

Le ho scritto questo, sebbene sono certo che chiunque lo leggerà cestinerà il tutto come da prassi, perché di continuo da Lei si sente parlare di giustizia, trasparenza, disponibilità, genuinità e quanto altro di nobile e condivisibile si possa sentire. Le chiedo, quindi, di mostrarmi dando seguito a quanto le ho scritto che tutto ciò che si sente udire da Lei sia anche riscontrabile nei fatti e nei comportamenti.

E poi si dice che noi Napoletani non abbiamo futuro a causa della nostra città, ma un laureato, specializzato che si è offerto di lavorare gratis per l’università dopo essere stato sfruttato, che sa scrivere e lo dimostra il premio letterario vinto, che però viene ignorato perché non è un solito noto nullafacente, cosa dovrebbe fare per vivere?

Ringraziando chiunque non farà mai giungere questo scritto nelle mani del Dott. Costanzo,

Saluto con affetto.

Continua…


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